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Quando passerà la moda della nostalgia per gli anni '80, o anche quella per gli anni '90 visto che ormai ne siamo travolti?
Quando smetteranno di produrre film che parlano di esorcismi mostrando le classiche scene che meritano un esorcismo?
E quando la smetterò, io, di dichiararmi una fifona quando ormai sono anni che grazie alle Notti Horror d'estate e alla settimana di Halloween a, beh, Halloween, ricerco brividi e i titoli giusti con cui ottenerli?
Purtroppo, solo all'ultima domanda posso rispondere: ora.
Perché già lo so che l'ondata di nostalgia, che la riscoperta del mondo nerd degli anni '80 e la facilità con cui si può fare un film sull'esorcismo. non farà smettere presto di produrne.
Mentre io, che finisco per annoiarmi e quasi addormentarmi di fronte a più di un horror, dimostro di aver superato certe paure, o forse semplicemente di aver sbagliato titolo.
Ed eccoci, qui, allora, all'ultima variante sul tema.
Una variante che ha però origine da un romanzo che in America e non solo ha spopolato.
Merito di una copertina che dire nostalgica è dir poco:
merito di una leggerezza e una -eh- nostalgia sentita.
Peccato, però, che le premesse di un romanzo tanto amato finiscano per regalare un film piatto e anonimo, fin troppo patinato, che ha buchi di sceneggiatura notevoli che si spera siano frutto di un brutto adattamento.
Siamo nel solito liceo americano, siamo nella solita compagnia femminile composta da buone amiche dagli stili diversi.
C'è la reginetta, c'è quella che si sente bruttina, c'è quella che ha il fidanzato che rovina l'equilibrio e l'atmosfera e c'è una spalla -non comica, purtroppo- giusto per dividere equamente le squadre.
E c'è la solita gita al lago di nascosto dai genitori, e c'è la solita tavoletta ouja che viene tirata fuori per farsi paura, c'è la droga e ci sono gli imbarazzi, c'è la solita casa stregata che alla fine una presenza la richiama davvero.
In questo caso, c'è il cambiamento, che porta la semplice Gretchen a diventare una vera e propria bulla sadica che gode nel vedere le sue amiche soffrire: sono gli ormoni, è l'adolescenza?
No, è Andras, il demone che la possiede e che la sua migliore amica decide di esorcizzare con l'aiuto poco probabile di un personal trainer su di giri.
Di brividi, ce ne sono quindi gran pochi.
Sono piccoli brividi per giovanissimi che non riusciranno di certo a far diventare My Best Friend's Exorcism un classico.
Si è lontani dalla solidità degli horror adolescenziali anni '80-'90, colpa soprattutto di una sceneggiatura che si appiglia a poche buone idee non originali, cercando poi di far quadrare i conti alla meglio.
A perderci, è soprattutto il personaggio di Christopher Lowell, sacrificabile a favore di una Elsie FIsher che continua ad essere la pre-adolescente problematica di 8th Grade, qui alle prese con l'acne.
Ma i paragoni, finiscono qui.
Perché tra noia e senso di già visto, l'operazione non sembra rendere omaggio alla popolarità del romanzo, che almeno ai miei occhi ora perde di fascino.
Arrivato tardi nell'ondata degli adattamenti anni '80 fatti di giornalini, abiti, collanine e telefoni trasparenti, arrivato tardi pure fra gli esorcismi, con una possessione che sempre le stesse movenze offre, mi fa sentire una scafata amante degli horror che di certe visioni non scalfiscono.
Voto: ☕☕/5
Eppure il romanzo merita davvero, è molto meno superficiale e "sentito" di un adattamento carino e simpatico ma ben poco memorabile.
RispondiEliminaFilmetto decisamente dimenticabile, però a questo revival degli anni '80 non ce la faccio a voler male, è più forte di me :)
RispondiEliminaOtto racconti che spaziano tra macabro, magico, gotico, grottesco e tradizionalmente inquietante sono ugualmente sofisticati e sinistri (inclusi due soggetti originali dello stesso Del Toro) e sono portati in vita da un team di sceneggiatori e registi scelti personalmente da lui.
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