15 gennaio 2021

Il Concorso

Andiamo al Cinema a Noleggio

Ci sono le femministe battagliere, che combattano il patriarcato a suon di striscioni, atti vandalici, proteste in strada.
Ci sono le femministe che cercano di combatterlo dall'interno, accettando le regole di un gioco truccato, di sedere ad un tavolo dove starsene in un seggiolone.
Ci sono le femministe che sfilano e concorrono a un concorso di bellezza, che decidono di fare della loro bellezza la carta per andarsene dal loro Paese, per fare strada.
Ci sono le femministe che partecipano ad un concorso di bellezza e se ne fanno un vanto, perché la loro di bellezza, considerata diversa solo perché la loro pelle non è bianca, è un segnale di speranza per quelle bambine che crescono con modelli tutti uguali, che non le rappresentano.
Ci sono donne, infine, che non riescono a lasciare la loro idea che una donna che deve starsene a casa, deve badare ai figli e al marito e ci sono donne che hanno fatto fortuna mettendo le donne una contro l'altra, in un concorso di bellezza.


Tutte queste donne si scontrano ogni giorno.
Tutte queste donne potrebbero stare tranquillamente all'interno di una stessa donna.
Qui sono rappresentate tutte (una per una, compresa una moglie abituata alle corna) in un momento storico cruciale come il 1970, in una Londra altamente politicizzata, dove sta per essere sganciata la bomba chiamata Miss Mondo.
Già, mentre ci si batte per pari opportunità, per avere un posto all'università e per trovare la propria strada ora più che mai che casalinghe si può non esserlo, arriva in città Miss Mondo e la sua organizzazione. 
Le sue ragazze, soprattutto, che non sono semplici stereotipi, che rappresentano (ma va?) tutto il mondo.
Oltre le gambe c'è di più verrebbe da cantare.


E così, quel Concorso diventa il palcoscenico ideale per gridare il proprio disappunto, per far sapere le proprie rivendicazioni contro chi tratta le donne come un oggetto, come un corpo da giudicare, lato A e lato B, ed è quello che Sally e Jo così diverse nel loro essere femministe, decidono di fare.
A maggior ragione se ospite d'onore è un certo donnaiolo fedifrago come Bob Hope.
Il concorso parte come il più classico dei film british dove ad una ricostruzione storica e un tema politicamente attivo si presentano i micromondi a cui appartengono i vari personaggi.
Questa coralità si mantiene, ma viene a mancare un certo brio che ci si aspettava.
Più didascalico e meno incisivo, Misbehaviour (un titolo meraviglioso che si poteva non tradurre) punta su una Keira Knightley impegnata, su una spumeggiante Jesse Buckley, sulla bellissima (e profonda) Gugu Mbatha-Raw.
Va da sé che oltre all'apparenza per venire eletto buon film, poteva giocare in modo diverso le sue carte, ma attenendosi alla realtà e mostrandoci sul finale che ne è stato di queste battagliere e della loro battaglia tristemente ancora in corso, la promozione riesce comunque ad ottenerla.
Per te, il concorso continua.


Voto: ☕☕½/5

6 commenti:

  1. Non ha massima priorità ma, dato il cast, vedrò sicuramente!

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    1. Si lascia vedere senza troppi problemi, sotto le feste era tra i titoli a noleggio su cui -chissà perché- i cinema chiusi puntavano in streaming.
      La Buckley ormai me la trovo dappertutto!

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  2. Mi sa di diludendo e di quei film che si dimenticano subito dopo averli visti, però lo interisco comunque nel concorso delle mie potenziali prossime visioni. Strano che non lo abbia già visto. :)

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    1. Strano davvero, si lascia guardare e affronta bene le sue tematiche. Io mi aspettavo un Pride versione femminismo, commuove meno e patina di più.

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    1. Come sopra, si lascia guardare ed è un bel vedere e un bell'imparare, ma inutile dire che poteva essere più incisivo.
      Mi saprai dire, lo si trova a noleggio ;)

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