È di nuovo quel periodo dell'anno in cui i cinema di zona non offrono granché per cui accorrere (Sinners se ne sta lì, in orari proibitivi e senza una versione originale, mannaggia) e in streaming arrivano solo filmacci (di cui comunque parlerò a breve).
È quindi il momento di andare a spulciare nella mia storica agenda, in cui finiscono per strani giri nell'internet film passati inosservati, commedie che chissà come mi ero persa, piccoli speciali meritevoli di attenzione.
Questo triello se ne sta in famiglia, con la coppia Dave McCary e Emma Stone a portare in alto il genere della commedia, quella più creativa:
Brigsby Bear
Il buono
James è cresciuto in un bunker sotterraneo, convinto che lì fuori il mondo fosse invivibile, con i genitori come unici amici e come unico svago gli episodi dello show Brigsby Bear.
Un orso magico e parlante, protagonista di una saga lunga centinaia di VHS, tra l'avventuroso e l'educativo che arriva a lui un episodio a settimana, da analizzare e collezionare, sognando i suoi protagonisti e cercando qualcuno con cui condividere la sua ossessione.
La verità è che James è stato rapito quando ancora neonato e quando l'FBI lo libererà e lo riporterà a casa dei veri genitori, per James sarà difficile adattarsi, capire come girano davvero le cose e accettare soprattutto la fine delle avventure di Brigsby.
A 25 anni sembra ancora un immaturo adolescente che il mondo lo deve capire e che deve capire chi essere, ma decidere non sembra così difficile: sarà un regista, e realizzerà un film proprio con Brigsby.
Sembra di assistere a una strana fusione tra I saw the TV glow e Kimmy Schmidt, con l'ossessione per uno show che rappresenta altro (in questo caso uno strano legame affettivo con genitori che sono anche rapitori) e una certa ingenuità a rendere James (come Kimmy) un personaggio comico capace di andare oltre gli aspetti drammatici del suo rapimento e della sua reclusione.
Due titoli che sembrano molto diversi fra loro, per caratura e toni, ma che si accostano a un film capace di essere nostalgico e emozionante, di immergere in quella pop-culture che ha sfamato noi nati negli anni '80 e in una dimensione in cui i cattivi non sono propriamente tali e i buoni non sono sempre così buoni, in un continuo aggiustamento dei ruoli e delle situazioni.
Per il suo esordio alla regia, Dave McCary ha lavorato alla sceneggiatura assieme ai colleghi del Saturday Night Live Kevin Costello e Kyle Mooney, anche protagonista, e per questo compaiono cammei di Julio Torres, Andy Samberg riuscendo ad assicurarsi la presenza di Mark Hamill proprio per la creatività del film.
Brigsby Bear è un esordio pieno di malinconia e di amore per il cinema, quello casereccio, quello fatto con pochi mezzi e tanta inventiva, che potrebbe passare anche per un film un filo più americano di Michel Gondry.
Buffo e geniale nonostante qualche forzatura nel terzo atto a rendere l'ossessione per Brigsby più pericolosa del pensabile, questa commedia del 2017 passata inosservata e sotto silenzio si merita un po' più di seguito.
Easy A
La Bella
Com'è che non avevo visto Easy A (in italiano Easy Girl) ai tempi della sua uscita?
Ero già una snob allergica alle solite commedie americane?
Ne erano uscite troppe, che questa sembrava evitabile?
Com'è che non l'avevo recuperata poi, quando il pallino per le commedie americane un po' indie/un po' romantiche/un po' adolescenziali era entrato nella mia testa?
Rimedio con estremo ritardo e ne approfitto solo per creare questo Triello.
Una rilettura de La lettera scarlatta in cui una ragazza molto carina e molto intelligente riesce ad essere popolare aiutando gli altri, i più sfortunati, quelli bullizzati perché brutti, perché grassi, perché gay, concedendo loro di poter dire di essere stati a letto con lei.
Cosa ne rimedia?
Una popolarità che da ragazza invisibile fa comodo, ma a lungo andare anche una nomea di poco di buono che ne compromette la presenza a scuola, l'amicizia -non certo speciale- con chi si crede più esperta di lei, e alla fin fine, anche la sua di etica.
Easy A i suoi 15 anni li porta un gran bene, meglio di altre commedie americane, riuscendo con uno stile volutamente geek, e con una Emma Stone giovane ma già capace di incantare anche solo per il turpiloquio con cui racconta la sua storia.
Classico fra i classici, nel suo citare John Hughes & simili, ha in me una nuova fan.
My Favourite Shapes by Julio Torres
Il Prodigio
La mia ammirazione per Julio Torres, cresce.
Senza che conoscessi il suo nome, e senza seguire assiduamente il SNL, aveva creato i geniali sketch Papyrus e Papyrus 2.
Lo avevo poi conosciuto meglio in una delle serie TV dell'anno 2024 con Fantasmas e in uno dei film migliori del 2024 ma non ancora distribuiti, Problemista, in cui riusciva a farci entrare nella sua mente, nel suo modo diverso di vedere e raccontare le cose.
Cose, appunto, oggetti e forme che in questo spettacolo del 2019 trasmesso anche da HBO sono al centro della scena.
Sono le forme che Julio stesso preferisce, che sia un semplice quadrato o un più complesso giocattolo per bambini, per non parlare di cristalli e sedie di cristalli, e per ognuna c'è una storia o un punto di vista per raccontarlo che Julio snocciola come fosse un alieno, capace di vedere le cose in modo diverso, di raccontarle in modo speciale.
Si ride, di questa genialità, si applaude, a una mente piena di inventiva, puramente infantile nei legami a personaggi di cartoni e film di animazione, riccamente kitsch nelle strane forme che colleziona.
Se questo speciale di appena un'ora di durata sta nel triello è sì per la presenza di Emma Stone tra le voci dei video ad arricchire lo show (assieme a Ryan Gosling e Lin-Manuel Miranda), ma soprattutto per per la regia curata da Dave McCary.
Un bel modo per chiudere il cerchio, anche se non è questa la forma preferita di Julio.
Voto: ☕☕☕☕/5
"Easy A" non è il mio genere ma ai tempi devo dire che mi era piaciucchiato, era prima che litigassi con Emma Pietra, per fortuna siamo tornati amici ora che si è rimessa a fare i film da Bara, povera creatura, che rapporto tormentato il nostro ;-) Cheers
RispondiEliminaEasy A uno dei pochi cult sfornati negli ultimi anni. Esilarante, e lei già brillava fortissimo.
RispondiEliminaOvviamente Easy A è uno dei miei cult personali, nonché il primo film che ha reso Emma Stone una delle mie attrici preferite, ma che te lo dico a fare? XD
RispondiEliminaGli altri due devo cercarli, ma mi sa che la distribuzione italiana non è pervenuta...