14 aprile 2020

Tiger King

Settimana Crime

È il fenomeno del momento.
Che sia grazie alla quarantena, che sia per l'innata propensione al trash che ci contraddistingue, che sia semplicemente per una storia così ricca di personaggi strampalati, di colpi di scena imprevedibili, di sottotrame su sottotrame tutte -dico TUTTE- che lasciano letteralmente a bocca aperta.
È Tiger King, signore e signori.
Sbarcato su Netflix in un venerdì qualunque, capace di conquistare orde di fan, di addicted anche tra le star di Hollywood che ora fanno a gara  per poter partecipare ad un eventuale film basato sulla vita di Joe Exotic.



Perché Netflix ha capito da tempo che il crime e il fascino del male sono un ottimo prodotto da vendere. Making a Murderer continua a fare storia, io continuo a seguire quotidianamente gli sviluppi sul caso Steven Avery, e se il Netflix is a Joke Fest (ora posticipato) che la stessa Netflix ha organizzato ha come sottotitolo «Perché un festival di documentari crime non sarebbe stato altrettanto divertente», un motivo c'è.
È il fascino del crime, bellezza.
È la voglia di mettersi nei panni degli investigatori, di scoprire il marcio, i colpevoli, di sentirsi per un attimo superiori e più di semplici spettatori.
E di marcio, nella storia di Joe Exotic, ce n'è da vendere.
Ma come ogni indagine che si rispetti, andiamo con ordine:


Where

Nel profondo Oklahoma, uno di quegli Stati rurali fatti di piccole cittadine, tanta povertà, e droga a fare da sfondo.
Qui decide di far prosperare il suo zoo di Big Cats il signor Joe Schreibvogel, che cambierà ufficialmente il suo nome in Joe Exotic.

When

Tutto in realtà inizia quando il documentarista Eric Goode è alla ricerca di materiale per quel che riguarda il commercio illegale di serpenti. Si imbatte però in un uomo con un leopardo delle nevi nel suo furgone e il fiuto non mente: cambia soggetto e Joe Exotic entra così nella sua vita con tutto quello che i grandi felini rappresentano (economicamente, stilisticamente, politicamente).

Who

I personaggi principali di questa strana vicenda sono due:

Joe Exotic


Un bifolco, poligamo e gay, all'occorrenza pure cantante, amante dei Big Cats.
Delle tigri soprattutto, che inizia ad allevare e all'occasione a vedere. Di certo, a renderle parte di uno spettacolo che ruota attorno alla sua strana, esagerata figura.
Circondato per suo volere da telecamere, Joe vive nel suo zoo come parte di un reality show (che in effetti sta producendo), ingrandendosi sempre più: un canale TV a disposizione, non uno ma due mariti (entrambi conosciuti a 19 anni, soli e con qualche problema di dipendenza dalla droga).
La smania di protagonismo lo contraddistingue, arriverà a candidarsi prima come Presidente degli Stati Uniti poi come Governatore.
Come ogni eroe che si rispetti, ha però una nemesi:

Carole Baskin


Animalista convinta, gestisce non uno zoo ma un santuario.
Che poi faccia pagare un biglietto e non paghi i suoi collaboratori (in quanto volontari), è un'altra storia.
Carole sguinzaglia i suoi followers contro Joe, in una battaglia senza esclusione di colpi.
Ma anche lei ha degli scheletri nell'armadio, primo fra tutti un marito scomparso nel nulla, che l'ha lasciata milionaria e che tutti pensano sia finito in pasto alle sue amate tigri.
Il nuovo, sottomesso, marito è un'altra storia ancora.
Così come lo sono i suoi outfit leopardati e le ghirlande di fiori, roba che Midsommar fa meno paura.


Ci sono poi altri protagonisti:
il viscido Doc Antle
che oltre uno zoo ha un harem di mogli da modellare a sua disposizione
i vari collaboratori di Joe
quasi tutti con condanne scontate e un destino segnato, menomazioni più o meno evidenti
il produttore di Joe
che doveva girare non solo un reality show sulla sua vita ma pure produrre i vari contenuti della sua TV
il sinistro Jeff Lowe.
che entra in scena come un salvatore, ma ormai lo si sarà capito che in Tiger King non si salva davvero nessuno.


What

Meglio dirlo subito: gli animali in questa storia diventano presto solo un contorno.
Un ambiente di scena, purtroppo per loro, sempre sfruttati, fin dal momento della nascita.
L'obiettivo delle telecamere e della storia si sposta in fretta verso quello che i protagonisti sono: eccentrici bifolchi con la smania del protagonismo e parecchi segreti da nascondere.
Ci sono continui colpi di scena, tra colpi di pistola, incendi, compravendite, nuovi amori, FBI, coming out al contrario, talpe e arresti.
Il classico docucrime per perorare la causa di un innocente in carcere qui non ha senso, viste le malefatte, i tentativi, i piani e le minacce visibili da milioni di telespettatori.
Semmai, ora, può partire una campagna per mettere in manette anche qualcun altro.


Why

Perché, ci si chiede infine, Tiger King è riuscito a diventare il fenomeno che è?
Impossibile staccarsene, impossibile non consigliarlo, impossibile non continuare a parlarne?
Lo si è detto in apertura: tutto sembra così esagerato da non sembrare vero.
Anche solo il fatto che numericamente parlando ci siano più tigri in cattività su suolo americano che non in libertà nel resto del mondo fa impressione.
Goode ha confezionato alla perfezione il materiale a sua disposizione, ripercorrendo storie, aprendo parentesi, mostrando altri personaggi di contorno (ex boss mafiosi, giusto per gradire) e garantendo un climax finale ad ogni episodio da richiedere la continuazione.
Un lavoro non facile visto l'immane materiale a disposizione che il solo Joe avrà comportato.
Con le interviste singole a fare la differenza, non solo per la naturalezza di certi soggetti nel dichiarare come la pensano


come presentarsi


ma anche per la location scelta per parlare a favore di camera

Chi, dico, chi ha potuto dire: "ok, ti riprendiamo qui"?!?

E allora, dove la trovate un'altra serie così, che mescola tigri, sangue, cold case, truffe e amori?
Dove lo trovate un altro personaggio eccentrico, esagerato, incredibile, unico come Joe?
Se non lo avete ancora fatto, se ancora tentennavate, unitevi alla cerchia di Tiger King.

8 commenti:

  1. Ho letto poco in giro per non rovinarmi la sorpresa e davvero prima di sta docuserie non avevo mai sentito parlare di sto Joe Exotic. Ma il tizio in questiona, attualmente, è in carcere o è libero? E soprattutto al di là del commercio (legale o meno) delle trigri, ha commesso altri crimini? Cioè ne sto leggendo ovunque, ma ancora non sono riuscita a trovare una forte spinta a cominciarlo, anche se mi ero decisa per lo scorso weekend, ma poi ho dato priorità ad altro.

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    1. Se ti rispondo però ti rovino la sorpresa :) diciamo che le tigri (per fortuna) passano in secondo piano ad un certo punto e Joe Exotic è una mina vagante che devi conoscere. Al momento è in carcere, lo si capisce già dall'apertura della serie che per come è fatta ti fa davvero macinare un episodio dopo l'altro, quindi anche se la spinta iniziale ti manca... basta solo fare play ;)

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  2. Sinceramente non che mi attiri particolarmente, tuttavia può anche passare su Dmax e forse potrei vederlo.

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    1. Essendo un prodotto Netflix non so se arriverà su DMax, ma è davvero una storia così assurda e incredibile che si merita il "fenomeno" che è diventata.

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  3. Sulla carta non è che fosse proprio la serie per me, a partire dal fatto che non sono un grande fan dei documentari crime, non come te. ;)
    E pure 'sti personaggi tra trash e fordianesimo non sembravano troppo per me.
    E invece. Tutti questi ingredienti messi insieme hanno creato una reazione micidiale e sorprendentemente coinvolgente.

    Carole Baskin più inquietante di Midsommar, è vero. :)

    Per certi aspetti questa serie m'ha ricordato anche I, Tonya, nel suo raccontare di un improbabile crime nell'America più white trash.

    Nel genere continuo a preferire American Vandal, ma la cosa più pazzesca è che qui è tutto vero.

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    1. Come si è visto in questa settimana, Tiger King era davvero pane per i miei denti! Così assurdo da non sembrare vero, personaggi così unici da meritare di diventare fenomeni. Le svolte crime e l'inquietudine che ne nasce, fanno il resto.
      American Vandal è un passo avanti perché queste docuserie le prende in giro, questo sì!

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  4. Serie interessante, personaggi assurdi e sopra le righe, l'America di provincia che esiste eccome, più reale che nei film. Peccato che, con tutto il materiale a disposizione, secondo me gli autori non hanno fatto altro che seguire lo schema della classica mini documentario targata Netflix.

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    1. Ricorda però che parte del materiale è andato bruciato, chissà che c'era lì di compromettente! Si segue la scia classica, con i climax al punto giusto, ma l'escalation è così assurda da non aver bisogno di cercare altre piste se non la realtà.

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