13 maggio 2023

Il Regno

Andiamo al Cinema su PrimeVideo

Ricapitoliamo questa settimana in compagnia di Rodrigo Sorogoyen.
Siamo partiti da molto prima, in realtà, dalla visione quattro anni fa di Madre, mai dimenticato, che ha messo sotto una luce diversa la maternità e la sua ossessione. C'è stato As Bestas, poi, ad accendere la miccia e a volerne sapere di più su questo regista spagnolo capace di rendere appassionante la diatriba fra vicini di campagna.
E così, siamo arrivati a una serie TV che riesce a rendere umano il lavoro dei poliziotti dell'antisommossa e intriganti le indagini sulla corruzione, siamo passati per una commedia romantica capace di essere ben altro, per non parlare delle indagini vere e proprie riguardanti un assassino e stupratore seriale.
Questa premessa per arrivare all'ultimo film rimasto, dove si tratta ancora di corruzione, di indagini interne, il tutto però nel mondo della politica.
Tutta questa premessa, quindi, per scusarmi perché con questo ultimo tassello ho faticato come non mai. Ad entrare nella storia, a orientarmi nella storia, a cercare di apprezzare un politico corrotto disposto a tutto pur di salvare la sua faccia e la sua carriera.

È un manipolatore Manuel López Vidal, lui che con i suoi compagni di merende si è intascato per anni soldi pubblici, spendendoli nel modo più lussuoso possibile, ora si trova tradito e con le spalle al muro, con un nuovo capo di partito che ha dischiarato guerra ai corrotti, e quindi a quelli come lui.
Ma è solo questione di sguardi, di accordi, di parole su parole che riescono a circondare la sua preda e farle cambiare idea, sia un avversario, un vecchio amico, la figlia di un nemico o anche quel nuovo capo apparentemente inscalfibile.
Insomma, giochi di potere.
Antonio de la Torre ha la giusta faccia da sberle per interpretare un politico che potrebbe essere la versione calda, mai posata, agitata e collerica del Frank Underwoood di House of Cards.
Ma siamo in Spagna, appunto, e il sangue freddo non è di casa.


Ora, riuscire a stare dietro al ritmo serrato, ai voltafaccia, ai nomi coinvolti e ai piani e doppi giochi di Vidal, non è facile.
Si viene buttati subito nella mischia, e con molta fatica ci si districa tanto che a metà film, pensavo fossimo alla fine.
Non è facile soprattutto se i politici in questione non fanno alcuna simpatia, urlano e strepitano mettendo a dura prova la pazienza.
Ma è innegabile non solo la bravura di Sorogoyen nel seguire i suoi personaggi stando loro appresso e confezionando scene d'azione ad alto tasso di adrenalina che non ti aspetti, soprattutto si applaude una sceneggiatura scritta come sempre in coppia con Isabel Peña, densa e vorticosa, serrata e che chiede uno sforzo al pubblico, che ha molti apici fino ad un finale, magari retorico, ma di certo pungente.


Il tutto, rimanendo sopra le parti, non rivelando mai la regione spagnola in questione né l'area politica di appartenenza dei convolti.
Ci vuole coraggio e pure un pizzico di pazienza e di predisposizione.
Non il modo migliore, per me, di salutare un regista che non smetterò di tenere d'occhio, ma la conferma che la coppia sa raccontare piccoli e grandi fatti di cronaca sperimentando al meglio.

Voto: ☕☕½/5

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