6 agosto 2021

Raya e l'Ultimo Drago

Andiamo al Cinema su Disney+

È l'ennesimo film che per cause di forze maggiori ho dovuto vedere su Disney+.
E me ne pento.
Certe scene, certe immagini, certe lotte, meritavano il grande schermo a cui alla fine Raya è riuscita ad approdare.
È un altro film originale, e viene da pensare che dopo Soul e Luca della Pixar, quasi ci vizia la Disney e si fa perdonare l'ondata di remake e sequel con cui ci ha sommerso e continuerà nonostante tutto a sommergerci.
È un film fatto di tappe, quelli che meno funzionano con me, che preferisco una sceneggiatura non lineare, capace di stupire.
Invece, qui, Raya come un'antica (o moderna?) Goku deve ritrovare le parti di una gemma sparse per quei regni che si sono formati a causa dei Drunn e la scomparsa dei draghi.


Siamo nella regione che un tempo si chiamava Kumandra, ora diviso in cinque regni dalle diverse compente e ricchezze: Coda, Artiglio, Dorso, Zanna e Cuore.
E nel tentativo di stringere un'alleanza, di tornare ad essere un Drago unico, la gemma custodita da Raya e dal padre a Cuore, viene rubata, e poi distrutta, causando il ritorno dei Drunn e la minaccia per l'intera umanità che si trasforma in pietra al loro passaggio.
In questo mondo apocalittico, Raya cresce orfana e decide di credere alle leggende che il padre le raccontava: cercare, quindi, di ritrovare Sisu, l'unico drago superstite che era riuscito a sconfiggere i Drunn.
Un'avventura che la porterà ad un'altra avventura, a cercare anche quei 4 pezzi mancanti della gemma infranta affrontando ladruncoli, guerrieri, fughe rocambolesche e soprattutto la cupidigia di Artiglio e di quella che credeva essere un'amica, Namaari.


Insomma, anche raccontato malamente e velocemente, Raya e l'ultimo drago è un classico film Disney.
Dove le scene d'azione non mancano, gli aiutanti buffi nemmeno, anzi si moltiplicano, il lieto fine è già annunciato.
Ma non per questo non è un passo avanti.
Sia per rappresentare in modo splendido -dopo Mulan- l'estetica orientale così cinematografica (inseguimenti e lotte non hanno stancato nemmeno me), sia per avere una principessa guerriera che alle prodezze alla Xena unisce l'ironia alla Buffy e infine, anche per mostrare un'amicizia femminile in cui forse c'è qualcosa di più.
Pure il cast di voci originali si fa notare, con la folle Awkwafina a fare del suo Sisu un moderno e femminile Genio. E non esagero.


Ma, come detto, la trama a tappe prevedibile nel suo sviluppo, difficilmente incontra il mio gusto.
Quei nerd dei fratelli Lightfoot c'erano riusciti con Onward, dove il cuore della loro missione e un incastro degno di un gioco da tavola, faceva la differenza.
Qui, con la parola e il concetto di fiducia ripetuto fino allo stremo, la stessa magia mi è mancata.
Ribadisco, però: continuate a darci principesse simili, storie originali simili, anche se classiche.
Quel che c'è di buono avrà sempre la meglio rispetto a certi remake di puro marketing.

Voto: ☕☕½/5

6 commenti:

  1. Al cinema sarebbe stato molto bello, perché l'animazione è perfetta, la cura con cui hanno rappresentato i vari popoli (basta dire che combattono con stili marziali differenti, non una banalità) fa rimpiangere una storiella così canonica, continuo a pensare che "Onward" sia tra i Pixar più sottovalutati tra quelli recenti. Cheers!

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    1. Lo avevo aspettato al cinema all'aperto fino ad adesso senza prevedere la febbre post vaccino. Risultato: ho dovuto ripiegare su Disney+.
      Peccato perché mi sarei emozionata di più, soprattutto per la cura estetica.
      Onward rimarrà nel mio cuore, anche se per rivederlo dovrò fare scorta di fazzoletti, con Raya, a sorpresa, si è commosso solo il giovine.

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  2. Mi sono addormentata verso la metà: per me troppo didascalico, troppo orientato a comunicare il suo messaggio importante, con personaggi secondari che dovevano forse essere divertenti e leggeri ma erano solo fastidiosi. Non mi è rimasta la voglia di finirlo. Invece Onward lo avevo visto molto volentieri.

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    1. I tanti aiutanti sono effettivamente... tanti. E non tutti centrali, come invece è Sisu, irresistibile.
      Un po' come Luca, si lascia guardare e apprezzare senza pretendere di diventare un nuovo grande classico, ma visivamente si difende bene.

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  3. Concordo decisamente con te: un film da vedere al cinema o su uno schermo moooolto grande per goderne dei particolari, storia non proprio brillante, e personaggi secondari incastrati un po' a forza, giusto per riempire ogni buco. Però meglio di tanti altri film!

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    1. Se già l'animaletto da trasporto incideva poco, la bimbetta irritante e le tre scimmie senza spessore risultano di troppo. Funzionano solo il guerriero dal cuore d'oro e il giovanissimo cuoco come spalle, ma alla fine vengono messi in ombra da Sisu.
      In ogni caso, si lascia guardare senza appesantire, quindi va bene così.

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