15 maggio 2020

Mug - Un'Altra Vita

Andiamo al Cinema a Noleggio

Periferia, anzi, aperta campagna, anzi, in mezzo al nulla della Polonia.
Lì dove non resta che darsi da fare per tirare avanti, ubriacarsi, lì dove essere diversi è sempre una colpa.
Figurarsi se si è un metallaro!
Lì, in quel paesino in mezzo al nulla, si è deciso però di lanciare una sfida: costruire il Cristo più grande del mondo, più grande pure di quello di Rio de Janeiro.
Ci si lavora giorno e notte, si raccolgono fondi e offerte.
Finché un incidente cambia tutto.
Cambia soprattutto la vita di quel metallaro, Jacek, che dopo essere caduto da quel Cristo in cantiere, diventerà il primo paziente a sottoporsi a un trapianto facciale completo.


Presente Face/Off?
Ecco, dimenticatelo.
Qui non c'è l'azione, non c'è né John Travolta né Nicolas Cage.
Perché per quanto riuscita, l'operazione deformerà Jacek e la percezione che darà e avrà di sé.
Come accettarsi, senza i tratti che lo distinguevano, senza i suoi capelli lunghi?
Come accettarlo, se nemmeno gli occhi sembrano più quelli del proprio figlio, nipote o marito?
L'attenzione diventa però virale, tra selfie per cui mettersi in posa e interviste televisive che aiutano a pagare i conti ospedalieri.
Mentre lentamente, tutto il marcio, tutta la diffidenza, tutta l'ipocrisia di questa comunità che si vorrebbe unire sotto l'abbraccio di un Cristo in costruzione, viene a galla.
Neanche avesse a che fare con la Creatura di un dottor Frankenstein.


Presentato a Berlino un paio d'anni fa dove ha vinto l'Orso d'argento, questo film polacco incuriosiva.
Incuriosiva per la strana operazione che mostrava, per la storia parzialmente vera che raccontava e per gli ovvi risvolti psicologici che vedersi cambiare i connotati comporta.
Peccato che tutto questo venga raccontato in quel mondo giusto un po' pesante, tipico dei piccoli film.
Tra bruttezze e brutture, interni degradanti e relazioni infelici.
Che ci si concentri su quella moglie infedele, su quella nonna che lo crede impossessato o su quella sorella che sola lo sostiene e da sempre lo difende, resta poco da salvare nel mondo di Jacek.
Un mondo che si vede attraverso i suoi occhi, con la fotografia che deforma l'immagine, mettendo a fuoco solo il centro.
Come lo sguardo umano.
Creando però più di qualche fastidio, con l'effetto "artisticità di troppo".
Tra metafore e speranze, vince così la noia.
E il fatto di voler dimenticare in fretta certi paesini, certe storie, che potevano essere raccontate in modo migliore.

Voto: ☕☕/5


4 commenti:

  1. Me l'ero segnato, ai tempi, ma ne ho fatto a meno. Meglio così.

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    1. Smaltimenti da quarantena, ma potevo anch'io evitare.

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  2. Sembra proprio avere tutte le carte in regola per essere il prossimo film preferito da Mr. James Ford.
    Quindi io probabilmente lo odierei. :)

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    1. Effettivamente il protagonista è davvero un Ford. Ma penso lo prenderebbe a bottigliate pure lui ;)

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