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Danni non sta bene.
Alla costante ricerca di approvazione e fama, non si rende conto di quanto sa essere ignorante, fuori luogo, egocentrica.
Non sta bene nemmeno a Parigi.
O meglio, nella Parigi della sua stanza, dove grazie a photoshop e per far colpo sull'influencer che lavora nella sua stessa redazione online, finge di essere.
Danni non sta bene.
Non sta bene perché quando una serie di attentati colpisce la capitale francese, continua la sua bugia, sfruttandola. Calandosi nei panni della vittima, scrivendo a proposito, cercando fonti per rendere reale il suo trauma e guadagnarne in riflettori e fama.
Ma quanto si può spingere in là una bugia?
Quanto bisogno ha Danni dell'affermazione altrui, dei like, delle ricondivisioni, di sfruttare gli altri e il momento a suo favore senza rendersi conto di quanto tutto questo è sbagliato?
L'ascesa e la caduta di una star, sono fra i momenti che più intrigano pubblico e follower.
Danni, così difficile da sopportare, così difficile da supportare nel momento in cui la verità viene a galla e il mondo tutto le gira le spalle, fornisce il materiale perfetto per una visione leggera, ma non troppo.
Che ironizza e che mostra le insane abitudini delle starlette della rete e della fama provvisoria che acquistano e perdono.
Girato in quel modo pop e colorato che tanto deve al mondo indie del Sundance, con i riferimenti giusti a partire da Avril Lavigne nella colonna sonora, Not Okay è fortunatamente meno stupido di quel che si poteva pensare.
Il cast di giovanissimi e di stereotipatissimi capitanati da Zoey Deutch e Dylan O'Brien (impegnati anche in un'inutile scena di sesso) aiuta poco nel conteggio finale.
Ma scegliendo per Danni l'assenza di un arco di redenzione -incapace come sarebbe di capire quanto e come ha sbagliato- e dando effettivamente voce a chi se la merita, con un monologo incisivo e l'interpretazione di Mia Isaac che supera di gran lunga il resto del cast, Quinn Shephard gestisce bene quel misto di guilty pleasure e filmetto pop che Not Okay sembrava rappresentare.
Ma, ammettiamolo, Gia Coppola lo aveva già fatto.
E meglio.
Voto: ☕☕½/5
Mainstream aveva qualcosa in più, tipo Maya Hawke, e nella parte finale forse si poteva osare qualcosa di più estremo, però tutto sommato per me questo Not Okay è decisamente okay!
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