12 luglio 2020

La Domenica Scrivo - Homemade (c'è chi panifica, chi fa cortometraggi per Netflix)

Quanto tempo è passato dalla quarantena?
Quanti giorni abbiamo passato chiusi in casa?
È davvero successo o l'improvvisa libertà, il ritorno alla normalità, ci hanno fatto dimenticare quella cinquantina di giorni in cui si poteva uscire solo per cercare del lievito e per portare a spasso il cane?
Sembra un periodo distante anni luce.
Come se non fosse mai successo.
Io, avevo trovato una mia routine in quei giorni spaesati, dove il bollettino delle 18 faceva paura, dove alle canzoni dai balconi sono subentrate le frustrazioni di sempre sui social.
(Ne avevo scritto QUI e QUI)
Ne siamo usciti migliori?
Non sembra.
Diversi?
Non troppo.


C'è chi in quel periodo di chiusura forzata si è dato alla panificazione, chi ha fatto puzzle, chi yoga e meditazione.
Io ho fatto l'orto e ho smaltito un po' di titoli fermi in agenda da anni.
Poi c'è chi ha fatto dei film.
Quello ora attesissimo di Sam Levinson con Zendaya e John David Washington dovremmo aspettare un po' prima di vederlo (Malcom & Marie sarà su HBO), i cortometraggi di svariati registi in giro per il mondo li ha invece resi disponibili Netflix che questo progetto lo ha prodotto chiamando nomi noti, notissimi a realizzare qualcosa all'interno delle loro case.
Ora, non tutto è riuscito, qualcosa lo si poteva anche evitare e nel giro di 5-10 minuti non si richiede certo di creare dei capolavori assoluti.
Ma un pochino di più qualcuno si poteva sprecare.
Giocando come già nei concerti da casa delle grandi star a sbirciare e giudicare le case di questi registi e a vedere con chi se la sono passata la quarantena, si può giocare anche con questi 17 titoli in un'immancabile miniclassifica.
Ecco, durante la quarantena ho continuato a farle, perché smettere?


17. Mayroun and the Unicorn - Nadine Labaki & Khaled Mouzanar

Se sfruttare i figli diventa una costante per la maggior parte dei registi chiamati a partecipare al progetto, qui si esagera con quella che viene definita un'unica ripresa a seguire il flusso di fantasia di una bambina nello studio del padre.
Siamo buoni e diciamo che questi sono più video da tenere in famiglia e condividere su whatsapp che non da mettere su Netflix.

16. Last Message - Naomi Kawase

Presente quei video intellettualoidi e artistoidi che si realizzano ai tempi dell'Università per passare un esame.
Ecco.
Qui lo commissiona Netflix ma il risultato è lo stesso.

15. Espacios - Natalia Beristáin

Altra madre, altra figlia.
Questa volta in una casa messicana che ricorda quella di ROMA e pure qui la noia spinge a voli della fantasia e a fare di un filmino di famiglia qualcosa da condividere con gli abbonati Netflix.

14. The Lucky Ones - Rachel Morrison

Sempre di bambini si parla, ma questa volta è una madre che scrive e narra una lettera a suo figlio, troppo piccolo per ricordarsi un giorno di questi mesi vissuti in quarantena, ma sicuramente segnato dall'esperienza.
In positivo, si spera, con la famiglia unita, la creatività che deve dare contro alla noia e agli spazi concessi.
Pur essendo toccante, resta una pagina intima che poteva rimanere tale.

13. Casino - Sebastian Schipper


Dal regista di quel gioiellino di Victoria ci si aspettava ovviamente tanto.
Invece finisce in un episodio non così originale, di una creatività in blocco e ripetitiva, creando cloni di se stesso.
Insomma.

12. What Is Essential? - David Mackenzie

Da bambini ad adolescenti.
Per fortuna oltre l'età cambia anche la modalità del racconto, con un punto di vista più maturo e privilegiato, che s'interroga sul futuro post-pandemia e su un presente tutto da riscrivere.

11. Last Call - Pablo Larraín


Co-ideatore e co-produttore di questo progetto Larraín punta sul facile: su un anziano chiuso in casa di riposo a combattere un virus che proprio quelli della sua età sta decimando, decide di chiamare l'amore della sua vita.
L'ultima chiamata non sarà propriamente tale, ma è fatta di frasi esasperanti e a tratti pure volgari nella loro sensualità da dare solo fastidio.

10. Annex - Antonio Campos

La fortuna di essere in quarantena vicino al mare, con colleghi attori e registi.
Ne esce un cortometraggio thriller, con uno sconosciuto (il Christopher Abbott di Catch-22) trovato incosciente in spiaggia e accolto in casa.
Non del tutto riuscito e sospeso nel finale, ha una sua linea narrativa da elogiare.

9. Ladj Ly - Ladj Ly

Se di pandemia si deve parlare, Ladj Ly decide di parlare di chi da questa pandemia viene più colpito: gli ultimi che tali erano prima, ancor più lo sono adesso.
Le immagini riprese con un drone nella periferia di Montfermeil ricordano quelle di Les Miserables, e il messaggio politico e di ribellione è altrettanto forte.

8. Crickets - Kristen Stewart


Le velleità artistiche della Stewart escono in un cortometraggio in cui è la solo protagonista.
Insonne, depressa e in crisi, non si stacca la telecamera di dosso, regalandoci una varietà di espressioni che difficilmente le vediamo fare.
Un soliloquio che parla anche di coppia.
'
7. Algoritmo - Sebastián Lelio


Sebastián Lelio decide di andare contro il buon senso comune e di realizzare un musical.
O meglio, una canzone con tanto di videoclip decisamente homemade dove la bellissima compagna interpreta, balla, occupa gli angoli più assurdi di casa ripresa da punti di vista altrettanto assurdi.
La canzone manca purtroppo dell'orecchiabilità giusta, ma lo sforzo comune va premiato.

6. Unexpected Gift - Gurinder Chadha


In mezzo a tanti registi che hanno sfruttano i figli, una regista che decide di raccontare la sua famiglia senza bisogno di filtri o di lettere.
Lasciando a loro la voce narrante, raccontandoli e raccontandosi in modo colorato e profondo.
Si entra nell'intimità di questa famiglia segnata in prima persona dal Covid-19, e per la sua naturalezza gli si vuole bene.

5. Couple Splits Up While In Lockdown LOL - Rungano Nyoni

Lasciarsi ai tempi della quarantena.
Sembra un trend piuttosto comune anche in quel di Hollywood.
Qui abbiamo una coppia costretta a condividere un piccolo appartamento mentre già si è lasciata.
Lui e lei si sfogano nei relativi gruppi whatsapp degli amici, con lo schermo a farsi unico mezzo per conoscere la loro storia, facendo notare le differenti reazioni tra femminile e maschile.
Ma l'imprevisto è in agguato per sistemare le cose.

4. Johnny Ma - Johnny Ma


Ripensare al proprio passato, ai propri cari, a chi è lontano.
Impossibile non farlo quando si è isolati, e succede pure a Johnny Ma, in Messico con la sua nuova famiglia, con una madre lontana con cui il rapporto non è certo idilliaco.
Johnny ce lo racconta e realizza questo cortometraggio per lei, per una madre distante sentendosi come quei teenager che scrivono lunghi post celebrativi sui social senza che i propri genitori possano leggerli.
Ma si sente bene nel farlo e nel continuare la tradizione di famiglia realizzando dei noodles perfetti.
Sul finale, romantico, c'è pure la ricetta da copiare.

3. Voyage Au Bout De La Nuit - Paolo Sorrentino


Da Sorrentino, si sa, ci si poteva aspettare di tutto.
Decide così di far interagire nientemeno che Papa Francesco e la Regina Elisabetta II per la sua casa, fingendola il Vaticano.
Questi pupazzetti parleranno di amore, quarantena e arte, provocandosi e stuzzicandosi.
Di mezzo pure Lebowski, così, per non farsi mancare niente.

2. Ride It Out - Ana Lily Amirpour


La coce narrante è quella di Cate Blanchett, che segue una giovane regista mentre gira con la sua bicicletta nelle strade della città del cinema: Los Angeles.
Ora vuota, svuotata e quasi spaesata, con graffiti che parlano da soli.
Riflessioni intelligenti e argute, di certo non banali.
Immagini riprese con un drone piene di forza e bellezza.

1. Penelope - Maggie Gyllenhaal


Se mi chiedessero di realizzare un film durante la mia quarantena, inventerei una storia.
Ricamerei sopra i fatti del presente, parlandone senza bisogno di registrarli come fossero un documentario.
È quello che fa Maggie Gyllenhaal, ambientando il suo cortometraggio in un futuro imprecisato in cui la pandemia non è ancora finita, in cui il virus ha cambiato per sempre la Terra.
Un uomo, solo, a vivere nel mezzo del nulla affidandosi al suo orto, alle sue api. Un tostapane che fa le bizze e un piatto da portare nel mezzo della foresta.
Tanto basta, in questi piccoli dettagli, per dirci tanto.
Con pure Amazon a mettersi di mezzo regalando emozioni.
Così si fa.
Questa è una bella storia.

8 commenti:

  1. L'idea su cui si basa Homemade è senza dubbio interessante, ma hai fatto benissimo a sottolineare come non necessariamente da una situazione difficile debbano nascere tutti capolavori. Grazie, ora sono (davvero) più curiosa di vederlo.

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    1. Prego, non so se le richieste non ammettevano rifiuti, ma qualcuno nonostante il tempo a disposizione si è impegnato davvero poco...

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  2. I cortometraggi peccato solo che si riescano a vedere solo raramente in chiaro, ed anche in generale, nel tempo visti pochi.

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    1. Io solitamente li evito, pur avendo Festival interessanti anche in zona... come con i racconti da leggere sono troppo brevi per affezionarmici, per riuscire ad approfondire. Qui ce ne sono degli esempi ma le eccezioni, bé, quelle fanno cambiare idea.

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  3. Lo vedrò presto anche io, sono molto curioso!

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    1. Curiosissima di sapere una tua eventuale classifica, punto sulla Gyllenhaal, ovviamente ;)

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  4. Ne ho visto solo due, quello di Ladj Ly e quello di Sorrentino. Molto belli entrambi devo dire. Continuerò sicuramente (appena trovo un po' di tempo...).

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    1. La fortuna è che 5-10 minuti ogni tanto li si trova :)

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