Andiamo al Cinema a Noleggio
Un buon film può cambiare il mondo.
Lo dico spesso, la uso spesso come frase di apertura, perché ci credo.
Un film può cambiare il mondo di qualcuno, la serata di qualcun altro, il punto di vista su cose o persone.
Il film deve però essere buono, buono davvero, di quelli nati sotto una buona stella e con le migliori intenzioni.
The Specials è fra questi, e si fa politico fin dal titolo.
Chi sono, questi speciali?
Sono Malik e Bruno che corrono come dei pazzi, che non staccano mai il telefono, che non hanno tempo nemmeno per l'amore, impegnati come sono a gestire, accudire ed educare persone nello spettro dell'autismo?
O sono proprio queste persone, che sono figli e che sono fratelli, che sono rimbalzati dagli aiuti statali, che vengono rinchiusi in ospedali o centri che non hanno i mezzi, non hanno il tempo, per assisterli a dovere?
O, infine, sono quei ragazzi restii, chiamati pure loro ad essere rieducati dopo un'esperienza di carcere, o al posto del carcere, che chiudono il cerchio lavorando per Malik e Bruno, gestendo la difficile situazione delle loro associazioni?
Più che speciali, sono diversi Malik e Bruno: tanto l'uno è calmo e pragmatico, tanto l'altro è sempre in movimento e pensa con la pancia. Non riesce a dire di no, non riesce a rinunciare a dare una mano, facendo di questo la sua missione di vita, rinunciando a tutto il resto.
Nel mezzo, un giovane che deve essere educato a fare l'educatore, nostro sguardo vergine su questo mondo caotico di regole non scritte.
Olivier Nakache e Éric Toledano dopo il successo di Quasi Amici si sono spinti ora più in là.
Immergendo nelle giornate di Malik e Bruno, interpretati da due mostri della scena che la scena la dominano come Vincent Cassel e Reda Kateb.
Impensabile fare diversamente, il resto del cast è composto da giovani nello spettro dell'autismo, ascoltando i loro tempi, ricreando scene che i registi hanno vissuto nei due anni di preparazione del progetto lavorando a stretto contatto con le due associazioni esistenti di cui qui si parla.
Associazioni che da un punto di vista giuridico agiscono nella zona grigia dell'illegalità, ma cui lo stesso Stato non può fare a meno.
Un paradosso che meritava di essere raccontato, come lo sono le situazioni, le vite e le missioni ricreate qui con un filo di inevitabile retorica spezzato però da un umorismo sottile e soprattutto dal tanto buon cuore e dalla tanta vita che escono dagli occhi di Cassel e dal sorriso di Kateb.
Che cambiano almeno un po', il nostro mondo.
Perché quello che fanno i buoni film.
Voto: ☕☕☕½/5
Meritava di essere raccontato e merita di essere visto, piaciuto anche a me nonostante qualche intermezzo inutile ;)
RispondiEliminaAltro neo a sfavore il doppiaggio, che con i film francesi è sempre sopra le righe e tratta i personaggi quasi da stupidi. Ma per fortuna la storia raccontata è più forte.
EliminaContenta ti sia piaciuto, è nel programma del cineforum e mi sembrava caruccio. Ho letto con un occhio, ci ritornerò 😉
RispondiEliminaMa dai, era nel programma anche del mio cineforum! Spero ti possa piacere quanto è piaciuto a me 😉
EliminaPerso al cineforum ma passato qualche sera fa in TV, mi è piaciuto molto davvero. Nonostante per il mio lavoro conosco questa realtà, devo dire che ho imparato molto di più. Mi hanno colpito parecchie cose in particolare l'accoglienza e il cuore, ma anche i metodi usati e le diverse spiegazioni. Forse un po' di retorica come dici, ma non l'ho avvertita tantissimo, devo dire un film sorprendente per me. Gli speciali? Senz'altro questi due protagonisti. L'unica cosa che mi è sfuggita è il loro introito, come fanno a tenere in piedi questa realtà, forse tramite le famiglie?
EliminaUn film speciale, quasi quanto Quasi amici.
RispondiEliminaNon so se può cambiare il mondo, ma a me aveva svoltato la serata. Comunque una cosa importante. :D
Anche più di Quasi Amici per me, Cassel irresistibile!
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