7 settembre 2019

Venezia 76 - Il Leone di Caffè di In Central Perk

Il grande momento è arrivato.
Con il nuovo record di 41 film visti in totale, fare un po' di ordine e dare i numeri è necessario.
Ancor più assegnare l'ambito Leone di Caffè.
Chi andrà a sedersi al fianco degli scorsi vincitori La moglie del poliziottoThe Look of Silence, Anomalisa, La La LandMektoub My Love e The Nightingale?
Prima di scoprirlo, però, partiamo con un po' di premi per categoria:




Miglior Colonna Sonora

Ema



menzione speciale per Joker

Miglior Canzone

Adam Driver - Being Alive
(video originale non ancora disponibile)



Miglior Sceneggiatura

Marriage Story


fuori concorso Barn (Bewae of Children)

Miglior Fotografia

Ema


Miglior Attrice

Mariana de Girolamo - Ema


menzione speciale per Scarlett Johansson - Marriage Story

Miglior Attore

Joaquin Phoenix - Joker ex aequo Adam Driver - Marriage Story


Iniziamo a fare ordine dividendo in film in "da evitare/una visione gliela si può concedere/assolutamente da vedere". 
Con ovviamente il podio del mio Leone di Caffè nel fondo.
Si parte ovviamente con...

I No
[Il titolo rimanda alla recensione]

38. Giants Being Lonely - Grear Patterson


Il film più irritante dell'edizione, l'hipsterismo ai suoi apici in cui la storia conta poco -ed è banale e mal gestita- e l'estetica è così fine a se stessa.

37. Blanco en Blanco - Theo Court


Soporifero e sonnolento come pochi altri. Succede poco, quel che succede infastidisce e poco rimane. 

36. Lingua Franca - Isabel Sandoval


Poteva essere un boy meets girl diverso, con la questione clandestinità/transgender a fare la differenza. Invece ci si sofferma sui corpi e i loro orgasmi, e non si trova una soluzione.

35. Electric Swan - Konstantina Kotzamani


Piccolo film che per quanto ben fatto lascia pieni di dubbi e domande: cosa si è appena visto?!

34. No One Left Behind - Guillermo Arriaga


Piccolo film, ma ricco di retorica. 
Da Arriaga, sempre attento alla scrittura, non ce lo si aspettava.

33. Adults in the Room - Costa-Gravas


La crisi economica greca spiegata con troppi tecnicismi e soprattutto con la bellezza del cinema che rimane fuori dallo schermo (tra fotografia patinata e voice over a intervalli).

32. Waiting for the Barbarians - Ciro Guerra


Soporifero e sonnolento. 
Lento, soprattutto. 
Troppo.

31. A Herdade (The Domain) - Tiago Guedes


164 minuti di epopea familiare e storica in cui in fondo la politica viene toccata ma non approfondita e dei vari membri della famiglia poco ci importa.

30. Guest of Honour - Atom Egoyan


Più televisivo che da grande schermo, con una sceneggiatura che scricchiola in continuazione. 
Perché Egoyan è ancora in concorso?

29. No 7 Cherry Lane - Yonfan


Strano, ma strano forte. 
Un'animazione piena di eleganza in cui tutto va al rallentatore. Citazioni a non finire ma che finiscono per far ridere.

28. Psykosia - Marie Grahto


Un colpo di scena telefonatissimo, un'estetica ricercata che non aiuta ad apprezzare un film pesantemente al femminile.

27. Gloria Mundi - Robert Guédiguian


Gli ultimi, gli sfortunati, di oggi. 
Una famiglia sull'orlo della disfatta e un cerchio che va spezzato.
Onestamente, tanto brutti i protagonisti quanto il film in sé.



Visti i no, si può passare a quei film che non sono riusciti a convincermi del tutto, ma la cui visione è comunque consigliata. Magari ero solo io il problema.


I Forse
[Il titolo rimanda alla recensione]


26. The King - David Michod


Ennesima riproposizione di Shakespeare e ennesima operazione in costume che sembra omaggiare Game of Thrones.
Non basta un intenso (ma sempre più antipatico) Timothée a riscattare il tutto.

25. Wasp Network - Olivier Assayas


Una pagina di storia sconosciuta, una serie di doppi e tripli giochi di cui a fatica si segue l'evoluzione.

24. The Perfect Candidate - Haifaa Al Mansour


Più da sezione collaterale che da concorso principale. La solita bella storia di rivincita nell'Arabia Saudita.

23. Saturday Fiction - Lou Ye


Una fotografia in bianco e nero splendida, una Gong Li bellissima, ma anche tanta confusione in questo noir fatto di spie e palcoscenico.

22. Tutto il mio folle amore - Gabriele Salvatores


Un gigioneggiante Salvatores ha una buona idea ma la sviluppa con sterzate di sceneggiatura forzatissime. 
Non da meno una colonna sonora così pop da far storcere il naso.

21. Ad Astra - James Gray


Ennesimo viaggio nello Spazio che è più viaggio in se stesso. 
L'intenso Brad Pitt può poco contro una struttura a videogioco, tra scimmie assassine e pirati lunari.

20. Martin Eden - Pietro Marcello


Non me ne voglia Martinelli, ma questa trasposizione dalla California a Napoli non convince. Amore, socialismo e letteratura, sì, ma anche troppe insensatezze.

19. 5 è il Numero Perfetto - Igort


Il fumetto che si fa film.
Ma tra noir e pallottole, non sono il suo pubblico di riferimento.

18. Pelikanblut - Katrin Gebbe


Ricorda Hereditary, con una prima parte solida e struggente, una seconda in cui la magia nera entra prepotentemente nel racconto. Sbagliando i toni.

17. Revenir - Jessica Palud


Piccolo film francese, classico nella storia ma che vive dell'intensità degli attori.

16. Seberg - Benedict Andrews


La storia che non sapevo di Jean Seberg. Peccato che la bellissima Kirsten Stewart sia penalizzata da una patinatura di troppo.

15. About Endlessness - Roy Andersson


Sempre il solito Andersson. 
Né più né meno.

14. The Painted Bird - Vaclav Marhoul


Doloroso come pochi altri, difficile da sostenere in molte scene.
Ma con quel finale, con quella fotografia in bianco e nero la commozione arriva.

13. Babyteeth - Shannon Murphy


Un malattia-movie che è anche un coming of age.
Indie e colorato, ma tra tanti personaggi stralunati, una protagonista che malata non lo sembra mai, gli è mancato qualcosa per convincermi appieno.



Il momento per scoprire i magnifici 12 è arrivato.
I film imperdibili sono anche la mia personale classifica di questa 76esima Mostra del Cinema di Venezia.


I Migliori
[Il titolo rimanda alla recensione]

12. Ema - Pablo Larraìn


Resto ancora indecisa.
Più no o più sì?
Se la storia non regge, la musica e le immagini compensano?
E quel finale poi fa rivalutare l'irritante protagonista?

11. Un Divano a Tunisi - Manele Labidi


Commediola leggera e senza impegno ma che è una ventata necessaria fra tanti drammoni.

10. Madre - Rodrigo Sorogoyen


I primi 15 minuti conquistano. Poi si è sempre più sul filo del rasoio, per un'amicizia pericolosa e dubbi che si insinuano.

9. Il Sindaco del Rione Sanità - Mario Martone


L'ironia di De Filippo è rimasta intatta. 
Anche se gli attori sono più esagerati del necessario, il testo non è invecchiato per niente.

8. La Verité - Kore-eda Hirokazu


Il film più francese dell'edizione arriva da un regista giapponese.
Chi poteva mai dirlo?

7. La mafia non è più quella di una volta - Franco Maresco


Il mio primo documentario di Maresco: ironico, assurdo, intelligentissimo.

6. The Laundromat - Steven Soderbergh


Come spiegare i Panama Papers ai comuni mortali.
La Streep fa sempre la Streep, ma che finale, che gioco di interazione con lo spettatore!

5. Se c'è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari - S. Isola, F. Trombetta


Non ne ho scritto, e non so perché.
Forse perché ci sono state tante lacrime durante la visione, forse perché l'omaggio e la tristezza verso un grande regista di soli 3 film resta qualcosa di intimo.

4. Barn (Beware of Childern) - Dag Johan Haugerud


La vera sorpresa di questa Mostra arriva dalla Norvegia.
157 minuti densi per raccontare quello che succede quando muore un bambino.
Si piange, si ride, si applaude.

3. J'Accuse - Roman Polanski


Sì, il film è in costume.
Sì, il regista è il tanto contestato Polanski.
Ma il ritmo è di quelli che non mollano mai, la ricostruzione precisa.
Chapeau.

2. Joker - Todd Phillips


I film suoi supereroi (o in questo caso, sui loro nemici) non sono più quelli di una volta.
Un Joker solido, intenso, umano.
Preparatevi.

1. Marriage Story - Noah Baumbach


Dal secondo giorno, è rimasto nel mio cuore.
Scene di un matrimonio che finisce, di una lotta per un divorzio, di un confronto in cui è difficile vincere.
Sceneggiatura impeccabile, attori in stato di grazia e sì: si piange, si ride, si applaude anche qui.


Meritano una menzione a parte tre film che quasi superano in bellezza quello di Bambach, ma che non era giusto mettere in classifica con gli altri.
Si tratta di:

Roger Waters Us + Them

Un concerto evento, politico e spettacolare in cui la pelle d'oca si alterna alle lacrime.

Irréversible

Visto per la prima volta, e senza saperlo nella sua versione rimontata (quindi non più a ritroso).
Noé è sempre lui, divide, ma per quel che mi riguarda, sempre lo difendo.

Victor Victoria

Film dell'82 con la vincitrice del Leone D'Oro alla Carriera Julie Andrews.
Avanti anni luce, con una sceneggiatura calibrata al secondo, è ora tra i miei film preferiti di sempre.

L'appuntamento è ora per questa sera, per commentare i premi ufficiali della Mostra. Leone di Caffè e Leone d'oro coincideranno?

7 commenti:

  1. Festival, almeno visto a distanza, un po' fiacco. Lo confermano i tanti no. Mi interessano ovviamente Baumbach, Joker e Polanski, ma aspetto anche qualche altro titolo. Vedremo, stasera, i vincitori. Di sicuro prenderanno film noiosissimi. È da un po' che premiano cose più commerciali!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che le edizioni passate avevano più belle carte a disposizione e soprattutto le si è giocate con equilibrio. Dopo gli spumeggianti primi giorni c'è stato un calo notevole con solo i concorsi collaterali a portare gioie. Barn e Madre sono quindi consigliatissimi ;)

      Elimina
  2. Il tuo (atteso) Leone di Caffè è anche il film che mi ispira di più. Speriamo che Marriage Story, come successo nelle passate edizioni con La La Land e Mektoub, My Love, si riveli all'altezza delle aspettative. The Nightingale invece devo ancora vederlo, tanto per dire quanto sia io che la distribuzione italiana siamo indietro rispetto alla Mostra di Venezia. E a te. ;)

    Naturalmente poi sono curioso anche di Joker. E, nonostante una tua certa diffidenza, di Ema e Babyteeth, che paiono proprio dei film per me.

    Tanto (troppo?) amore piuttosto inaspettato da parte tuo per il cinema italiano quest'anno, tranne che per Martin Eden, che era l'unico della pattuglia tricolore su cui puntavo.

    Il norvegese Barn a questo punto spero di recuperarlo. Anche se magari ci vorrà qualche anno... :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il miei ultimi Leoni di Caffé sono diventati dei cult, e so già che lo diventerà anche questo. Nightingale non capisco come non sia già uscito, le polemiche dello scorso anno potevano traghettare la promozione, almeno quello.

      Ema e Babyteeth incontreranno più il tuo gusto, c'è da scommetterci, e oltre a Barn, ti consiglio anche Madre: teso, strano, e con una protagonista bellissima (e pure premiata, meritatamente).

      Elimina
  3. La mia curiosità va tutta su Joker, soprattutto per Joaquin Phoenix ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E fai bene, Joaquin ma anche tutta la fattura del film meritano il premio e l'attesa che sta suscitando ;)

      Elimina
  4. Sei stata tra le poche, pochissime cui non è piaciuto "Martin Eden", che io invece ho adorato. Eppure lo considero un film italiano di levatura (finalmente!) internazionale, con una storia universale e comprensibile ad ogni latitudine. Per il resto, posizione più posizione meno, ci troviamo abbastanza d'accordo: io metterei molto più in alto Costa-Gavras e un pò più in basso Soderbergh (che racconta - benissimo - cose che già sappiamo tutti). Fermo restando che "Us + Them resterà l'unico, vero, grande evento di questa Mostra.

    RispondiElimina