Serial killer improvvisati, serial killer che cercano la redenzione e spie con licenza di uccidere.
Tra l'Inghilterra e l'America si sorride di un umorismo nero e di crimini intriganti con queste tre serie TV:
Sweetpea
In Breve: Rhiannon è invisibile.
Nessun potere magico, solo il segno di una timidezza eccessiva, la conseguenza di anni di bullismo alle scuole che l'hanno resa mansueta e silenziosa, a lavoro come a casa. Una casa che ora sta per perdere, dopo aver perso il padre e pure il cane, e a comprarla sembra essere nientemeno che la compagna di classe che più di tutte la prendeva in giro.
Tutto grida vendetta, in un risveglio che per Rhiannon ha il sapore del sangue, seminando morti che sconvolgeranno la piccola cittadina inglese in cui vive e di cui si troverà a investigare per conto del giornale per cui lavora.
La lista delle persone che vuole uccidere la prepara da tempo, in fondo.
Chi c'è: c'è la lanciatissima Ella Purnell, che dopo averci conquistato con la sua ingenuità in Fallout, qui è protagonista assoluta di un personaggio complicato nella sua evoluzione. Certo, difficile credere che nessuno noti i suoi occhi grandi e il suo fascino diverso, ma tant'è, la sua Rhiannon trova un codice morale nell'uccidere e nel voler uccidere.
Ci sono poi la bulla di cui non fidarsi, il nuovo collega fin troppo tenero, una detective altrettanto invisibile che vuole emergere e una sorella non proprio fraterna.
Funziona? Sì, ha il sapore delle dark comedy inglesi che ci si aspetta. Una piccola cittadina, tanti personaggi di contorno, un'evoluzione ben diversa da quella che ci si aspetta e una colonna sonora notevole. Anche se qua e là ci si perde e si esagera un po' nel sangue, nella redenzione, nei dettagli tralasciati e nelle indagini che fanno acqua.
Gli orfani di The end of the f***ing world troveranno una sorella maggiore ben cresciuta, che tornerà per una seconda stagione.
Con quel finale, tragico e sospeso, era il minimo.
Black Doves
In Breve: in una Londra piena di spie e intrighi, l'ambasciatore cinese viene ucciso e altri tre corpi apparentemente non collegati cadono dopo di lui. Chi sta dietro questa macchinazione?
È una missione per Helen Webb, che non è solo la moglie dell'ignaro Segretario della Difesa, ma una spia ben addestrata e ben inserita che ritrova il compagno di sventure Sam, fresco di ritorno.
Per lei, una missione personale visto che uno dei morti è l'amante che stava per farla capitolare, per lui, un confronto con il passato visto che da Londra è fuggito 7 anni prima.
Chi c'è: ci sono Keira Knightley e Ben Whishaw che formano una coppia di spie assassine che non ti aspetti, tra charme e complicità. Belli e fragili, credibili e divertiti dal ruolo.
Ma c'è soprattutto Joe Barton alla scrittura e alla produzione, il suo tocco che si fa leggero, coreografico e che porta il calore dell'amicizia anche dentro una sparatoria lo avevo già apprezzato in Giri/Haji.
Qui abbandona le metafore e abbraccia il glamour, ma con la tipica classe inglese.
Funziona? Sì, pur andando di spiegoni finali e di situazioni intricate non sempre facili in cui districarsi, Black Doves si beve in un sorso, riuscendo a essere un guilty pleasure ma anche una serie seria in cui perdersi. I personaggi secondari sono ben caratterizzati, i dialoghi veloci e taglienti, tra ironia e sarcasmo di difesa.
Di mezzo, la Londra natalizia che ha sempre il suo fascino e che casca a pennello di questi tempi.
Netflix ha confermato una prima stagione ancor prima di rilasciare questa prima, se non è un buon segno questo!
Voto: ☕☕☕/5
Based on a True Story - Stagione 2
In Breve: che ne è stato del piano di Ava e Nathan di arricchirsi con un podcast su un serial killer che avevano identificato e che non sapevano fermare?
Sembrano aver evitato il peggio, almeno lo pensano ora che sono alle prese con un bambino finalmente nato e che Matt è in rehab fuori dagli Stati Uniti.
Il sangue tornerà invece a scorrere a Los Angeles, portando i due, che sembrano distanti e non più complici, a investigare e cercare di capire chi è questo copycat e qual è il suo vero obiettivo.
Chi c'è: ancora loro, l'urlante Kaley Cuoco e lo stropicciato Chris Messina, assieme all'arcigno Tom Bateman e la new entry di cui sospettare Melissa Fumero.
I ruoli e la complicità non cambiano, le dinamiche sì.
In personaggi he riescono a risultare simpatici nei loro eccessi, divertenti nelle loro cadute.
Funziona? Pur esagerando nei toni, pur dovendo sospendere più volte l'incredulità, funziona quasi più della prima stagione.
Non si perde tempo con le presentazioni, si va dritti al sodo e i colpi di scena non mancano e sanno essere davvero sorprendenti.
Il sangue scorre copioso e i fanatici di true crime sono serviti e presi in giro in leggerezza.
Voto: ☕☕½/5
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