Settimana Horror
Lo consigliavano, ne parlavano, lo salutavano come un nuovo horror interessante, finalmente italiano.
E io tentennavo.
Me l'ero pure segnato per la Settimana Horror dello scorso anno, dando poi precedenza a titoli più freschi e sì, lo ammetto, meno italiani.
Che sono stupidamente piena di pregiudizi.
Poi, su Netflix, arriva dirompente A Classic Horror Story, il nuovo film di Roberto De Feo in collaborazione con Paolo Strippoli, e di scuse non ne ho più.
Faccio partire The Nest, e subito mi intriga l'ambiente curato, la regia sofisticata, il senso sinistro che una casa degna di una serie TV di Mike Flanagan riesce a dare, il tutto con un'atmosfera internazionale che non ti aspetti.
Qual è il segreto di questa magione/nido?
Di questa famiglia disfunzionale che si stringe tutta attorno a Samuel, il più piccolo di casa, in sedia a rotelle a causa di un incidente passato altrettanto misterioso?
Che cos'ha quella madre despota, che tutto controlla, che tutto vigila e che vede con sospetto l'arrivo della giovane Denise e l'amicizia che ne nasce con Samuel?
Purtroppo, per scoprirlo, si deve davvero arrivare alla fine.
Un finale che è un colpo di scena, che ribalta la visione come già era successo in The Others, film a cui continuamente si pensa, anche se la tematica horror qui è diversa.
Ma un finale soddisfacente, un finale che lascia a bocca aperta, non giustifica tutto il tempo che ci si prende per arrivarci, sommando scene e situazioni, punizioni e concessioni.
Tra primi piani intensi, ambienti affascinanti e prime cotte adolescenziali.
La noia, pure qui, fa più volte capolino con i brividi che si hanno una singola volta per un incubo ad occhi aperti che sembra uscito dal The Visit di Shyamalan.
A conti fatti non troppo originale e non troppo equilibrato, The Nest lo ricorderò solo per quel finale che omaggia il classico horror della Notte Horror dello scorso anno e per la splendida prova di Francesca Cavallin.
Saprà riscattarsi ai miei occhi, De Feo?
A domani per scoprirlo.
Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone: 1 Leone su 5 |
Paradossalmente, invece, a me il finale è l'unica cosa che non mi ha convinto. Il resto mi ha incantato, lentezza e tutto. Francesca Cavallin villain strepitosa.
RispondiEliminaÈ tutto così ben fatto che ci perde volentieri nella bellezza della villa e della Cavallin. Ma ho aspettato tutto il tempo che la trama sterzasse o accelerasse, farlo proprio sul finale ha funzionato fin là. Un recupero, comunque, che sono felice di aver fatto.
EliminaLa paura no non c'è, per fortuna o per sfortuna, ma questa volta mi ha affascinato come poche altre volte l'atmosfera e il resto, e per essere italiano è lodevole.
RispondiEliminaLo è, ma continuando a pensare a Hill House o The Others e sapendo che un colpo di scena era dietro l'angolo, non ne potevo più di aspettare.
EliminaNon l'avevo calcolato più di tanto ai tempi dell'uscita, ma magari adesso un recupero ci può stare. Non ispira troppa originalità, però d'altra parte nemmeno A Classic Horror Story...
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