24 settembre 2018

Il Lunedì Leggo - Ecstasy di Irvine Welsh

Altro libro, altra prima volta.
Con Irvine Welsh, che sì avevo amato al cinema per Trainspotting (e pure per il suo seguito) e Il Lercio, ma su carta mi aveva sempre fatto paura.
Troppo ancorato agli anni '90 inglesi della droga e dell'house, troppo eccessivo, con il giovine a cui era stato regalato Colla non così entusiasta, non così consigliato.
Poi, come la squallida copertina anni '90  fa capire, Ecstasy mi è capitato fra le mani al mercatino dell'usato e una possibilità gliel'ho voluta dare.
E ho fatto bene.



Sì, perché anche se si tratta di racconti (che si sa, mi vedono sempre scettica, brevi come sono, non capaci di farmi affezionare nel giro di qualche ora di lettura ai suoi personaggi), Welsh ha saputo fare centro.
Grazie a tre storie al limite, a personaggi che non possono che ricordare Mark Renton e la sua banda (che qua e là vengono pure citati) che si muovono fra Edimburgo, Leith e Londra, fra paradisi di droga e inferni di dipendenza.
Si parte con Gli Invitti, con le voci di Heather -moglie perfetta, dal marito perfetto, dalla casa perfetta a cui manca solo il figlio perfetto ma che perfetta non si sente- e Lloyd -fuori e dentro la dipendenza da ecstasy, sempre alla ricerca di una donna, di una scopata, di una rissa fra hooligans.
Due personaggi che si collocano ai relativi estremi di una generazione che non trova il suo posto nel mondo, con lei che sente la vita già finita, già arrivata al capolinea senza che se la sia goduta, lei che fa elenchi, che fa piani, e che manda tutto all'aria un giorno qualunque, non presentandosi a lavoro, scappando con l'amica di sempre per bar e discoteche. E lui che alterna compagnie, donne da evitare, donne da soddisfare, mentre cerca di produrre musica da discoteca, a modo suo.
E lì, si incontreranno, lì, le cose -la vita- per loro cambierà.

Un'altra coppia di opposti si unisce in La fortuna sta sempre nascosta, lui, Dave -un ladro di professione, con tanto di regole e modus operandi- e lei, Samantha -deforme a causa di un medicinale assunto dalla madre in gravidanza. Uniti, sì, nel segno della vendetta nei confronti di chi quel farmaco l'ha prodotto e commercializzato, con il racconto dello strano amore/plagio fra i due che si intervalla a flash violenti del passato e del futuro.
Infine, Lorraine va a Livingstone è ancora più estremo, mettendo insieme personaggi al limite dell'assurdo e del blasfemo (un presentatore TV necrofilo, una scrittrice di romanzi rosa bulimica, il marito traditore seriale con prostitute ed escort, l'infermiera che ha in cura quella scrittrice che passa da una discoteca all'altra cercando di capire cosa davvero le piace), lasciandoli parlare volta per volta, costruendo un racconto corale sfaccettato e folle.
Si diverte Welsh a spingere sempre più in là i suoi limiti e quelli dei suoi personaggi, eccede e mostra una realtà diversa e senza filtri, che cerca di nascondere le sue perversioni, le sue dipendenze ma pure di metterle in mostra con orgoglio, fregandosene di perbenismi, di snobberie.
La sorpresa per una novellina come me, è che lo sappia fare così bene, evitando il "troppo che stroppia", strutturando i racconti ad intervalli, a finestre che si aprono, a pezzi che solo poco a poco si uniscono a formare un puzzle dai colori acidi e sporchi, completo.
Nel caos che ci mostra, nel caotico mondo in cui ci immerge, c'è un ordine ben preciso, e anche per questo un altro posto sul comodino lo troverà ancora.

4 commenti:

  1. Welsh, ama le tinte forti, violente, acide, in un'atmosfera confusa tra delirio e realtà. I suoi personaggi sono rassegnati al marciume. Che vuoi che ti dica, io amo il film che costruisce, didascalico.
    Ciao Lisa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come vedi è piaciuto anche a me, lo rileggerò presto dando una possibilità a quel Colla che non aveva convinto il giovine.

      Elimina
  2. Avevo provato a farmi piacere Trainspotting (romanzo), ma non ci ero riuscito. Giusto sfogliato. Questo potrebbe essere perfetto, con la scusa dei racconti, per imparare a conoscerlo a piccolo dosi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Trainspotting per me resta e rimarrà solo il film, neanche ci provo a leggerlo cult com'è diventato. Qui Welsh potrebbe convincerti, storie altrettanto folli, brevi e intense, ma soprattutto ben orchestrate.

      Elimina