11 febbraio 2019

Il Lunedì Leggo - Smith & Wesson di Alessandro Baricco

La Domenica continuo a non scrivere, manca l'ispirazione, il tempo, la voglia.
Ma il Lunedì continuo a leggere, e finalmente qualcosa di bellissimo.
Breve, davvero troppo, ma bellissimo.
Teatrale, nella forma e nella concezione, ma bellissimo.
Così tanto da volerlo vedere in scena subito, non solo nella mia testa.
Così intenso da far piangere lacrime sincere, per una sola frase, un solo sogno.
È l'ennesimo Baricco che mi frega, dai tempi del liceo fino ad oggi.



Smith e Wesson.
Entrambi collezionisti, entrambi mappatori.
Del tempo, uno, impegnato a catalogare pioggia e sole e neve e vento di vite intere, di paesi interi, ricorrendo ai ricordi altrui.
Di correnti l'altro, che conosce quello che le cascate del Niagara diventano e conservano, vivendo così dei corpi che raccoglie che da quelle cascate cadono, o han deciso di buttarsi.
Si incontrano, loro, e si confrontano.
Folli, sognatori, con un'impresa che si fatica a portare a termine o che non dà gioie nelle sue conquiste.
Poi arriva lei: Rachel.
Giornalista entusiasta, giornalista troppo giovane per essere presa sul serio, lì per un'altra impresa: diventare la sua storia.
L'eroe di cui scrivere, quello che decide di buttarsi da quelle cascate e sopravvivere.
Come?
Sta a Smith e Wesson scoprirlo, studiarlo, inventarlo.

E li segui, i tre, tra dubbi e brindisi.
Li senti prepararsi, osare, confrontarsi fra sé, con gli altri.
Fai il tifo, hai paura, e vedi due padri pensierosi, una figlia testarda, un'impresa così assurda da valere una vita intera.
E alla fine piangi, per quello che questo breve racconto, per questo testo teatrale rappresenta.
Un sogno.
Una speranza.
Una dichiarazione d'intenti.
Una promessa.
C'è ironia, anche nelle note di messa in scena, c'è arguzia in ogni ragionamento, ci sono quelle stoccate, quelle idee, quei fattarelli, che fanno la gioia nei libri di Baricco, esploratore e mappatore lui per primo.
E c'è la bellezza, sempre, di quei racconti, di quei testi, di cui non sapevi di aver bisogno. Ora.

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