12 aprile 2023

Era Ora

Andiamo al Cinema su Netflix

Smetteremo mai di guardare film che giocano con il tempo?
No, non credo.
E per nostra fortuna, non smetteranno mai di produrne.
O di pensarli, o di farne remake.
Nasce infatti come adattamento italiano di Long Story Short, con Fare Spall, Era Ora, che su Netflix è riuscito a piazzarsi bene non sono in Italia, ma anche nel resto del mondo.
La formula è facile e collaudata, e l'algoritmo lo sa.


Abbiamo lui, lavoratore instancabile, che vuole la sicurezza per la sua famiglia, quella che gli è mancata, quella che un padre farfallone ora con problemi di memoria non gli ha mai dato. Prima la carriera, allora, prima della casa da sistemare appena comprata, prima della compagna, che lo aspetta, e lo aspetta, lo aspetta.
E abbiamo lei, illustratrice dal tocco delicato, che mette la vita in pausa in attesa che lui torni, giustificando il suo ritardo anche per il compleanno, per la festa a sorpresa che gli ha organizzato.
E poi abbiamo l'imprevisto: che si chiama svegliarsi ogni giorno con un anno in più, puntuale nel giorno di un nuovo compleanno, assistendo ai cambiamenti ormai inevitabili, al tempo che si è perso e che ha portato una figlia, una separazione, una malattia all'amico di sempre, amanti e rimpiazzi.
Come fermarla questa ruota che non si ferma?
Come recuperare il tempo perduto?
Come scendere dalla giostra che è la vita che sembra correre troppo veloce?


La risposta è quanto di più semplice -e difficile- ci sia: assaporandolo, quel tempo che si ha.
Banale come la morale che arriva dopo molti salti temporali, Era Ora si dimostra una commedia leggerissima che si guarda più per il bene che si vuole a Edoardo Leo che per il peso che ha il film di per sé.
Che non approfondisce, butta lì personaggi di contorno che potrebbero essere più di semplici cliché (Mario Sgueglia e Raz Degan) che lascia a Alice le parole più belle perché se è Dante a saltare, a perdersi, è anche lei che si ritrova fuori dal tempo dell'attesa.
Il problema sta allora in un ritmo che non morde e in una regia che azzecca i salti ma si perde nell'arredamento, con molti momenti passati a pensare più di essere dentro un catalogo Ikea che in un film, tanto ogni angolo sembra perfetto per una foto su Instagram senza avere a che fare con la realtà.


Se mi perdo in queste riflessioni, sta a significare che il film stesso si è perso qualcosa e anche se a Edoardo Leo si continua a voler bene e Barbara Ronchi fa doppietta di personaggio adorabile dopo Settembre, so già che Era Ora domani lo ricorderò poco e che poco ha aggiunto alla filmografia sul giocare con il tempo.
Quanto a spunti di arredo, ha lasciato di più.
Ma non credo sia un complimento.

Voto: ☕☕½/5

5 commenti:

  1. Piaciuto molto, soprattutto per la naturalezza di Edoardo Leo che sembra perdersi ogni anno quei 365 giorni come fossero volati davvero in una notte, e lascia basiti anche noi che ad ogni salto cerchiamo di riavvolgerli ponendoci le stesse domane e le medesime sorprese.

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    1. Avrei preferito qualche attenzione in più sulla sceneggiatura e meno sull'arredamento, ma per fortuna c'è Edoardo Leo a rendere tutto più naturale e apprezzabile. Come le salva lui le commedie!

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    2. .. con I migliori giorni è sbragato pure lui però, mentre in War tiene davvero in piedi tutta la baracca.. ;)

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  2. Mi trovi d'accordo, una commedia che si guarda, arriva alla fine con una riflessione più che giusta (ma forse poco applicabile al giorno d'oggi?) e che però non ha questo grande appeal o una caratteristica forte che lo faccia spiccare

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  3. Considerando quanto il genere dei loop temporali sia abusato di recente, mi stupisco che comunque questo film sia riuscito a non annoiarmi. Certo, pochi giorni dopo averlo visto l'ho già quasi dimenticato, quindi non è che sia proprio memorabile, però Edoardo Leo ancora una volta dimostra di saper reggere tutto un film quasi unicamente sulle sue spalle.

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