18 giugno 2024

Shōgun

Mondo Serial

Una serie evento, una serie-kolossal costata a FX milioni di dollari, una serie che ci fa conoscere il Giappone feudale.
Per me?
Una serie degna di una tortura.
Non li conto i pisolini che ho fatto, gli episodi che ho dovuto rivedere, gli spezzoni che mandavo indietro imprecando contro Disney+ e i sottotitoli sempre fuori sincrono (solo a me funziona male la piattaforma? Lenta, si inceppa, si blocca?). Ma il giovine al mio fianco è di tutt'altro parere, simile a quello di critici entusiasti e di spettatori euforici, lui che il Giappone lo venera e lo conosce grazie agli anime che divora in solitaria a tarda notte, era rapito dagli intrighi di palazzo, dalle ricostruzioni di quei palazzi, da armi e geishe e dalla mente acuta del signor Toranaga.
Ho resistito grazie a lui, ho recuperato, rivisto, stretto i denti e cercato le posizioni più scomode sul divano e alla fine, capisco com'è che tanto fascino ha avuto la meglio, grazie a un'accellerazione finale, a intrighi che scoprono le parti e scene d'azione degne di questo nome.


Il punto di vista che ci viene naturale da sposare è quello del bianco marinaio John Blackthorne, commerciante inglese, la cui nave si è arenata nelle coste giapponesi dove diventa prima prigioniero, poi hatamoto fidato.
Attraverso il suo sguardo stordito, sbigottito, attraverso gli sforzi che deve compiere per adattarsi a una cultura e una lingua così diversa, ci addentriamo anche noi in questo Giappone diviso in feudi dove i consiglieri di un imperatore troppo piccolo per governare, iniziano a farsi la guerra.
Non aperta, non dichiarata, fatta di sgherri e di attacchi laterali, di prigionieri non sulla carta e di confini da non valicare.
Ma non solo di tattiche militari che la prendono larga e ci mettono tempo a carburare è fatta Shōgun, per il pubblico romantico non può mancare la storia d'amore impossibile ed ecco John affiancato da una traduttrice dal passato doloroso e dal presente che ha la forma di un marito violento, che convertita al cristianesimo si fa da ponte fra le due culture. In tutti i sensi.
Il personaggio femminile è anche il pretesto per parlare della condizione femminile in Giappone e della religione, che se anche in Silence il sonno stava avendo la meglio, mi sa che i predicatori mi fanno questo effetto.


È un Giappone fuori dalle mappe delle nostre lezioni di storia, votata all'Occidente, un Giappone in cui iniziano ad arrivare anche le armi da fuoco e in cui il potere logora chi lo desidera tutto per sé.
Più di Toranaga, allora, silenzioso e che solo alla fine mostra i suoi assi, più di John che si converte lentamente, più di Kashigi Yabushige dai tanti doppi giochi e dall'umore sempre vispo, viene stare dalla parte di Mariko, servitrice fedele, traduttrice che si prende le sue libertà, figlia soprattutto che non dimentica. È la sua dedizione a fare breccia più degli altri personaggi.
Il problema, per me, sta però nella gestione del tempo, che si allunga, che è fatto di silenzi, di episodi in cui apparentemente succede poco, e quel poco confonde, di colpi di scena non così a sorpresa.
E diciamo che anche gli effetti speciali poco nascosti nelle riprese a largo campo e la scelta di Cosmo Jarvis come attore principale non mi hanno aiutato visto come sembra uscito da un pub inglese dei giorni nostri più che del 1600.
Ma proprio come lui, lentamente si resta affascinati da una società che dà un valore così diverso alla vita e alla morte, all'orgoglio e alla fedeltà, che prevede mosse e tattiche, che usa ogni pedina a sua disposizione. Anche quella del suicidio, assistito.


Toranaga è al centro di un ciclone che si sta per abbattere, è il ciclone, e lo spiegone finale fa da traino a una seconda stagione dove la tanto evitata guerra forse arriverà anche se finora l'ha combattuta e evitata una donna, aumentando la sensazione di un campo di battaglia in preparazione, lenta preparazione, che non mi ha mai abbandonato in questi episodi.
Ci si arriverà con molti pezzi in meno purtroppo, sacrificati degnamente.
Io cercherò di esserci, ma ben riposata.

Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Per i film sul Giappone bisogna andare su Hideo Gosha.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima o poi farò pace con il giapponese classico, per ora ringrazio le serie TV di impianto internazionale.

      Elimina
  2. Pensa che io mi sto ancora prendendo a schiaffi in faccia ad ogni episodio per cercare di finirla, e visto il tema che mi è caro, la cosa mi sorprende molto. Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Resisti e porta pazienza, qualche momento di azione risvegliante arriva. E poi premiati con Blue Eye Samurai, tutta un'altra storia :)

      Elimina