29 ottobre 2022

Barbarian

Andiamo al Cinema su Disney+

Neanche il tempo di affermare di non essere più una fifona, e mi ritrovo a passare la notte in bianco.
A nascondere lo sguardo, a cercare di calmare l'ansia, svegliandomi con una brutta luce e la brutta sensazione che qualcosa, dalla porta della camera potesse sbucare.
Sono durata 24 ore appena, ma allo stesso tempo, mi ritrovo nella malsana situazione di trovarmi ad adorare questa sensazione. Questa paura. Questi brividi e questa tensione che guardare un film  davvero horror, davvero bello, provoca.
La ricercavo da tempo, e l'ho trovata in un film finito nel mio radar solo per la presenza del tanto bello quanto inquietante Bill Skarsgård. Mettici poi lo zampino di Cassidy, nel consigliarlo, mettici che gli altri titoli da brivido sono usciti ieri, e giovedì ho avuto la brillante idea di andarmene a scatola chiusa, e per di più sola, al 476 di Barbary Street.


L'unica cosa che sapevo, era un presunto errore di Airbnb che piazzava nella stessa casa in affitto a Detroit, la giovane Tess e l'aitante Keith.
Ad avere la peggio, lei, che in una notte buia e tempestosa deve chiedersi se fidarsi delle parole di Keith, accettare il suo invito ad entrare, a fermarsi lì a dormire lo stesso, rimandando a domani la risoluzione del problema.
Di segnali d'allarme, fin dai primi minuti, ce ne sono parecchi.
Ma il bello, di Barbarian, è lasciarsi sorprendere.
E quindi mi ritrovo nell'infausta situazione di dover tacere il seguito, tra scelte sbagliate, urla allo schermo, paure vere e cambi di situazione, di terrore e di personaggi che fanno accumulare la tensione, danno una tregua, per poi far ripiombare lo spettatore nel terrore che come i migliori brividi, ha un lato amaro e umano che rende tutto ancor più bello.
Se volete farvi sorprendere, finiamola qui, correte a vederlo, e tornate a leggere solo poi.


ATTENZIONE, DA QUI SPOILER!
Per chi invece al numero 476 di Barbary Street è già entrato, ha già scavalcato porte, scale, cunicoli e segreti, beh, benvenuti in questo fan club.
Che onora un horror originale, che gioca bene la tensione, che riesce a creare quelli che in fondo sono tre cortometraggi che separati funzionano bene, uniti sono ancora meglio.
Zach Cregger che è partito a scrivere la sceneggiatura come un esercizio di stile per stupire prima di tutto se stesso, riesce a fare bene quello che non tutti i film di oggi riescono davvero a fare: amalgamare sapientemente temi scottanti e attuali.
Dalle famose "red flags" femminili che Georgina Campbell avverte e gestisce solo inizialmente bene, passando per poliziotti poco affidabili, si arriva alla questione del #MeToo resa spinosa dall'insopportabile personaggio di Justin Long che si ritrova poi a sua volta violato ma infine dimostra la sua brutta natura.
Temi che non sono lì giusto per sentirsi impegnati fra un jumpscares e l'altro.  Barbarian non scherza anche quando esce da cantine e sotterranei sinistri dove la maternità è una gran brutta bestia.
Ma una bestia che ricerca e che merita delle cure e un affetto che non ha mai avuto, a dimostrazione ulteriore di che gran brutte bestie sanno essere gli uomini.


Certo, in tutto questo si deve sospendere la follia che sempre rappresenterà l'entrare in certe cantine e certi cunicoli, nel dire no a Bill Skarsgård e nel voler salvare Justin Long, ma quello che ne esce è un horror originale e sorprendente che fa ritornare nel circolo dei fifoni esaltati di cui faccio ormai orgogliosamente parte.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti: