13 aprile 2024

Reptile

Andiamo al Cinema su Netflix

Il caso: una giovane agente immobiliare viene trovata morta in una casa che doveva vendere.
Al suo fianco, la pelle di un serpente.

I sospettati:
1. il più ovvio, il perfettissimo attuale compagno e collega, con cui aveva litigato, con cui doveva sposarsi, non fosse che mancavano ancora le firme del divorzio.

2. il marito o ex marito, che ancora vedeva, con cui aveva ancora rapporti, coinvolto in giri loschi.

3. lo stalker dell'attuale compagno, quell'agente immobiliare perfetto che proviene da una famiglia perfetta, che si arricchisce e gestisce ormai le migliori case nel mercato, che lo stalkera e lo incolpa del suicidio del padre, a cui ha portato via la fattoria.


Il detective: è l'ombroso Tom Nichols, trasferitosi da poco nel sobborgo molto bianco, molto ricco del Maine dopo aver accusato gli ex colleghi di corruzione e mani poco pulite.
Indaga, non vede di buon occhio quell'agente immobiliare, non si fida dello stalker, uccide in una sparatoria l'ex marito e infine inizia a sospettare anche dei suoi attuali colleghi in un caso che sembra andare oltre l'omicidio di una giovane donna.
Al suo fianco, confidente e consulente, una moglie che è più di una semplice moglie bella e che si sa comportare ai party, ma è una spalla su cui appoggiarsi e di cui fidarsi.


Il film che ne esce è più cupo e complicato di quel che un caso simile, con dei sospettati simili e un detective simile, dovrebbe essere.
Appartiene al genere thriller, ma anche a quei polizieschi fumosi che hanno l'aspetto stropicciato, stanco e pesante come la faccia di Benicio del Toro per tutta la durata del film, che si muove con circospezione, che non dà mai la sua zampata.
Sembra aver perso il tocco da Re Mida anche Justin Timberlake, che non riesce a rilanciare la carriera da cantante e arranca in quella di attore con questi titoli streaming di bassa qualità e di non così richiamo. I tempi d'oro sono finiti, e forse un esame di coscienza andrebbe fatto.
A brillare, allora, è Alicia Silverstone, che dà una ventata di leggerezza nelle scene in cui è presente, unica a mettersi in ascolto, a sollevarsi dalla pesantezza che la circonda.


Se il cast sembrava comunque di buon livello, ammetto di aver visto un film mal pubblicizzato, non ben giudicato dalla critica, solo per la presenza di Michael Pitt, attore che scompare spesso dai radar, che è sempre sembrato lì lì per esplodere tranne poi rimanersene in sordina.
Qui, depresso, minaccioso e unto, non si lascia amare facilmente, fortuna che posso portarmi il ricordo del suo Day of the Fight film sportivo che non si faceva notare certo per originalità, ma in cui almeno era in gran forma.
Tirando le somme, Reptile cerca di ingarbugliare le carte più di quel che serve, giocando facile la carta della metafora su quella pelle di serpente che non è un indizio, confondendo lo spettatore che cercava solo un poliziesco con cui impegnare la serata.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Film non particolarmente memorabile. Infatti non è che lo ricordi granché, nonostante l'abbia visto pochi mesi fa...
    Eh sì, se non ricordo male, Michael Pitt non è che qui sia proprio al massimo della sua forma :)

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    Risposte
    1. Per fortuna ho il ricordo fresco del suo fisicaccio da pugile introverso visto a Venezia.
      Thrillerino che nemmeno Rai2 in estate passerebbe senza fare grandi ascolti, purtroppo per Justin...

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