Di questi tempi piuttosto bui, o semplicemente ansiogeni, cosa c'è di meglio di un musical sulle e con le canzoni dei The Proclaimers per tirarsi su?
Come, chi sono i The Proclaimers?
Ok, lo ammetto, non lo sapevo nemmeno io.
Ma se canticchio fra me e me "When I wake up, well I know I'm gonna be..."
Scommetto che buona parte di voi proseguirà cantando:
"I'm gonna be the man who wakes up next you"
E poi tutti insieme urleremo:
"But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walks a thousand miles
To fall down at your door!
Ta da da ta!
Ta da da ta!..."
Quasi come se fossimo già all'interno di un musical.
C'ho preso?
No?
Ok.
Allora come motivazione principale per questa visione mettiamoci che da una parte c'è il bel George MacKay finalmente esploso grazie a 1917, dall'altra Antonia Thomas, che dopo aver fatto innamorare di sé chiunque in Misfits, ha incantato in Lovesick e ora sta pure in Good Doctor.
Insomma, due giovani protagonisti e delle canzoni che in Scozia sono un inno.
Già, perché i The Proclaimers sono scozzesi (e direi che dal loro accento è ben intuibile) e la loro musica descrive alla perfezione la working class heroes di quella parte di Paese dalla parlata indecifrabile.
Siamo a Leith, quindi, ed è qui che tornano dopo una missione in Afganistan Davy e Ally, amici e pure cognati.
Ritornano a sorpresa, trovando le cose cambiate rispetto a come le avevano lasciate.
Trovare lavoro non sarà facile.
Riadattarsi agli orari di famiglia neppure.
Davy è fortunato, nonostante le ritrosie iniziali, conosce e si innamora di Yvonne, collega della sorella, invaghendosene pur con tutti i problemi di timidezza/paura delle prime relazioni.
Nel mezzo ci sono pure un matrimonio che sta per spegnere le 25 candeline che entra in crisi per una crisi del passato, e una dichiarazione d'amore che potrebbe cambiare la vita, in meglio o in peggio.
Va bene, è vero, la trama di Sunshine on Leith è piuttosto risicata.
Ma siamo in un musical e come da tradizione il più lo fanno le musiche e le coreografie in atto.
Qui le canzoni sono quelle popolari, quelle da ballare giustamente sul bancone di un pub, o semplicemente mentre ci si ubriaca al bar, o mentre si beve senza parsimonia ad una festa... siamo in Scozia, meglio ricordarlo!
E allora, anche se la storia procede più a scossoni di quanto si vorrebbe, anche se i problemi potrebbero essere risolti parlandone, affrontandoli di petto e non sembrano così insormontabili quanto vorremmo... ci si diverte.
Ci si diverte a scoprire canzoni così orecchiabili e decisamente da cantare a squarciagola con una pinta in mano -come riesce a fare il solitamente impegnato Peter Mullan-, ci si emoziona in un finale in cui l'assembramento in corso è quanto mai coreografico sulle note dell'inno d'amore più noto.
Ho dimenticato di menzionare che alla regia c'è un certo Dexter Fletcher, che mette le basi per poi essere richiamato a concludere le riprese di Bohemian Rhapsody e poi dirigere l'ultrapop Rocketman.
E George MacKay e Antonia Thomas?
Diciamo che come già Ryan Gosling e Emma Stone in La La Land, anzi, prima di loro, non eccellono in quanto a doti artistiche oltre alla recitazione, ma sono così belli da farsi subito perdonare.
Voto: ☕☕☕/5
Visto ai tempi! Anche se il cast mi era sconosciuto, soprattutto i giovanissimi, poco noti all'epoca, piaciuto molto.
RispondiEliminaCredo sia uno dei film da più tempo nell'agenda dei recuperi. Ringrazio la quarantena e la cotta per MacKay per averlo fatto salire fra le richieste.
EliminaL'avevo visto qualche annetto fa, ma in effetti ci starebbe bene come visione feel good di oggi. :)
RispondiEliminaI Proclaimers li avevo a lungo snobbati, perché mi sembravano un po' troppo allegri per i miei gusti, però dopo la visione della pellicola per qualche tempo li ho sentiti. Prima di tornare a musica più dark. :D
Pensavo li credessi troppo fordiani, dei Bruce un po' più felici insomma.
EliminaNon so se li ascolterò spesso, di certo questo film è riuscito a raddrizzare la mia giornata :)