5 aprile 2024

Il Mio Amico Robot

Andiamo al Cinema

Un film di animazione spagnolo senza dialoghi.
Ambientato però a New York e tratto da un fumetto di Sara Varon, autrice americana.
Un film piccolo, ma ricco.
Ricco di particolari da scovare, di emozioni da provare, di sogni e di crescita.
Per cui cerco di limitarmi nel descriverlo, per non rovinare niente, per fare della visione silenziosa e piena di rumori e musica e versi, un percorso da scoprire a scatola chiusa.


Un cane e un robot.
Un cane che si chiama Cane e che si sente solo, in una New York popolata da animali antropomorfi, buffi, speciali, che portano le loro caratteristiche in un mondo a due zampe dove vivere in appartamenti da arredare e dove instaurare relazioni.
Se ci si riesce.
Altrimenti, una soluzione arriva su ordinazione.
Un robot, appunto, che si chiama Robot.
Progettato per diventare un amico.
Lo deve prima assemblare, Cane, poi istruire.
Facendogli scoprire la città, i suoi interessi, i modi di divertirsi, aprendosi così lui per primo a quel mondo.
Ma se quell'amicizia finisce, o meglio, viene interrotta per cause di forza maggiore?
Se Cane e Robot sono costretti a stare separati perché ogni soluzione per tornare assieme fallisce?
Se la distanza divide, e cambia?
Succede che inizia a sognare, Robot, sogna di essere salvato, di essere usato, di volare dal suo migliore amico.
E aspetta.
E spera di non essere sostituito.
Mentre Cane aspetta anche lui, e si dispera.
E poi il tempo fa il suo corso.
Il cinema che rende grandi anche le storie piccole, pure.


Mentre nel mondo dell'animazione si sperimenta (da Spiderman a Nimona e pure Wish) usando tecniche di animazione diversa, attraendo in mix vorticosi che esaltano e fanno perdere la testa, Berger sembra fare un passo indietro.
Sembra ritrovare quella magia semplice del passato dove i tratti erano puliti, i contorni netti.
Dove bastava la storia e lo sguardo dei protagonisti e la musica, per capire.
Anche la scelta di non avere doppiatori, solo rumoristi, sembra seguire questa linea.
La colonna sonora è quindi un tappeto di emozioni, con motivi che tornano, refrain sentimentali, e una canzone come September, leitmotiv di un'amicizia, che d'ora in poi mi farà commuovere ad ogni ascolto.
Non sono un caso tutte queste scelte, Pablo Berger è il regista anche di Blancanieves che già nel 2012 faceva un ottimo uso del ritorno al muto con una storia molto più cupa.
Qui, invece, c'è tutto il sole e tutta la limpidezza dei buoni sentimenti, che non per questo sono poco complicati.


È una storia piccola quella che Berger ha deciso di portare al cinema.
Una storia di un'amicizia che è anche un amore, con un lieto fine dolceamaro impossibile da dimenticare, da non amare.
Come le più grandi storie d'amore, si cresce anche distanti, e distanti si cambia.
In un crescendo che è un po' sogno, un po' una fantasia, la ciliegina sulla torta di un film d'altri tempi.

Voto: ☕☕☕☕/5

2 commenti:

  1. Sembra uno di quei film d'animazione particolari che potrebbero piacermi parecchio...
    Dita incrociate :)

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    Risposte
    1. Nella sua semplicità, sì, e anche nella sua inventiva.
      Dai che dopo Orion fai doppietta di bei film d'animazione :)

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