Non ricordo periodo più lungo rimasta lontana dai libri. E non è nemmeno colpa loro, perché l’inizio come sempre folgorante del romanzo che giace sul mio comodino, faceva presagire un’immersione totale. Ma la stanchezza in questi giorni frenetici ha la meglio, e così, per ricordarmi cosa i libri siano per me, cosa dovrebbero essere, nella loro magia, parlo di uno di quei casi editoriali che un po’ fanno storcere il naso, di quel piccolo e sconosciuto ed esordiente autore, che ha conquistato pubblico e critica in tutto il mondo. Lo si guarda con diffidenza all’inizio, poi, però, si leggono le opinioni di scrittori che sono prima lettori e che Firmino l’hanno adorato, si leggono quelle pagine, allora, e si resta folgorati, ammaliati dalla storia di quello che è letteralmente un topo da biblioteca, un topo che divora (in altri modi, uguali ai nostri) pagine e pagine, e fa sentire a chi lettore accanito lo è, l’amore per i libri. E anche per chi li conserva, li custodisce, li riordina.
Così, si finisce per capire quel pubblico e quella critica, quelle acclamazioni e quel rumore attorno ad un caso più unico che raro, che tanto fa di inventato (un falegname e pescatore tuttofare che scrive e sogna di diventare scrittore e che finalmente –a quasi 70 anni- ci riesce) quanto è vero.
Sam Savage, classe 1940, esordisce tardi nel mondo della letteratura, ma lo fa con quella storia nel cassetto che aspettava la sua occasione, aspettava di venire al mondo e che giustamente il mondo ha accolto.
E poco importa se il suo secondo romanzo -il poco fortunato e il molto meno incisivo Il lamento del Bradipo- non è stato al pari delle aspettative e di questo esordio, e nel mentre altro di suo non è stato pubblicato in Italia.
Perché si ride, con Firmino, si prova pena per Firmino, per quel suo fisico smunto, quell’espressione malinconica che dalle illustrazioni che impreziosiscono il romanzo, ci osserva, e ci si commuove, alla fine, per Firmino. Sì, dopo Ratatouille, un altro topo porta alle lacrime, e se da una parte si aveva la cucina, il gusto, che valicava pregiudizi, qui c’è qualcosa di ancora più universale, c’è il gusto delle parole, l’amore per queste, e per raccontare e vivere storie.
E ora che sento aria di vacanza, ora che i remi a lavoro si stanno tirando in barca, lo sento quel friccicorio, sento gli occhi allenarsi e le dita prepararsi a tornare a leggere, a sfogliare, a sognare.
Grazie Firmino per avermelo ricordato.
Ma sai che non l'ho mai, mai sentito?
RispondiEliminaGrave, lo voglio.
Bellissima la parete blu, librerie comprese. ;)
Ma davvero?! Devi rimediare immediatamente, di una bellezza malinconica perfetta, e poi si parla di divoratori di libri, insomma, anche di te ;)
EliminaGrazie per i complimenti sullo studio, quel blu lo desideravo da tempo! Librerie dell'ikea più conveniente, invece :)
La storia che sta dietro al libro, che non conoscevo e che sa di Susan Boyle della letteratura, è molto affascinante.
RispondiEliminaLo sarà altrettanto il romanzo?
Considerando che con i topi non è che abbia un gran bel rapporto, ho qualche dubbio in proposito... :)
Spazza via ogni dubbio, Firmino é il topo giusto per chi ama leggere e per chi ama i libri. Insomma, affascinante tanto quanto l'esordio in tarda età di uno scrittore da sempre.
EliminaDa quanto lo voglio leggere...!
RispondiEliminaIl libro perfetto per una mangia libri come te, ci metto la mano sul fuoco :)
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