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Che fine aveva fatto Lena Dunham?
Dopo Girls la si era persa di vista, mentre lei si perdeva dietro polemiche personali e uso improprio dei social mettendo da parte carriera e idee a favore di opinioni gettate al vento.
Con una serie TV all'attivo e un piccolo film che ne era le origini, si è data nel frattempo alla produzione (non troppo fortunata, la sua variante di Euphoria, Genera+ion, è stato cancellato alla prima stagione) e il rischio che il suo livello di simpatia scendesse ancora era alto.
Torna, invece, e in questo 2022 lo fa con due film.
In attesa di scoprire il bollente Sharp Stick, ci si immerge in un Medioevo quanto mai moderno in Catherine Called Birdy.
Catherine, detta Birdy, è una ragazzina di 14 anni.
Figlia di lord piuttosto libertini e spendaccioni, all'eleganza e al portamento richiesto a una donna del suo rango, preferisce le battaglie di fango e le corse nella campagna.
L'amore è ben lontano, ancora idealizzato nei panni di uno zio perfetto, già mira di quella che dovrebbe essere una migliore amica più matura, però, di lei.
Ma è proprio la situazione economica dei genitori a metterla così presto sulla strada del matrimonio, un matrimonio per risanare le casse di casa e per cui non si sente pronta.
Che vogliono questi giovani, giovanissimi, vecchi e vecchissimi uomini che sfilano nel suo palazzo a chiedere la sua mano?
Come tenerli lontani e come far prevalere la sua idea di libertà, nascondendo l'essere già donna?
Tratto da un romanzo per giovanissimi, femminista e moderno pur raccontando dei tempi bui del Medioevo, Catherine Called Birdy mantiene uno stile pop, tra voce narrante e scritte in sovrimpressione a renderlo pieno di ritmo e frizzantezza.
Gioca in leggerezza sulle assurdità delle regole del periodo, facendo di Catherine un'eroina ribelle che non poteva che avere il volto di Bella "Lyanna" Ramsey.
Certo, devo ammettere che la mia attenzione era più per Andrew Scott, a suo agio nei panni comodi ed eleganti di un padre con rimorsi, con Billie Piper al suo fianco e Joe Alwyn a fare da specchietto per le allodole.
Ma Birdy, con la sua determinazione, giocando le carte giuste e ascoltando i giusti consigli, riesce a fare breccia senza risultare quel personaggio saputello che rischiava di essere.
Senza essere indimenticabile, e senza avere lo smalto che le amiche/nemiche di New York avevano, questo ritorno in sordina di Lena Dunham si salva pur non toccando nervi scoperti come sapeva fare la sua scrittura un tempo che sembra lontano come il Medioevo.
Pur toccando le corde giuste in una colonna sonora dai pezzi da copiare, resta un film poco nelle sue corde, che all'inizio dell'adolescenza sta meglio con i trentenni in crisi.
Ora, Lena la si attende al varco con Sharp Stick, nonostante le critiche poco entusiaste dopo il passaggio al Sundance.
Voto: ☕☕½/5
Sono abbastanza curioso di ritrovare Lena Dunham in versione medievale. Anche se Sharp Stick mi sa che potrebbe essere più nelle mie corde, e pure nelle sue. :)
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