1 aprile 2020

Emma.

Andiamo al Cinema su Youtube

Se con i romanzi di Jane Austen ho sempre avuto un rapporto difficile, ho sempre amato i suoi adattamenti al cinema.
Sono la prima a chiedermi come sia possibile, incolpando da una parte la professoressa del liceo, e rendendo merito dall'altra ai registi alle prese con il romanticismo delle varie messe in scena.
Non me ne si voglia.
Perché da Orgoglio a Pregiudizio fino all'Austenland dedicato a tutte le janeites, un posto nel mio cuore alla Austen l'ho trovato.
La seconda domanda che viene da farsi è come sia possibile che altri adattamenti siano necessari, oggi.
Ma se già Piccole Donne -anno domini 2019 e adattamento numero 12- ha dimostrato che qualcosa di nuovo, che un nuovo pubblico può essere attirato, ben venga questo adattamento numero 4 di Emma.
Emma con il punto.


Sì, Emma. con il punto, perché di period drama, parola di regista.
Il cast è centratissimo, a partire da quella strana bellezza che è Anya Taylor-Joy apparentemente distante dai canoni classici, in realtà capace di essere una Emma Woodhouse perfetta: una saputella che pensa di sapere tutto, di capire gli animi degli altri, di poter ordire i suoi intrecci di cuore lasciando freddo il suo.
La guarda diffidente il vicino di casa Knightley, che a certi intrighi non ci sta, che certi atteggiamenti superficiali, vanesi, di Emma non sopporta.
Ora c'è una nuova migliore amica da sistemare, c'è un reverendo che lancia sguardi languidi, c'è una nipote tanto chiacchierata che arriva in città e un misterioso signor Churchill che si aspetta da sempre di poter conoscere.
Come si muoverà la giostra degli accoppiamenti?
Quali coppie si formeranno e quali cuori verranno spezzati?
Per capirlo, ci sono balli da organizzare, picnic da tenere, feste e banchetti a cui assistere.


Sì, il frizzante della trama ha già il suo perché, nonostante i tanti equivoci sulla carta evitabili qui resi irresistibili dalle punte di humour che spezzano pure il romanticismo.
Ma non facciamo le bizze a una storia che fila liscia e dà godimento, anche perché in questo adattamento c'è la variabile che più conta: l'occhio di Autumn de Wilde.
Un occhio votato alla geometria, alla perfezione, ai colori pastello che fanno gioire gli occhi più indie, più wesandersiani, semplicemente più romantici.
Cosa preferire tra una scenografia in cui tutto è studiato alla perfezione e gli abiti che Emma indossa?
Per cosa tifare: per i paesaggi brulli in cui voler essere trasportati o per quelle tenute in cui poter vivere?
Guardate:


Se c'è una cosa, poi, che unisce geometria, occhio e colori, sono le coreografie di quei balli dell'800, e qui, davvero, ci si perde la testa.
Sono brividi veri quelli che Emma e Knightley sanno dare, con la macchina da presa che si sofferma sul loro sguardo che cambia, sulle mani che si sfiorano, si intrecciano, finalmente si toccano.
Guardate:


E quindi, va così anche questa volta: si sospira per amori che sembravano impossibili, per coppie perfette, per un romanticismo di quelli che fanno sognare.
Per quel che mi riguardo il merito non è solo di Autumn de Wilde e del suo occhio, ma va anche al cast in cui trovano posto comprimari di un certo calibro (da segnalare Bill Nighy, Mia Goth, Josh O'Connor), ma in cui svetta quella mia cotta mai sopita per Johnny Flynn, che con la sua solita timidezza, con la sua voce così particolare gioca facilissimo nel farmi cadere ai suoi piedi.
Qui poi trova modo di sfruttare la sua voce appieno, anche nei momenti musicali del film pieni di ironia, e soprattutto nei titoli di coda in cui parte la sua Queen Bee.
Ah, Jane Austen, mi hai fregato anche questa volta!

Voto: ☕☕½/5


4 commenti:

  1. Jane Austen è un caso strano. Perché come autrice non la sopporto, ma i film tratti dai suoi romanzi sono sempre dei gioiellini, romantici e frizzanti. Questo lo aspettavo, ma attendo almeno i sub ita.

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    1. Sì, con i sub inglesi si fa una certa fatica, ma quanto a romanticismo e frizzantezza, si conferma un adattamento-gioiello, vedrai ;).
      La Austen secondo me su carta si prende troppo sul serio, o almeno così la ricordo ai tempi del liceo, nei film l'ironia prende il sopravvento e riesce a convincere.

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  2. Con i film in costume sono sempre sospettoso, non sono certo il mio genere, ma riguardo a questo ho un buon presentimento, confermato dalla tua promozione.
    Chissà?

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    1. Potresti patire solo la lunghezza, però gli intrighi amorosi e la bellezza della regia fanno decisamente per te, un po' alla Marie Antoinette... ti ho convinto?

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