Mondo Serial
Kevin Can F**k Himself
Presente quelle sit-com vecchio stampo con le risate pre-registrate?
Quelle che si svolgono in pochi ambienti di una casa, con protagonisti una moglie e un marito e gli amici di lui?
Quelle in cui lui non fa che combinare guai, perdere la testa dietro progetti impossibili, cercare di farla franca con doppi o tripli giochi, cercare di guadagnare finendo per perdere tutto ai danni di una moglie trattata a pesci in faccia, semplice personaggio di fondo per battute trite e ritrite?
Quelle che si svolgono in pochi ambienti di una casa, con protagonisti una moglie e un marito e gli amici di lui?
Quelle in cui lui non fa che combinare guai, perdere la testa dietro progetti impossibili, cercare di farla franca con doppi o tripli giochi, cercare di guadagnare finendo per perdere tutto ai danni di una moglie trattata a pesci in faccia, semplice personaggio di fondo per battute trite e ritrite?
Su, che le abbiamo viste tutti!
Da La vita secondo Jim se non prima ancora.
Bene.
Ora prendete quell'umorismo che con i tempi che corrono non fa ridere, è piuttosto denigrante e misogino e vede protagonisti dei beoni irritanti.
Togliete i colori sgargianti della fotografia da sitcom, togliete pure le risate pre-registrate, e guardatela quella moglie: che soffre in silenzio, che incassa e sorride a denti stretti.
Guardatela, perché è pronta a cambiare.
A diventare lei la protagonista, ma non di una sit-com, di un dramma.
Quello in cui decide di pianificare l'omicidio del marito.
Del Kevin di turno.
Siamo in una cittadina qualunque, piuttosto squallida, d'America.
Siamo in una famiglia disfunzionale in cui non si hanno figli perché Kevin deve avere tutta l'attenzione, ma noi non abbiamo occhi che per Allison.
Per lei, che crolla e cerca di stare in piedi, che in quella svolta dai colori più tetri, dalle fantasie di sangue, si risveglia con un piano a base di overdose.
Nel mentre, trova un amante e trova soprattutto un'amica, in quella vicina di casa schierata con i maschi, che la vedeva come una barbie qualunque.
Kevin Can F**K Himself decide di dare un bel calcio ad anni di TV americana.
Lo fa senza premere troppo sull'acceleratore, però, sviluppando lentamente la sua trama, la realizzazione di sé di Allison, l'amicizia che cresce con la dura dal cuore tenero Patty.
Ma questo non significa che non pesi, il suo racconto.
Che la storia non graffi, soprattutto in un finale aperto che dà piena soddisfazione.
Le classiche situazioni che un tempo ci facevano ridere, oggi fanno si rivestono di nuova luce in cui Annie Murphy brilla come nuova, promettente donna da amare.
Chiamalo il potere dei tempi che corrono.
Voto: ☕☕☕/5
Physical
Presente quelle videocassette di aerobica che spopolavano negli anni '80?
Quelle con cui Jane Fonda ha finanziato le sue campagne di protesta, quelle di donne in costumini aderenti che promettevano di rimettere in forma senza troppa fatica?
Questa serie ci mostra come sono nate.
Com'è nata la star di Sheila, di cui vediamo brevi flash di un futuro roseo mentre il presente è fatto di una voce tagliente, che la odia, che odia le sue scelte, il suo fisico, che risuona nella sua testa.
Una voce che la spinge ad abbuffarsi religiosamente in camere di motel con cibo fast food, per vomitare il tutto poi, mentre il patrimonio di famiglia si assottiglia come la sua figura.
È bulimica, Sheila, ed è una moglie non rispettata, una madre che non trova la felicità se non in quei brevi momenti in cui si ingozza e che giura essere gli ultimi.
Finché un corso di aerobica le cambia la vita, finché non capisce che pure lei può insegnarla l'aerobica, con il suo passato da eroina, con quella voce tagliente che diventa spinta motivazionale per allieve. E così nascondere per un altro po' il buco creato in banca, tenere a bada i sogni politici di un marito senza spina dorsale. Che forse, dietro a queste lezioni, create da una hippie altrettanto in crisi, potrebbero diventare fonte di un guadagno più sostanzioso se le si registra con una videocamera rubata affidata a un registucolo di film porno…
Potrebbe essere questa, la sua svolta?
La sua nuova ossessione?
Immerso in quegli anni '80 di cui GLOW ci ha lasciato orfani, Rose Byrne è una perfetta Zoya the Destroya, anche lei con il cuore e la vita a pezzi, che ce la mette tutta pur di restare a galla.
Brava, bella, ipnotica e con un guardaroba da urlo.
Physical è composto da episodi brevi che sembrano solo un antipasto di quello che la serie ha davvero da offrire, ma riesce ad incollare su schermo, presentando più di un personaggio a cui affezionarsi.
Mica male per una serie che sembra arrivare tardi, quando il filone del revival sembrava già passato oltre.
Voto: ☕☕☕/5
a me La vita secondo Jim piace xD
RispondiEliminaperò sembra molto interessante la prima serie dell'articolo^^