20 maggio 2023

Sick

Kevin Williamson torna con un nuovo incubo.
Un nuovo assassino misterioso e temibile?
No, o meglio, non solo.
Torna prima di tutto a spaventarci con il fantasma della pandemia.
Anche se l'OMS lo scorso 5 maggio ha dichiarato finita l'emergenza globale, il cinema non ha ancora finito di farci i conti, anche se gli spettatori non sembrano così propensi a vedere ancora mascherine, disinfettanti e a tornare agli incubi della quarantena.
Ma siamo in piena pandemia, qui.
Siamo in America e se l'Università chiude, perché non passare il lockdown nel villone vista lago di famiglia?


Già, perché no?
Isolate, sole, Parker e Miri pensano di passare il tempo a bere, ridere e scherzare.
Ma c'è chi le cerca.
Un numero sconosciuto che chiama Parker, che vuole chattare con lei.
Ma mica siamo in Scream e la prima regola viene rispettata: non rispondere al telefono, bloccare quel numero.
Che però non demorde, presentandosi di persona, insinuandosi in quella villa seminando panico e sangue, con una motivazione piuttosto assurda, ma comunque godibile.


Kevin Williamson, orfano della sua creatura, ci gioca qui a costo zero.
La struttura è sempre quella: una sequenza iniziale che dà il ritmo al film, in questo caso con un giovane imberbe perseguitato da un assassino invisibile come il Covid stesso, poi si passa alle vere protagoniste, e ai soliti jumpscare fuori e dentro quella casa labirintica, con fughe impossibili e rocambolesche, con scelte ovviamente sbagliate da parte di queste protagoniste e la domanda che sorge spontanea sul chi é? E perché questo assassino le perseguita?


Sick scricchiola, ma funziona.
Diverte, ma urta ovviamente i nervi in chi cerca una logica nella fuga continua di due amiche che avrebbero la testa e la forza per distruggerlo subito questo assassino.
Williamson non si preoccupa di scopiazzarsi e infondo crea un incubo ben peggiore del Covid, ma per fortuna più facile da sconfiggere.
Probabile divertissement nato durante la quarantena forzata, esorcizza certi incubi creandone di nuovi.

Voto: ☕☕½/5

3 commenti:

  1. Curante la pandemia qualcuno impastava, altri scrivevano autobiografie, uno pensava agli Slasher. Non inventa nulla, ma esegue benissimo, per una volta il meglio non arriva da Williamson ma dalla regia, gli ultimi venti minuti, quasi muti, sono un gioiellino Slasher davvero niente male ;-) Cheers

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  2. Non ne sapevo nulla di questo film... °__°
    Rivivere il periodo della pandemia non è che mi vada un granché, però se c'è lo zampino di Kevin Williamson la visione è d'obbligo!

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  3. Molto divertente, più valido per la regia dinamica che per la trama, anche se a tratti graffia anche quella!

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