Woody colpisce ancora, ma stavolta mira un po' più in basso. Dopo l'incantamento parigino di Midnight in Paris che lo aveva riportato in stato di grazia anche negli Stati Uniti con la vincita del meritatissimo Oscar per la sceneggiatura originale, con il nuovo To Rome with love il termometro del gradimento si ferma ad una temperatura non così eccezionale.
Sarà che ormai si è abituati ad una filmografia che alterna opere importanti a film più di passaggio (vedi gli ultimi lavori: Basta che funzioni- Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni- Midnight in Paris), sarà la struttura ad episodi in cui una marea di personaggi si muove senza mai scontrarsi, saranno alcune ambientazioni un po' da macchietta italiana ma questo To Rome with love convince fin là. Ennesima tappa del tour europeo del signor Allen, che fin'ora lo ha portato da Londra a Barcellona, da Parigi a Roma e ora a Copenhagen, la rappresentazione della città eterna rispecchia la sua immagine da cartolina, facendo scoprire scorci non così turistici e muovendosi con sapienza tra vicoli e resti romani.
Passando alla storia, o meglio alle storie, la sensazione è che Woody avesse una serie di spunti interessanti e che senza approfondirli troppo abbia preferito inserirli tutti assieme a creare una confusa ma divertente mescolanza di personaggi. I momenti comici sono molti, e funzionano facendo ridere di gusto la sala e forse basta questo. Perché a ben guardare, i neo sposi in seconda luna di miele che finiscono col tradirsi a vicenda, i giovani innamorati divisi dall'arrivo dell'attraente e provocatrice amica di lei, l'anziano che non vuole saperne di andare in pensione che trova nel futuro suocero una voce lirica potente ma apprezzabile solo sotto la doccia sono idee semplici sì, ma che nelle mani del regista si trasformano in sicure storie divertenti in cui la passione viene insegnata a quel neosposo da un'escort di lusso, all'innamorato in tentazione fa da coscienza un Alec Baldwin onnisciente, l'anziano (che poi è Woody stesso, tornato per l'occasione dall'altra parte della macchina da presa) decide di installare sul palco di teatri prestigiosi una cabina doccia per permettere a tutti di ascoltare cotanta bravura... e poi c'è la storia sicuramente più azzeccata con protagonista Benigni, italiano medio che proprio per la sua normalità diventa improvvisamente famoso, seguito ovunque da paparazzi e desiderato da donne impossibili per la sua fama, purtroppo o per fortuna, passeggera.
Il cast, come sempre, è all stars, con attori italiani che hanno sgomitato per accaparrarsi un cammeo anche di pochi secondi creando una situazione ancora più confusa, ma a primeggiare, oltre ai già citati Allen in persona e Benigni, sono la Cruz versione escort (che recita direttamente in italiano), Alessandra Mastronardi timida e contesa da Albanese e Scamarcio, e il Jesse Eisenberg di The Social Network. Neo del film, il lavoro di doppiaggio, con voci non sempre azzeccate e momenti che proprio a causa della mancanza della lingua originale perdono di significato.
To Rome with love è semplice ma efficace, insomma -soprattutto nella creazione di gag e di battute a raffica con monologhi alleniani per eccezione- nulla di più.
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