Andiamo al Cinema a Noleggio
PROBLEMA
Il film che sognavi da sempre, quello che per molti era impossibile fare, si rivela effettivamente impossibile. Ne seguono crisi creative, rapporti compromessi, un crollo nervoso e pure una certa diffidenza da parte dell'industria cinematografica.
SOLUZIONE
Ne fai un film.
PROBLEMA
Sei un regista strano e difficile per questo, con una visione artistica ben precisa, con la voglia di farcela da solo, sempre, anche se poi dei compromessi sono necessari.
SOLUZIONE
Ne fai un film.
Con protagonista un regista regista strano e difficile per questo, con una visione artistica ben precisa, con la voglia di farcela da solo, sempre, anche se poi dei compromessi sono necessari.
PROBLEMA
Il film che questo regista di finzione sta cercando di finire, non riesce a finirlo.
SOLUZIONE
Prendi in ostaggio il film stesso, la montatrice stessa e parte della troupe e li porti a casa della zia che vive in montagna, occupando la sua casa e cercando soluzioni alternative per un montaggio creativo.
PROBLEMA
Manca la colonna sonora.
SOLUZIONE
Ti fai musica, dirigendo con il corpo un'orchestra e, perché no, cercando di ingaggiare Sting per le parti di basso.
PROBLEMA
Sei Michel Gondry e la gente si aspetta da te soluzioni creative, sempre.
SOLUZIONI
Regali a queste persone in attesa un intero libro di soluzioni con un film che le enuncia e mostra come ci si è arrivati, in un modo tutto personale di fare pace con il passato, con quella catastrofe che è stato Mood Indigo.
Ti prendi gioco di te, facendoti interpretare da Pierre Niney, delle tue ossessioni e delle tue follie.
Mostrando com'è difficile finirlo un film che non si vuole finire, com'è difficile venire a patti con scelte artistiche.
E infine, com'è facile anche lasciare andare quando si trova la persona giusta.
Michel Gondry non smette di essere se stesso, e anche se romanza quanto successo sul set e nel post-produzione nel 2013, mette almeno il 70% di sé in Marc, compresa quella zia e la sua casa già protagoniste del documentario La spina nel cuore, scambiando giusto Paul McCartney con Sting.
Visto dopo il bellissimo Do it yourself, il documentario presentato a Venezia dell'amico e assistente François Nemeta che mostra molti dietro le quinte, il film appare ancora più speciale anche perché ci regala uno di quei corti di animazione che Gondry realizza in casa e la cui unica spettatrice è la figlia.
I livelli, tra finzione, realtà e metacinematografia si sommano, creando un film nel film che parla di un film e della realizzazione di un film, in puro stile Gondry.
C'è l'animazione a passo uno, ci sono invenzioni creative come il camion di montaggio, ci sono i piccoli cinema, i piccoli paesi, la grande musica e un montaggio che parte dalla fine, torna all'inizio, si incontra nel mezzo.
Ci si perde, ci si irrita come i suoi collaboratori, ci si diverte e si pensa a quanto folle è la sua mente piena di queste soluzioni.
Che come un manuale regala a noi.
E alla fine, con una svolta romantica che non ci si aspettava, ci si commuove pure.
PROBLEMA
I film ormai sembrano tutti uguali.
SOLUZIONE
Cerca un film di Michel Gondry, magari proprio questo.
Voto: ☕☕☕☕/5
Me lo sono goduto abbastanza e dentro ci sono alcune ottime idee, però da Michel Gondry mi aspettavo qualche genialata in più...
RispondiEliminaGondry regista batte Gondry sceneggiatore, l'ho sempre pensato e infatti qui che va sul personale, sbrodola un po', allunga un po', si perde per poi ritrovarsi in un finale bellissimo. Per fortuna, però, sembra essersi ritrovato anche lui.
Elimina