Con Don DeLillo avevo faticato.
Diciamo che con DeLillo ho sempre faticato, e per quanto capisca il suo peso, la sua intelligenza, la sua scrittura è troppo... faticosa per me.
Riuscire ad adattare Rumore Bianco sembrava un'impresa impossibile: riflessioni e sproloqui, caos e paure, vita domestica e incidenti catastrofici.
A provarci è Noah Baumbach che si allontana -ma neanche troppo- dai drammi famigliari, dalle crisi di coppia, dai cenni autobiografici, a cui ci ha abituato.
Non troppo, perché anche qui la protagonista è una coppia, o meglio le sue paure.
Una coppia borghese, lui eminente insegnante di studi hitleriani, lei istruttrice di ginnastica, entrambi al quarto matrimonio e con quattro figli che compongono una caotica famiglia che si interroga su zoologia, futuro, meteo, parlandosi addosso in un ritmo costante.
Tutto viene a galla quando una nuvola di gas tossici minaccia la loro realtà.
Scappare, rifugiarsi, esporsi e imporsi.
Le loro personalità ma soprattutto quella paura della morte che già li attanagliava, esce allo scoperto. E poco importa se quell'evento si risolve in un nonnulla.
L'evoluzione, comporta prese di coscienza, confronti e pure del sangue, in un caos organizzato di cui poco ricordavo.
La sceneggiatura quanto mai densa prende ritmo, prende personalità, grazie ad Adam Driver. Appesantito e intedeschito, funziona più di una Greta Gerwig non così a suo agio in un ruolo drammatico, pur venato di ironia. La supera perfino un Don Cheadle ossessionato da Elvis, che dà vita a uno scontro-spettacolo che è una lezione nella lezione.
Ma il problema, proprio come con DeLillo, è che tutto questo rumore, queste parole, queste stoccate che fanno sorridere e pure applaudire, hanno poca sostanza.
Poco rimane, molto si confonde, mentre ci si perde in titoli di coda perfettamente coreografati sulla musica degli LCD Soundsystem per evitare che Netflix li oscuri.
Pure io con Don DeLillo ho qualche problema...
RispondiEliminaPerò in Baumbach + Gerwig + Driver confido. O almeno spero. :)