17 maggio 2024

The Greatest Hits

Andiamo al Cinema su Disney+

Per Rob Gordon le regole per realizzare una playlist perfetta erano serie.
Per Harriet la questione è un po' diversa.
Le canzoni che deve scegliere non si basano sui suoi gusti, su crescendo o contrasti, ma sui ricordi.
Canzoni in grado di portarla indietro nel tempo, a ricordi felici o infelici.
Letteralmente.
E uso la parola letteralmente nel modo esatto.
Harriet è infatti in grado di viaggiare nel tempo, bastano poche note di una canzone e torna a un momento della passato preciso, quello in cui quella stessa canzone l'ha ascoltata con il fidanzato Max, che ora non c'è più.


Come superare il lutto e tornare a vivere, allora?
Come dimenticarlo se la musica diventa un'ossessione -un trigger come dicono i giovani- e se soprattutto lei si convince che trovando la canzone giusta, quella che ascoltavano in auto prima dell'incidente in cui Max è morto, potrebbe salvargli la vita?
Nel suo isolarsi dal resto del mondo, evitando pericolosi segnali musicali e chiudendosi in biblioteca, dentro le sue cuffie o in casa con i vinili scelti, Harriet vive il lutto come un'assenza di vita.
Ma l'amore riesce a stanarla lo stesso, un nuovo amore che vive con senso di colpa ma anche con un trasporto che non credeva possibile.
E quindi, che fare?
Cosa scegliere fra passato e presente?


I film sui viaggi nel tempo emotivi sono sempre i migliori.
Non richiedono chissà quale fantascienza o effetti speciali, giusto un po' di fede a riguardo.
Ned Benson sfrutta uno dei tanti, bellissimi poteri della musica, e ci fa un film che vuole essere un omaggio alla sua musica del cuore (quella per cui è riuscito a raggranellare il budget, almeno, ma si tratta comunque di signori musicisti) e soprattutto di Los Angeles.
Girando per la Los Angeles di chi ci abita, fra quartieri, feste segrete, locali e negozi e case nel deserto, Benson omaggia pure i film indie per eccellenza (da Like Crazy per l'atmosfera soffusa e 500 giorni insieme in scene fotocopia) ma resta fisso suoi suoi protagonisti.
Lucy Boynton che sembrava uscita dai radar dopo l'exploit di Bohemian Rhapsody, è bella, tormentata, stropicciata e affascinante in un unico ruolo, che le calza a pennello, contesa dal futuro Superman David Corenswet ammaliante nei ricordi e dal fin troppo sorridente Justin H. Min, orfano con meno cicatrici.
Completano il quadro l'amico del cuore e DJ Austin Crute, molto paziente, e la saggia consulente sul lutto Retta, che regala anche una di quelle frasi da Smemoranda che non è però così banale.
Viverlo appieno quel trattino, quello che sta tra la data di nascita e quella di morte.


La musica è ovviamente la protagonista in più, che si fa essenziale e che tra vinili e feste e dj setting, si prende molto spazio.
Dai Roxy Music a Nelly Furtado (entrambi presenti anche sul set), passando per Jamie XX, Lana del Rey e Phoebe Bridgers l'orecchio ha la sua parte che combacia perfettamente con lo stile indie e vintage al tempo stesso delle riprese, del trucco, dell'effetto viaggio nel tempo.
In una combinazione di cui si continua a gioire.
Piccolo e sentimentale non può che ricordare About Time, in un finale molto malinconico, molto romantico, che riesce ad essere giusto.

Trailer
Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Nonostante ricordi diversi altri film cult degli ultimi anni, sia quelli che citi che mi sa anche un bel po' di altri da Se mi lasci ti cancello in poi, The Greatest Hits sa farsi volere bene. Grazie a Lucy Boynton e alla sua colonna sonora, che per un titolo come questo è fondamentale e per fortuna non delude, con scelte raffinate e poco scontate. Ci piace!

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    1. Me l'ero segnata in ritardo rispetto alla sua uscita su Disney+ per una di quelle serate buche in cui non saper cosa guadare... che sorpresa trovarci una bella storia, tanta bella musica, e un film capace di non essere scontato. Piace eccome!

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