26 settembre 2018

Resta Con Me

Andiamo al Cinema

Cosa può succedere a una coppia di giovani belli e innamorati, spavaldi e coraggiosi che da anni girano il mondo e in quel mondo paradisiaco che è Tahiti (almeno negli anni '80) finiscono per conoscersi e innamorarsi e salpare verso la California per ricevere 10mila dollari con una barca non loro ed extralusso?
Ovviamente, la peggiore delle sfighe, perché di fortune forse ne hanno avute troppe.
O perché non tutto può essere perfetto in un film così romantico in cui si fa presto ad innamorarsi, a trovarsi, a trovare un lavoro così remunerativo.
Finisce infatti che la loro barca naufraga, si scontra con una tempesta che rompe vele e motore, lasciandoli in balia del solo vento, a miglia e miglia dalla terra e la salvezza.
Insomma, un filone diventato ormai un classico, con l'eroe/eroina solitario a sfidare la natura, a mettere in pratica tutta la sua intelligenza e caparbietà pur di salvarsi.



Cambia, questa volta, che a farlo sia la giovane Tami, cambia -soprattutto per quel che riguarda il registro emotivo- che la storia sia stata tratta dalla vera tragedia di Tami Oldham, all'epoca appena 24enne.
Purtroppo non basta, perché mentre seguiamo Tami ingegnarsi in calcoli matematici, in rotte da stabilire e seguire, in riparazioni da effettuare e cibo da razionare mentre il suo Richard giace gravemente ferito a darle sostegno, ci ritroviamo dentro quella spirale che già conosciamo, aspettando solo il lieto fine, il colpo di scena, che sì, sa essere anche un colpo al cuore.
Funziona a mantenere vivo l'interesse e alta l'attenzione la costruzione della storia in flashback, con il passato che poco a poco si avvicina a quel presente alla deriva, con i tasselli che si compongono, la tragedia che non tarda ad arrivare.


Peccato che di mezzo ci sia una colonna sonora piuttosto invadente (non la struggente Picture in a frame di Tom Waits, usata nel finale e che riesce nell'intento di far versare qualche lacrima), e certi cliché romantici che affrettano quel racconto, quell'amore che nasce fra Tami e Richard a dimostrare che Baltasar Kormàkur si crogioli bene nelle avventure estreme (suo anche Everest) ma non le sappia gestire fino in fondo.
Non si discute la bravura di Shailene Woodlley, che continua per me ad avere quella faccia un po' così, che non mi convince, ma che qui si dà anima e corpo, mentre Sam Claflin resta in un angolo, ad osservarla, ammirarla.
Come detto, anche se il tema da Castaway in poi è già stato sfruttato, se certe dinamiche si conoscono e non stupiscono, vedere la vera Tami Oldham, conoscerne la forza, sa come toccare il cuore, sa come rendere reale, e quindi intensa e straziante, la sua storia.

Voto: ☕☕/5


8 commenti:

  1. Poco memorabile tanto come melodramma quanto come survival, però non calca troppo la mano, si mantiene in equilibrio, e la cosa è comunque lodevole nel suo piccolo. Il difetto: averlo già dimenticato, a neppure un mese dalla visione.

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    1. Dubito anch'io resterà troppo nella memoria, anche se la ricerca fatta poi sui sopravvissuti alla deriva ha saputo stupirmi e influenzare il giudizio sul film in generale. Il gioco sporco del "tratto da una storia vera".

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  2. Ho visto il trailer e mi ha incuriosito, più che altro per il fatto di esser tratto da una storia vera. Penso che lo guarderò, senza aspettarmi troppo.

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    1. Fai bene, anche se non colpisce come potrebbe, si lascia guardare, sa giocare le carte giuste senza mai scadere troppo.

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  3. A me non è spiaciuto: solo mi aspettavo di piangere molto molto di più!

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    1. Pure io, anche se alla fine, con le immagini della vera Tami e Tom Waits in sottofondo, qualche lacrima è scesa.

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  4. Il mio cuore non è rimasto toccato più di tanto da questa storia survival.
    Peccato, perché ero già pronto a singhiozzare come una ragazzina di fronte a Colpa delle stelle... cioè come me di fronte a Colpa delle stelle. :D

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    1. Strano infatti che quel finale toccante e dalla musica azzeccata non ti abbia commosso.. il resto del film, purtroppo, naviga in acque troppo sicure.

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