25 maggio 2024

Lisa Frankenstein

Andiamo al Cinema a Noleggio

Un pezzo viene dalle commedie anni '80, quelle di John Hughes con protagoniste femminili diverse, dal look sofisticato e ricercato.
Un pezzo viene sempre dagli anni '80, dai film che sembravano per ragazzi perché avevano per protagonisti dei ragazzi, ma che in fondo sapevano parlare di altro, di scienza, di sesso, di follie varie a scuola o fra amici.
Un altro viene dai film weirdo, quelli che ammetto di conoscere poco ma che invece hanno sfamato Zelda Williams.
E un pezzo, uno dei più importanti, viene proprio da lei, figlia d'arte, che esordisce alla regia e lo fa in un modo pazzo, colorato, divertente, mettendoci dentro anche la cara animazione che fa da prologo necessario.
L'altro pezzo importante ce lo mette Diablo Cody, che sembrava essersi persa un po' per strada e che trova qui il soggetto giusto per tornare al mondo dei giovani per davvero, non di quelli speranzosi di esserlo per sempre.


Il film come la storia, è quella di un mostro a più parti, certo, ma che quelle parti le pesca bene.
Un orecchio, una mano, un pene li cerca anche Lisa, traumatizzata dalla morte della madre, dall'odiosa matrigna che si è ritrovata, da una certa weirdness che la contraddistingue e la isola in una scuola tutta cheerleader e perfezione, che la porta a passare il suo tempo nel cimitero abbandonato della città.
Proprio lì, nella fantomatica notte buia e tempestosa, si risveglia un giovane ottocentesco dal cuore infranto, viene nascosto nella sua camera e viene rianimato a suon di pezzi di corpo altrui e un solarium difettoso.
Basta poco per Lisa per ritrovare la sicurezza in sé, il suo stile, la sua dimensione: uccidere non è gran cosa, ora che ha finalmente qualcuno che la ascolta.



L'ultimo pezzo mancante lo dà quindi Kathryn Newton, ormai beniamina del genere horror declinato alla commedia, di cui sposa i personaggi più strani e svampiti.
Qui, va a nozze con Lisa e non basta la sua interpretazione stralunata e cartoonesca, ci pensano a darle man forte una scenografia coloratissima che si muove fra il gotico e pastello e gli anni '80 più chiassosi che ricordano più un certo Tim Burton prima della sua timburtonizzazione seriale.
Lisa Frankenstein è così davvero un mostro a più teste e più parti, ma mentirei se dicessi di averlo apprezzato appieno.
La sensazione è che la mano sia sfuggita a furia di omaggi e scenette, di faccette e ambientazioni, dimenticando un'evoluzione più approfondita del personaggio e anche dell'amore che pur non volendo essere il centro del film, sembra sprecato per come attecchisce in fretta senza troppo sentimento.
Cambia il tono e cambia il ritmo di Lisa, in modo repentino, con una ricerca continua di stranezza a tutti i costi, di dettagli da scovare e cercare, dimenticando un certo equilibrio.


Manca il guizzo, facciamo pure la scintilla, in un'operazione nostalgia di due appassionate, con la protagonista giusta giustamente più concentrata su di sé e su quello che sta diventando, rispetto alla Creatura che ha riportato in vita.
Quello che è un omaggio a un certo cinema che poco conosco, quello che è un ritorno a un genere che sembrava dimenticato, ha tutte le parti giuste, ma il filo di sutura stringe troppo.

Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Più Tim Burton degli ultimi Tim Burton però no, questo film non parla a me, e dal giudizio, direi nemmeno a te. Cheers!

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    1. Purtroppo no, mi è mancato qualcosa -forse solo più equilibrio, più originalità- per sentirlo affine. Peccato, ma terrò d'occhio Zelda.

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  2. A me ha divertito parecchio e gli ho voluto molto bene. Non tutto funziona al meglio, però è una di quelle piccole pellicole sgangherate di cui sento sempre un gran bisogno, in mezzo a tante pellicole perfettine, ma senza anima

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    1. ... è che a tratti ho sentito poca anima molta e troppa attenzione ai dettagli. Sgangherata sì, ma volutamente e senza avere un tono equilibrato per me. Non da buttare, ma mi aspettavo qualcosa di più e forse per questo la delusione si è fatta strada.

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