Era difficile credere ancora alla rinascita di Black Mirror.
Con una Stagione 6 che i suoi buoni episodi li aveva ma sembravano di un altro colore rispetto a un tempo, sembrava che con l'acquisizione di Netflix Charlie Brooker avesse esaurito le idee e fosse ormai sotto contratto forzato per dar vita a nuove stagioni che non per forza di cose dovevano stare dentro il calderone chiamato Black Mirror.
A questo giro, con una tecnologia futuristica deviata che continua a rappresentare le derive più sinistre del presente, si torna sui binari giusti.
Quelli inquietanti, metaforici e neri, ma neri forte, che ne avevano fatto la fortuna.
Bentornato Charlie!, non posso che celebrarti con la classifica di questa nuova antologia:
6. Hotel Reverie
(7x03)
L'unico episodio difettoso di questa stagione tornata grande.
Anche se so di essere in minoranza rispetto all'internet che subito ha gridato: Junipero!
In fondo, la formula è quella: un universo parallelo in cui vivere un'altra vita, una coppia lesbica che si conosce e si ama e che sarebbe disposta a rinunciare alla realtà pur di vivere quell'amore.
E allora cos'è che non va, oltre al sentore di un Charlie Brooker che vuole gabbare i suoi spettatori?
C'è la scelta delle attrici, più che del film scelto, che sarebbe una versione Blackmirroriana di Casablanca, in cui un'attrice di grido di oggi dovrebbe entrare per un remake capace di risollevare uno studios in crisi.
Ma non c'era di meglio che Issa Rae/Brandy Friday? Perché il contrasto con la classicità di Emma Corrin è davvero troppo forte, non riesce ad abbandonare la sua recitazione da comica né a calarsi nel giusto registro del film quanto dovrebbe portando a un doppio flop, quello dell'episodio in sé e quello del film rivisitato nell'episodio che sembra uno sgarbo immane all'Hotel Reverie originale.
Fin troppo lento e fin troppo sospirato fra un urlo e l'altro, lo si finisce a fatica senza sentire nemmeno un po' di quell'amore tragico, di quella magia di un cinema d'altri tempi, e pensare che il lato tecnico -tra bianco e nero e sonoro- è così ben studiato...
5. Bête Noire
(7x02)
Tanto si parla di gaslighting in rete, che ora per spiegarlo ai non così giovani c'è un intero episodio.
Se le immagina davvero le cose, la giovane creativa di merendine Maria?
O Verity Green, quella che era l'emarginata della scuola, da tutti bullizzata, si sta vendicando?
Lo si scopre alterazione della realtà dopo alterazione, in una discesa piuttosto urlata nella follia che nel finale spinge l'asticella un filo troppo in alto, affrontando multiversi e imperi.
Così in alto da non riuscire a convincere appieno, senza sapere a chi dare ragione: alla prima o alla seconda vittima?
4. USS Callister: Into Infinity
(7x06)
Dove avevamo lasciato i cloni sensienti della USS Callister della stagione 4?
Li ritroviamo che navigano ancora dentro il gioco creato da Robert Daly, rubando crediti ai giocatori che se ne la mentano on line mentre la morte di Robert resta sospetta.
Sarà la Nanette reale ad entrare in azione e nel gioco stesso, in un proseguo di questa avventura che si carica di colpi di scena ma anche di dinamiche complicate tra finzione e realtà, etica del gioco e rispetto delle leggi.
Un sequel a tutti gli effetti in cui grazie a Jimmi Simpson non mancano i momenti da commedia -nera, ovviamente- e che funziona anche se dell'originale si ricorda ormai pochissimo.
3. Plaything
(7x04)
Un irriconoscibile Peter Capaldi viene arrestato con l'accusa di aver ucciso una persona mai identificata una trentina d'anni fa.
Che fine aveva fatto per tutto questo tempo?
Aveva giocato a un videogioco, uno di quelli che imita la vita, che chiede la vita e che la vita la cambia.
Nella lunga confessione che ricostruisce i suoi anni e il suo crimine meglio non dire di più, la voce di Capaldi è come sempre ipnotica, la sua interpretazione sopra le righe perfetta, e il finale è un colpo di cattiveria in pieno stile Black Mirror.
2. Eulogy.
(7x05)
Brutta bestia i ricordi, soprattutto se riguardano una persona che c'ha spezzato il cuore.
Ma se quei ricordi sono richiesti da chi quella persona vuole ricordarla, in un elogio funebre personale e sentito, perché non andare a scavare?
Come una lunga sessione di terapia, il burbero Philip si mette a disposizione di un programma guidato andando a cercare nella sua gioventù e nel suo primo amore, quello che l'ha ferito a tal punto da cancellare ogni fotografia, ogni volto, a poterglielo ricordare.
Si ricorda e si ricostruisce, si entra dentro quelle fotografie in una tecnologia non troppo lontana dall'oggi, e si apprezza la prova di Paul Giamatti, un po' meno quell'uomo vendicativo che interpreta.
Tra rimpianti e vite più o meno andate avanti, l'elogio del tempo perduto commuove.
1. Common People
(7x01)
Di cosa parla, in fondo, Common People?
Dei piani via via più limitanti delle varie offerte streaming?
O semplicemente della vita, fatta di scelte e di limitazioni quando si tratta di un diritto alla salute non rivolto a tutti, ma solo a chi se lo può permettere?
Insomma, parla di privatizzazione della sanità pur parlando di come sostenere i costi della vita, una vita che dipende dalla tariffa che si può pagare e da quanto si è disposti a sacrificarsi per amore.
Mike per tenere la sua Amanda come l'ha conosciuta è disposto a tutto.
Ma davvero a tutto.
Non è un amore romantico, però, perché si fa via via più disperato mentre i conti salgano e i debiti pure, mentre per un pizzico di normalità si butta via, beh, la normalità
Rashida Jones e Chris O'Dowd sono la coppia che non ti aspettavi potesse farti così male, in un inizio di stagione che spara subito la sua cartuccia migliore.
Dove la metafora non è nemmeno così sottile, dove il finale non può che essere tragico.
Io ho trovato molto brutti secondo e quarto, mentre Hotel Reverie mi è sembrato dolcissimo nonostante i difetti. Impeccabili il primo e il quinto. In ogni caso, resto freddino, fatico a parlare purtroppo di un ritorno alle origini.
RispondiEliminaSiamo talmente allineati che io oggi ho scritto il post su "Black Mirror", pronto in rampa di lancio, anche come classifica direi che siamo parecchio allineati ;-) Cheers
RispondiEliminaIl mio preferito è Eulogy, però ho apprezzato pure Hotel Reverie, nonostante sia un po' una copia di San Junipero...
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