Andiamo al Cinema
Un robot e un gatto, una natura in cambiamento e il cambiamento che gli animali devono accettare.
Messaggi importanti per un pubblico diverso, in un confronto che viene naturale tra Flow 🐈 e Il Robot Selvaggio 🤖.
TRAMA
🤖 Cosa può succedere a un robot con la funzione primaria di aiutare il proprio cliente, se finisce in un'isola deserta da umani ma popolata dalla natura selvaggia?
Succede che imparerà come comunicare con questi animali e soprattutto come aiutarli, soprattutto se uno in questione, rimasto orfano anche per causa sua, lo crederà il suo genitore.
🐈 In una natura selvaggia in cui l'uomo non sembra più esserci, tutto cambia in poco tempo.
La marea sale, l'acqua irrompe e spinge gli animali ad adattarsi se vogliono sopravvivere.
SVILUPPO
🤖 Hai detto sviluppo?
Beh, qui abbiamo quattro film in uno.
Il primo, bellissimo, di una premessa quasi silenziosa in cui osservare la natura in tutto il suo essere selvaggia, non risparmiando morte e caccia, fughe e drammi.
Poi si passa al lato tenero, a quello in cui per parlare di una futura oca debole che probabilmente in quella natura selvaggia non ce l'avrebbe fatta, si parla in realtà di bullismo, di difficoltà di accettazione del diverso.
Infine, c'è il vero messaggio del film, quello che vede cacciatori e prede, buoni e cattivi, dichiarare una tregua, aiutarsi l'un l'altro per sopravvivere.
Infine, purtroppo, c'è un'ulteriore parte in cui gli esseri umani ci mettono il loro zampino nel rovinare tutto, in una guerra futuristica e distruttiva che mette a repentaglio un ecosistema fragile e porta al sacrificio per il bene comune.
🐈 La protagonista è una micetta nera diffidente.
Verso il branco di cani che abbaia e che è sempre a caccia, verso un uccello maestoso, verso gli altri in generale.
Ma se vuole salvarsi, se vuole trovare riparo su una barca e su una nuova Terra deve accettare compromessi, deve condividere gli spazi e deve soprattutto farsi degli amici con cui cercare e dare salvezza.
CAST
🤖 Un robot, tanto ligio quanto capace di adattarsi, una volpe furba come sanno essere le volpi, un anatroccolo buffo, e tutti gli altri animali dell'isola incontaminata, con il castoro stakanovista e gli opossum catastrofisti a essere i miei preferiti.
In originale, doppiati da Lupita Nyong'o, Pedro Pascal, Kit Connor e Mark Hamill. In italiano diciamo che le voci sono leggermente più fastidiose, o forse erano i dialoghi stessi a esserlo.
🐈 Una micetta nera che sembra il ritratto sputato della mia Norma, anche come carattere.
E poi un Golden Retriever, un capibara, una scimmia gelosa dei suoi averi e un uccello generoso, più una balena saggia. Insomma, Gints Zilbalodis sembra aver letto nei miei sogni il giusto cast animale da mettere insieme.
A livello umano, c'è Gints Zilbalodis, regista lettone che dopo l'esordio in solitaria con Away (che deve recuperare), pur firmando sceneggiatura, regia, musiche e fotografia, qui fa squadra con animatori francesi e belgi riuscendo a conquistare Cannes e Annency.
PUNTI DI FORZA
🤖 La prima parte così come la terza, insomma, le sequenze senza dialogo ma solo con i crescendi sono le migliori.
Mostrano come non servono grandi discorsi per portare un messaggio di adattamento, di accettazione e di collaborazione per un bene comune.
Un messaggio importante e tenero, reale ma non banale visto come per una volta la natura viene mostrata con tutta la sua verità fatta di prede e predatori.
È la natura, baby.
E non serve edulcorarla ai bambini di oggi.
🐈 Bastano gli sguardi, bastano pochi versi, per farci capire le emozioni di questi animali.
La paura, la diffidenza, l'accettazione e il rispetto.
Flow non ha dialoghi, vive di musica e di quel che succede sullo schermo, di azioni e ripetizioni, di punti di incontro e sogni, pure.
Dimostra come con la storia giusta e la giusta animazione, si può incantare anche il pubblico più restio.
In particolare famiglie escluse dalle sale sold out di Oceania 2, che hanno ripiegato sull'altro film di animazione nel multisala. Il vociare e le lamentele e le urla, si sono spente lentamente, grazie all'incanto di questo mondo altro, di quest'amicizia improbabile, di un sacrificio che non si dimentica.
DIFETTI
🤖 Quattro film in uno, e ammetto che solo metà la salverei.
Colpa delle aspettative, certo, colpa di un tamtam pubblicitario che mi faceva credere diverso il film e la sua trama e il suo sviluppo, con la mia versione diversa e migliore.
Prima di tutto, quasi priva di dialoghi, che in un doppiaggio non proprio apprezzato, danno spazio a spiegoni e lunghi scambi non così divertenti, non sempre puntuali che mi hanno irritato.
Una fiaba moderna, che forse alla DreamWorks si pentono già di aver fatto in un solo capitolo, ma un seguito sembra già in cantiere.
🐈 E se di un film di animazione non piace l'animazione?
Volutamente legnosa e sgranata, tecnicamente in 24 fps, mi ha reso distante fin dall'inizio per trovare la vera magia non tanto nelle scene d'azione che perdono in fascino, quanto in quelle più statiche e poetiche, nell'ammirazione di questi mondi sommersi, di una natura che riprende il suo spazio.
E QUINDI?
🤖 Le aspettative sono sempre una brutta bestia, e anche se non ho apprezzato le parti meno originali del racconto e i molti dialoghi bambineschi del film, non posso non dire di non essermi emozionata, di non aver fatto il tifo per questo robot e per la sua volpe. Che quando c'è una volpe sono felice.
L'animazione splendida di una natura più reale del solito, aiuta ad accendere una scintilla anche se il colpo di fulmine non è scattato.
🐈 Flow non è il film magico che mi aspettavo, ma è un film magico in ogni caso.
Dimostra come anche l'animazione di serie B rispetto alle grandi case di produzione americane sa lasciare il segno con la storia e i personaggi e il tema giusto.
Il colpo di fulmine non è scattato, ma si è accesa comunque una scintilla.
Voto: ☕☕☕/5
Visto Il robot selvaggio. Prima parte splendida, poi le svolte da action americano mi hanno fatto storcere il naso. Penso, però, che agli Oscar vincerà facile.
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