Do it yourself
Che Michel Gondry fosse un genio, non c'erano grossi dubbi.
Ripercorrere però la sua carriera affidando il racconto a un amico e assistente, mette in luce i lati più geniali e eccentrici di una mente sempre all'opera. Dagli inizi come batterista a quelli di videomaker nell'epoca d'oro dei videoclip fino al passaggio al cinema tra alti e bassi budget a disposizione, il viaggio è così ricco che non si vorrebbe finirlo mai.
Impreziosito da interviste ad amici e collaboratori (da Kylie Minogue a Beck, passando per i Chemical Brothers), ne esce anche un bel quadro della rivalità/amicizia tra Gondry e Spike Jones uniti sotto il segno di Charlie Kaufman.
E poi, ci sono i dietro le quinte, la spiegazione dietro video, effetti speciali, che hanno fatto la storia.
Le buone notizie ci sono, e stanno in un film di prossima uscita con cui continuare a stupirsi di fronte a una mente che non sa stare ferma e che crea nel tempo libero piccoli cortometraggi che richiedono settimane di lavoro per una sola spettatrice: la figlia.
THANK YOU VERY MUCH
Che Andy Kaufman fosse un genio, non c'erano grossi dubbi.
Un comico che ha rivoluzionato un genere, che ha reso la sua vita una vera e propria opera d'arte di finzione, e che andava raccontato ancora.
Dopo Man on the Moon e il relativo documentario dietro le quinte presentato a Venezia qualche anno fa, ora i riflettori sono sul vero Kaufman.
Ma chi era questo comico stralunato, che spinge l'asticella sempre più in là sfidando e mettendo non a proprio agio il pubblico?
Anche qui le interviste ad amici stretti e colleghi arricchiscono un repertorio immenso di perfomance che da sole valgono la visione.
Il dubbio sulla sua morte rimane, ma anche se venisse sciolto, meglio continuare a credere all'ennesima, assurda, trovata comica di un genio indimenticato.
Enzo Jannacci - Vengo anch'io
Più che un documentario, un omaggio.
Non si ripercorre fedelmente la carriera del musicista, cantante, attore e presentatore, ma si lasciano parlare i ricordi degli amici di sempre, che hanno popolato la scena milanese degli anni '70-'80.
Non il tipo di documentario che preferisco, fatto di grandi paroloni e pochi fatti, ma un modo per ricordare, celebrare e godere ancora un po' della musica di un grande artista.
Il dono della parola che cattura, score tutto nel cognome Rossi (Paolo, Vasco).
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