Gennaio, tempo di tornare ai fumetti.
Tempo di espandere le mie conoscenze sui fumetti.
E quindi, di conoscere meglio Daniel Cuello, che compare sporadicamente nelle mie timeline.
Le vignette che proprio sui social hanno avuto successo, le ho ritrovate raccolte in bell'ordine in Guardati dal Beluga Magico.
Brevi e senza bisogno di tante parole, raccontano la vita di tutti davanti ad uno schermo, le irritazioni quotidiane e le quotidiane incazzature, in coda al supermercato, a tavola con i parenti, con i leoni da tastiera.
Il confronto con Zerocalcare viene quindi spontaneo, anche se sono la prima che vorrebbe evitare di farlo, visto un certo grado di profondità e originalità che qui ho sentito mancare.
Colpa della notorietà?
Dell'arrivare dopo, almeno a me?
Dalla sua, comunque, Daniel ha una tecnica di disegno più artistica, con colori, personaggi, dettagli che sarebbero da strappare e incorniciare. Che alle mie pareti vedrei un gran bene.
Poi c'è una storia più lunga, divisa in capitoli a inframmezzarsi all'interno della raccolta.
Una storia che si rifà -ancora una volta- al Canto di Natale di Dickens ma che ammetto a malincuore di non aver capito.
Sarà che mi mancava la base dietro quello che il Beluga Magico rappresenta, sarà che il finale mi è parso frettoloso, con il solito paragone di cui sopra a non aiutare.
Fortuna, allora, che ci ha pensato Residenza Arcadia a mettere le cose apposto.
Una residenza tutt'altro che idilliaca, abitata da vecchie coppie, da vecchie vedove, da vecchi solitari, in cui più che gli anni sono le cicatrici che hanno dentro a renderle vecchie.
Siamo in un passato o in un futuro, o forse pure in un presente in cui un governo chiede ordine e chiede giustizia, in cui quell'ordine e quella giustizia sono richiesti anche in una residenza in cui non si accettano nuovi, diversi, inquilini. Denunciare il prossimo, anche con false prove, è tristemente all'ordine del giorno.
Ma quello che questo microcosmo rappresenta, è un'umanità rinsecchita, impaurita, ferita a sua volta e che punta il dito invece di guardare il suo pugno.
Ci si spia, ci si controlla, come in tutti i condomini e vicinati del caso, ma lo si fa tremando dietro la propria porta.
La caratterizzazione di questi anziani inaciditi è perfetta, così che quando il loro passato viene allo scoperto, non si sa più da che parte mettere il cuore.
I disegni, poi, fanno il resto.
Rendendo drammatica e poetica questa Arcadia in rovina, con i suoi colori pastello, i suoi animali, i suoi segreti, ancora più intensi.
Sì, più che il beluga, è un cane che è un groviglio e tenta la fuga, è un pappagallo che non canta, sono inquilini che collezionano chicchi di riso e culle vuote, ed è una storia dal respiro più ampio a farmi apprezzare davvero la voce di Daniel Cuello.
Il Beluga non l'ho ancora letto ma Residenza Arcadia l'avevo trovato un gioiellino, esilarante, triste e anche un po' inquietante.
RispondiEliminaIl Beluga pecca solo di essere una raccolta, e se le vignette singole sono esilaranti, il racconto lungo un po' meno.
EliminaMa con gli inquilini di Arcadia Cuello ha saputo conquistarmi.
Residenza Arcadia letto, e amato, qualche quarantena fa!
RispondiEliminaCon i fumetti arrivo tardi, li accumulo lentamente per poi divorarli nei giorni di festa :)
EliminaDando un'occhiata veloce alle copertine, pensavo in effetti che si trattasse di Zerocalcare... :)
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