17 luglio 2019

The White Crow - Nureyev

Andiamo al Cinema

Rudol'f Nureev.
Il ballerino che anche chi non segue il balletto conosce.
Il nome che viene usato per paragone a qualunque maschio inizi a fare danza.
Ma chi era davvero Nureyev (nella dicitura comune)?
Chi era il ragazzo dalla bellezza speciale, dalla forma fisica straordinaria e dalla capacità interpretativa superiore agli altri?
Chi era quel ragazzo di cui l'URSS era tanto fiera e che dall'URSS si è trovato a fuggire, in modo rocambolesco, nell'aeroporto di Parigi nel 1961?
Lo si scopre in questo biopic dallo stampo classico firmato da Ralph Fiennes, che si ritaglia il ruolo di insegnante di danza di Rudy, e pure di compagno di letto tramite moglie libertina.



Scopriamo così una nascita altrettanto rocambolesca che lo contraddistingue (a bordo di un treno), l'infanzia nella povertà e la sensazione di avere un destino segnato, con il suo nome che sarà imparato e adorato nel mondo.
La sua superbia, il suo egocentrismo, vanno però di pari passo con la sua instancabile formazione.
Ci si concentra allora sulla tournée della compagnia russa a Parigi, con la bella vita finalmente conosciuta e apprezzata, con le serate libere da passare per locali in compagnia di ballerini francesi che fanno preoccupare gli agenti del KGB lì per tenerlo d'occhio.
L'incontro con Clara Saint cambierà tutto, l'amicizia che li lega fa capire a Rudy il pericolo che incombe, l'unica scelta che deve fare.


Lo stampo, come detto, è classico.
Tutto è studiato alla perfezione per essere perfetto, ed il problema è proprio questo.
Per quanto sia straordinario Oleg Ivenko a dare volto e corpo ad una leggenda, per quanto le rappresentazioni e l'ambientazione siano curate, a mancare è proprio quell'emozione che Nureyev sapeva suscitare salendo su un palco.
Ci si prova dividendo i personaggi in buoni e cattivi, ci si prova rendendo piena di pathos quella fuga, e non basta nemmeno il lavoro certosino di Fiennes, tanto da preferire la lingua russa all'amalgama inglese, conferendo un'autenticità maggiore al tutto.
Fermandosi lì dove la fama di Rudy sta per esplodere, si perde forse di vista la parte migliore della sua vita, al di là del gesto politico.


Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Sicuramente lo recupererò, incuriosito sempre dagli attori che passano dall'altra parte. Amori a parte - Mercury e Perkins, avevo letto non ricordo più in quale libro: non so se sia vero - non so di più, se non che ormai è il metro di paragone per ogni ballerino.

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    1. Il suo limite è forse proprio quello di fermarsi prima del successo. Mostrando la crescita e la formazione, la vita più succulenta arriva dopo e me la sono letta su wikipedia.

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  2. Il film su Freddie Mercury ha riscosso un buon successo. La canzone è uno spettacolo di massa, a differenza della danza classica spettacolo d'élite.
    A me questo film incuriosisce e spero di vederlo.

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    1. Film di stampo diverso, qui c'è più cura e c'è un pezzo di vita -non una vita intera- da mostrare. Funziona meno, soprattutto per lo stile classico con cui si racconta.

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