19 agosto 2022

Censor

Settimana Horror

Del periodo dei Video Nasty, del British Board of Film Classification e delle accuse della politica inglese a certi horror slasher nel causare violenza e criminalità che in realtà le loro stesse decisioni provocavano, non sapevo niente.
Dell'opinione pubblica pronta a puntare il dito dove fa più comodo (gli horror, la musica metal, basta che non si metta in discussione l'educazione in casa e a scuola, la società con regole sbagliate) e che aizza questi politici aiutati dai giornalisti pronti a trovare le ragioni di un colpevole nel VHS noleggiato, invece gli esempi ancora oggi non mancano.
Del cinema horror inglese so poco, come del genere horror di per sé visto che solo da poco mi sono fatta coraggio nell'affrontarlo più spesso.
Censor arriva così (su PrimeVideo) a darmi una lezione.


Di storia, sì, ma anche di genere.
Nel mostrare la discesa nella follia di un'addetta alla censura del famigerato BBFC.
Lei, Enid, che con i colleghi passa le giornate a vedere mutilazioni, stupri, uccisioni e litri e litri di sangue per evitare che le vedano le persone più suscettibili.
Ma come se ne esce, sani?
Come, se soprattutto si ha un passato difficile, una sorella scomparsa nel nulla mentre era sotto la sua responsabilità e che i genitori hanno finalmente deciso di dichiarare morta?
Semplice: non se ne esce, e Enid che ancora la cerca, che ancora la crede viva, la vede in uno di quegli horror che passano sotto le sue maglie, dando vita a un'indagine personale in cui la sua freddezza perde il controllo.


Censor si fa interessante non solo per la storia che racconta (ispirata alla regista Prano Bailey-Bond da un'ipocrisia degna dei Watchmen: se censuri per proteggermi, chi protegge te, censore?), ma soprattutto per come la racconta.
Mostrando anche attraverso il formato video, le luci e il montaggio -soprattutto il montaggio- la spirale in cui cade Enid, in una sorta di film dentro il film, di una realtà che si confonde con il dietro le quinte e le allucinazioni provocate dalla malattia mentale.
Anche il sangue che sgorga, nei film da giudicare come poi nella vita vera, si accavallano dando un significato diverso allo slasher.
Che qui si fa Nasty, sì, ma politico. Provocatore. Femminista, pure.


Nella sua brevità (appena 84 minuti, manna dal cielo!), Censor mette brividi di piacere più che di paura, grazie a una protagonista come Niamh Algar che inquadra bene il suo personaggio tra tic e movenze, in una bellezza riservata e pudica.
Grazie a scelte di regia che non si possono etichettare come artistoidi quando sono così metaforiche.
Censor è così un film solido, che come tutti i buoni film, spinge alla ricerca, al volerne sapere di più, ad aprire parentesi e pagine nell'internet dove ora si stagliano i nuovi censori alle prese con contenuti forse ancora più nasty.

Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
2 Leoni su 5



3 commenti:

  1. Per me resta una bella ricostruzione del periodo, quindi un film di genere, sul genere, il finale risulta più "arty" che "nasty" però come chiusura dell'arco narrativo della protagonista fa il suo dovere ;-) Cheers

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  2. Per me fatto bene, ma confuso e inconcludente...

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  3. Sembra interessante, e (soprattutto) pure breve.
    Quindi quasi quasi me lo cerco. ;)

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