Bisogno di leggerezza per la fine dell'anno?
Bisogno di staccare la spina durante le feste?
Queste serie comedy sono leggere e divertenti al punto giusto per essere quelle su cui puntare:
A Man on the Inside
In Breve: un vedovo annoiato dalla vita da pensionato viene reclutato da una detective privata per capire chi è il ladro che si aggira all'interno di una casa di riposo di lusso.
Entrare nei panni della spia lo aiuterà ad affrontare il lutto, riallacciare i rapporti con la figlia e anche a farsi nuovi amici, cercando però di non farsi scoprire.
Chi c'è: c'è quell'uomo elegante che è Ted Danson, perfetto nei panni dell'uomo elegante ma anche un po' pasticcione, con la tecnologia a non essergli amica e i modi fin troppo gentili.
Ci sono poi Stephanie Beatriz, Mary Elizabeth Ellis, Stephen McKinley Henderson e c'è soprattutto la firma di Michael Schur alla creazione, che si porta dietro i beniamini di altre serie regalandoci reunion inaspettate. Janet! Dico solo Janet!
Funziona? Sì, nella sua semplicità e nonostante le sue svolte spesso prevedibili.
Si tratta di un tipo di prodotto più patinato, ma il pensiero è corso al documentario candidato agli Oscar El Agente Topo, anche lì una spia in incognito in una casa di riposo, ma un risvolto sociale diverso.
Qui le risate sono leggere e la commozione inevitabile, con una scrittura attenta ai tanti personaggi che vengono coinvolti ma soprattutto con un occhio di riguardo per quella figlia che non sa come approcciare un padre chiuso in se stesso.
La seconda stagione è già confermata, con un nuovo caso che si spera credibile e non troppo strampalato.
The Sticky
In Breve: questo non è il racconto della più grande rapina di sciroppo d'acero in Canada. Come un film dei Coen, però, racconta la poca organizzazione, i molti errori, gli spargimenti involontari di sangue e le tante scaramucce di un trio di ladri non professionisti che ci provano.
Per vendetta, per ripicca, per farsi valere, in una comunità che è un piacere scoprire.
Chi c'è: c'è "la famosa attrice caratterista" Margot Mantindale perfetta nel ruolo della produttrice di sciroppo arrabbiata e arruffata dentro i suoi maglioni infeltriti.
Il resto del cast è composto da attori canadesi francofoni, in una doppia lingua che aumenta il divertimento.
Anche se c'è un nome che attirerà più di altri, quello di Jamie Lee Curtis anche alla produzione con Jason Blum, che si ritaglia un ruolo piccolo ma speciale.
Funziona? Un Fargo senza la seriosità di Fargo e con meno cura alla regia, va detto.
Ma funziona, anche se spesso si perde tempo e si esagera con la sospensione dell'incredulità, diverte, intrattiene e sorprende.
Il finale apertissimo invita alla seconda stagione, ancora da confermare.
Voto: ☕☕☕/5
English Teacher
In Breve: successi e cadute, pubblico e privato di un professore del liceo e dei suoi colleghi alle prese con la schierata Gen Z.
Non è un Euphoria dal punto di vista di professori che non si vedono mai né un Abbott Elementary che sale di livello, è una serie comedy quasi classica nel rappresentare gioie e dolori dell'insegnamento.
Chi c'è: c'è Brian Jordan Alvarez protagonista ma anche creatore della serie, nei panni di un professore apertamente gay e per questo osteggiato da una parte di genitori e punto di riferimento per alcuni alunni. Ci sono poi i suoi colleghi tutti incasellabili ma non limitati alle loro categorie: l'allenatore di football burbero, la svampita migliore amica, il preside che non vuole grattacapi.
Funziona? Richiede un minimo di rodaggio per entrare in un umorismo spesso fisico, molto esagerato nei modi e che non sempre mette a proprio agio per come cerca di prendersi gioco di questa generazione così attenta alle etichette e alle minoranze. Ma capite le dinamiche, con gli inevitabili episodi dedicati alla gita/al ballo/alla partita, ci si affeziona alla Morrison-Hensley High School.
Voto: ☕☕½/5
We Might Regret This
In Breve: Freya si è trasferita a Londra dal Canada per amore, un amore ingombrante visto che Abe ha una ex moglie da cui divorziare, un figlio che ancora non vuole crescere e un lutto non facile da condividere. Ma anche Freya ha il suo bagaglio, che corrisponde a un'infermiera personale che la aiuta a gestire la sua tetraplegia e che deve far parte della famiglia.
E se in crisi con la gestione l'infermiera diventa la sua migliore amica, sparita per un anno dalla circolazione e ora ritornata al suo fianco? Beh, le cose si complicano.
Chi c'è: c'è Kyla Harris che la serie l'ha scritta partendo propria dalla sua esperienza di artista con disabilità e c'è Darren Boyd, già incrociato in Trying.
C'è poi la BBC dietro, che alla faccia di MammaRai produce contenuti di questo livello, dove i tabù non ci sono proprio.
Funziona? Con personaggi irritanti e quindi reali, con episodi che toccano le parti più intime nei momenti più intimi, e con la solita brevità inglese che però si prende il suo tempo per svelare con calma retroscena e ferite, sì, la serie funziona eccome ed è già stata rinnovata non per una, ma per ben due stagioni.
Voto: ☕☕☕½/5
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