Mondo Serial
Quando un cancro segna la tua vita, hai due opzioni: lasciarti morire o rinascere.
Molly, guarita da un cancro al seno ma ora condannata da metastasi al quarto grado all'anca, opta per la seconda.
Lei che cercava di rimettere insieme il suo matrimonio nonostante un marito che la vede come una malata da accudire e le nega il sesso che tanto vorrebbe causa medicinali e fame per la vita, decide di lasciarlo.
Tagliare i rami secchi e avventurarsi in un'avventura alla scoperta di sé, di quello che le piace, con l'obiettivo di raggiungere un orgasmo con un'altra persona.
Non è tanto questione di Bucket List, una lista di desideri -nel vero senso della parola, in questo caso- da realizzare prima di morire.
È un modo per Molly di riappropriarsi di quel corpo che il cancro sta consumando, e un modo per conoscere se stessa, affrontando di petto traumi infantili mai superati. Farlo attraverso il sesso sembra un modo come un altro, forse il più sincero legato com'è a istinti e a testa.
Lo fa con l'aiuto dell'amica del cuore Nikki, che in quei mesi che ancora hanno da vivere insieme, decide di annullare se stessa, la sua carriera di attrice, la sua relazione apparentemente felice, il suo riposo e i suoi affetti. Vive per i desideri di Molly, per vederla felice, soddisfatta, per non farla preoccupare con appuntamenti da prendere, farmaci da ordinare, lunghe telefonate con assicurazioni e centralini vari.
Lo fa anche con l'aiuto di Sonya, che la affianca all'interno dell'ospedale e che il sesso definito "diverso" lo frequenta e lo pratica.
È una vera rinascita quella di Molly, che capisce di aver bisogno di avere il controllo nelle relazioni a due, di sentirsi bene mentre domina e fa uscire il suo disprezzo, sperimentando e definendo regole e limiti. Anche così si può conoscere l'amore.
La storia di Molly è soprattutto una storia vera, raccontata dalle amiche Molly Kochan e Nikki Boyer in un podcast di successo, poi in un libro autobiografico uscito dopo che Molly non c'era già più.
Titubante nel vestirne i panni, Michelle Williams si conferma un'attrice piena di grazia anche i momenti piuttosto imbarazzanti.
Bella da togliere il fiato, torna alle serie TV dopo quell'altro piccolo gioiellino che è stato Fosse/Verdon, riuscendo qui a far emergere la fragilità, ma anche la forza, il desiderio, ma anche il dolore, la bellezza in una rinascita e in una morte raccontata senza filtri e senza fronzoli.
Merito anche di una sceneggiatura che a tratti sembra correre su binari diversi, complice lo stile indie scelto e a cui New York fa da sfondo, ma soprattutto una co-protagonista adorabile come Jenny Slate, l'amica del cuore che tutti vorremmo, con tutti i difetti che si porta appresso, e comprimari di classe come Rob Delaney, Jay Duplass e Sissy Spacek.
In soli 8 brevi episodi, le fasi del lutto tra rabbia, depressione e accettazione non possono che ricordare The Big C, anche lì il cancro era un ospite ingombrante che da non gradito diventava altro. Una convivenza forzata che porta a superare i propri limiti e affrontare traumi e barriere, con la morte che arriva in un finale dove versare ogni lacrima grati per un racconto sincero.
Finalmente.
Per quanto diverso dai canoni lacrimosi a cui siamo abituati.
Se aveva fatto male vedere Michelle Williams morire di cancro nella nostra adolescenza, ora fa ancora più male.
Voto: ☕☕☕½/5
L'ennesima grande serie di questo 2025. Michelle splendida, come sempre.
RispondiEliminaMi ero ripreso solo da poco dal trauma del finale di Dawson's Creek, che ecco che Michelle Williams ce l'ha fatto rivivere di nuovo... Non è giusto! :)
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