18 dicembre 2021

Scompartimento n. 6

Andiamo al Cinema

Due sconosciuti in treno.
Si studiano, si evitano, iniziano a parlare e conoscersi.
Condividendo il viaggio e anche qualcosa di più.
Una trama nota, un sogno per molti pendolari e viaggiatori, il canovaccio di quel Prima dell'alba che si è trasformato poi in una trilogia tra le più belle della storia del cinema.
Qui, però, siamo in Russia.


Siamo nello scompartimento n. 6 di un treno che da Mosca deve portare Laura e Ljoha a Murmansk.
Lui ci va per lavoro, ovviamente, lei per i petroglifi, disegni rupestri che interessano più quella che considera la sua ragazza che ha dovuto rinunciare al viaggio per impegni, o per liberarsi di lei.
Lei, che tutto documenta con una telecamera, non ha un inizio facile trovando lui ubriaco e inopportuno nelle sue avances.
Ma in un viaggio lungo tre notti, il tempo per smussare gli angoli e conoscersi davvero, ha la meglio.
Un viaggio fatto di tappe in cittadine che non hanno nulla da offrire, di gite notturne a casa di anziane ospitali, fatto di altri finlandesi che sembrano rassicuranti senza esserlo davvero.
Fatto di Lura e Ljoha, a muoversi su un treno caldo e sporco, che cercano di lasciarsi la loro vecchia vita alle spalle.


Scompartimento n. 6 non è solo su un treno, però.
L'inizio ad un festa in cui Laura è chiaramente fuori luogo, l'uscita nel mezzo del nulla in cui Laura acquista fiducia in sé e un finale nel mezzo di una tormenta che porta alla meta finale in cui Laura cerca di capire che ci fa lì, a ore da Mosca, a ore da casa, con uno sconosciuto che è l'unico disposta ad aiutarla fa capire che il centro è lei, Laura.
Non è la classica commedia romantica indie, però.
Il film di Juho Kuosmanen è più sporco, ha dei protagonisti meno facili da amare, anche esteticamente parlando pur avendo apprezzato il volto schivo di Jurij Borisov già a Venezia in Captain Volkonogov Escaped.
Lentamente, però, la sua diversità, i suoi protagonisti, si iniziano ad apprezzare, ad amare.
In un viaggio che è anche nel tempo, fatto di telecamerine e polaroid, di mancanza di connessione e di orientamento, il viaggio si fa chiaramente simbolico.


La mia anima indie che guarda alla pulizia e alla geometria, alla bellezza oggettiva è risentita di questo lavoro più reale, che porta dentro a uno scompartimento, a un vagone, a un treno.
Ma alla fine, l'anima romantica che già aveva intuito il finale, si è ritrovata a sorridere con Laura, a sancire che sì, diverso e grezzo, Scompartimento n. 6 ha il suo perché.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Purtroppo non sono ancora riuscito a metterci le mani sopra.
    Però sembra il boy meets girl movie che potrebbe fare al caso mio...

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    1. Ammetto che lo avrei preferito meno grezzo, che l'aria indie che piace a noi è diversa, ma sa farsi voler bene.

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  2. Ha il suo perché, hai detto giusto, tanto che sto anche leggendo il libro. Avevo freddo durante la visione tanto quei paesaggi sono riusciti ad essere così protagonisti e terribili, mai potrei vivere in un posto così. Affascinante, il viaggio in Transiberiana che dura giorni, questa storia così fuori dai canoni e per questo non improbabile. Il libro ha delle diversità nella trama, l'aspetto storico anche riferito al passato di un paese "glorioso" forse spiega meglio l'interiorità soprattutto di lui. Mi è piaciuto. 👍
    Ciao!

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    1. Che fosse ambientato nel passato l'ho capito molto tardi nel film, cosa che mi incuriosisce rispetto al libro che sembra approfondire meglio la questione.
      Di freddo, sì, ne ho sentito parecchio anch'io, per fortuna i due protagonisti scaldano il cuore.

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