27 giugno 2023

Black Mirror - Stagione 6

Mondo Serial

Atteso al varco, con le parole già pronte da battere sulla tastiera come per le scorse stagioni: Black Mirror non è più lo stesso.
E infatti, ormai  lo si sa, da quando è passato su Netflix il nero si è sbiadito, il taglio si è fatto meno affilato e Charlie Brooker da re Mida si è trovato più criticato che mai.
Torna ora, con 5 nuovi episodi, prendendo di mira proprio la piattaforma che lo ospita ma cambiando molte cose.
Passando a racconti che solo lateralmente criticano la società di oggi e l'invadenza delle tecnologie, non immaginando futuri distopici quanto più passati in cui l'orrore avanza.
Non a caso, proprio l'ultimo episodio viene presentato come un Red Mirror.

Viene da chiedersi perché, allora, continuare a stare incasellati dentro un titolo che un tempo significava altro, perché non osare con un altro, anche se vorrebbe dire -soprattutto per Netflix e probabilmente per il contratto firmato- perdere pubblico e dover cercare altre storie.

Ma ci troviamo di fronte a un paio di episodi appena da salvare, tra molti sbadigli e un senso di già visto che non era certo quello degli albori.
Netflix scivola ancora, Brooker funziona più nelle sue trovate comiche (vedi gli speciali annuali o il folgorante Cunk on Earth) facendo pensare che ormai questo specchio si è rotto davvero.

Va da sé che mi sono lasciata andare a una classifica, non proprio entusiasta:


5. Beyond the Sea
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Hai attori del calibro di Aaron Paul, Josh Hartnett e Kate Mara e te ne esci con una brutta copia di un racconto di serie B della fantascienza.
Non ci sono mariti che tornano dallo spazio diversi, ma ci sono mariti capaci di stare nello spazio e a casa grazie a robot/conchiglia che accolgono la loro coscienza.
Ma se una parte della società è contraria e trova abominevole l'idea distruggendone uno e la sua intera famiglia, cosa potrà uscirne se ci si presta lo stesso corpo, per superare il lutto?
La prevedibilità è di casa, la critica sprezzante non sussiste, il ritmo è al limite del soporifero e anche se il buon Aaron Paul ce la mette tutta, la promozione non arriva.


4. Mazey Day
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Dal racconto di fantascienza al racconto con svolta horror.
E con una certa critica un pelo in ritardo verso il mondo dei paparazzi, ma non a caso si è all'inizio degli anni 2000.
In cui una star fa perdere le sue tracce dopo un incidente dal quale è scappata, diventando un premio ambito anche per chi aveva promesso di uscire dal giro delle foto scandalistiche e che ha il volto impegnato di Zazie Beetz.
La verità sarà delle più assurde, gli effetti speciali tra i peggiori.


3. Loch Henry
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Eccomi qui, la spettatrice tipica dei true crime che tanto Netlix produce e che Brooker si diverte a prendere in giro.
Ma finisce per prendersi anche troppo sul serio, immaginando crimini crudeli e colpi di scena inquietanti in un piccolo paesino scozzese in cui due giovani documentaristi tornano decidendo di farne il soggetto del loro prossimo lavoro.
Tutto ben costruito, ma la stoccata si perde nel racconto compiaciuto di un thriller, e non va a segno.


2. Demon 79
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Uccidere per evitare la fine del mondo.
Tre sacrifici, che una giovane commessa di origini indiane deve compiere per volere di un demone in prova.
Potrebbe sembrare facile visto che si è negli anni '80 in cui un'altra ondata di razzismo e nazionalismo si stava sollevando nel Regno Unito, ma Anjana Vasan è brava nel mostrare la fatica, la paura, i tentennamenti prima di prendere coscienza del proprio potere e del proprio odio.
Aiutano un demone che è un simpaticone senza troppi peli sulla lingua e un finale particolarmente sorprendente.
Lo specchio nero è ufficialmente rosso.


1. Joan is Awful
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Si inizia alla grande, e le speranze ci vanno dietro, purtroppo.
Un Charlie Brooker che non ha paura di parlar male di Netflix, inventando la sua Streamberry in cui le serie TV vengono scritte non tanto con l'algoritmo, ma copiando pari pari la vita di una persona comune.
Rovinandogliela.
Mostrando il mostro insensibile che sa essere, ricamando su tradimenti e atteggiamenti, riuscendo in tempo reale a creare una sceneggiatura e farla interpretare da immagini ricostruite di attori che hanno deciso di prestare il loro volto.


Una buona dose di follia e assurdità, con attrici come Annie Murphy e Salma Hayek che stanno al gioco e una critica neanche troppo velata che va dalle spie tecnologiche ai contratti truffaldini, fino ad arrivare alla cancel culture e ChatGPT.
Unico salvabile, unico che ricorda i bei vecchi tempi.

Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. A questo punto sarebbe stato meglio per Brooker convincere Netflix a lanciare "Red Mirror" serie antologica che abbraccia l'horror, invece di accanirsi a chiamarla ancora con il vecchio titolo. Per il resto, Salma resta la migliore ;-) Cheers

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    1. Il mio debole è anche per Annie, adorata in Schitt's Creek.
      Quanto a Red Mirror, sottoscrivo, va bene anche verde o giallo, ma non chiamatelo più Nero se tutto cambia.

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  2. Charlie Brooker ormai dovrebbe fare solo dei film standalone. Peccato non si sia fermato alla geniale Joan Is Awful. Il resto degli episodi mi sa che li ha scritti svogliato soltanto per consegnare a Netflix una stagione intera :)

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    1. Ho avuto la stessa sensazione. Che butti fuori qualche episodio ben pensato ogni tanto, senza doverli scrivere per forza.

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