9 febbraio 2021

Grand Army

Mondo Serial

Per chi è cresciuto con i drammi di Dawson, Joey, Peacy e Jen, non è facile trovare altri teen drama dalla stessa potenza.
Lo so, lo so, ora che è arrivato su Netflix anche le nuove generazioni potranno capire tutte le paturnie, i problemi, i lunghi discorsi e monologhi di confronto che hanno formato il nostro modo di relazionarci con gli altri.
Per non parlare di triangoli e dubbi amorosi e cotte varie!
E come hanno fatto, allora, gli adolescenti dopo di noi?
Già quelli che sono cresciuti con The O.C. io li guardo con sospetto.
Che ero adolescente anch'io, ma la deriva soap, l'abbandono di Marissa, l'introduzione di personaggi senza spessore in appena 4 stagioni non glieli perdono. E poi facile essere adolescenti ad Orange County, così come lo era esserlo nell'Upper East Side di New York di Gossip Girl, dove i protagonisti sembravano forse meno adolescenti di James Van Der Beek. 
Vuoi mettere Capeside?


Poi, certo, c'erano le serie di nicchia: c'era One Tree Hill penalizzata solo per andare in onda in un canale non giovane come Rai2, e c'era quella per gli alternativi, l'inglese Skins su MTV che mi rammarico di aver scoperto tardi. 
E poi… poi onestamente ho un vuoto.
Sono cresciuta io, ho lasciato gli anni di Disney Channel ai cugini senza mai essere tentata da quel modo urticante di recitare/doppiare enfatizzando tutto. 
Un tentativo l'ha fatto Netflix con Tredici, ma senza riuscire a creare un cast netto, una storia capace di reggere oltre la prima stagione. Ci sarebbero Skam in tutte le sue versioni nazionali e Sex Education con i suoi spiragli sul mondo adulto e qualche ammiccamento di troppo.
Fino ad Euphoria.


Euphoria che è forse il Dawson's Creek per la generazione Z e Alpha che mostra quanto è difficile crescere, amare, vivere e sopravvivere, con le tentazioni del sesso, della reputazione, dell'accettazione di sé, con un mondo che esplode in un secondo dentro ad un social network, con quel mondo a chiedere di più e il proprio corpo che non riesce a starci dietro.
Anche Euphoria resta di nicchia, resta relegato a Sky ed HBO, riuscendo ad essere amato, venerato ed apprezzato soprattutto da chi teenager non lo è più.
La sensazione, almeno, è questa.
Ci ha pensato Netflix a cercare di rimediare, producendo una serie sui teenager e per i teenager, ma senza crederci fino in fondo.
O forse, solo non promuovendola davvero.
Colpa delle denunce a produzione finita di una parte degli sceneggiatori?


Sarà, quel che è certo è che Grand Army aveva tutte le carte in regola per essere la serie teen di una nuova generazione, ma finisce per essere un Euphoria che non ce l'ha fatta.
Le carte sono quelle giuste: una varietà di protagonisti con cui identificarsi, storie, provenienze e ceti sociali diversi, ogni tema attuale e divisivo affrontato.
Che sia lo stupro, il femminismo, il razzismo, la giustizia ingiusta americana, la povertà, il movimento #metoo, l'omosessualità e il trauma di un attentato, tutto viene condensato in 9 episodi riuscendo a trattare temi scomodi, spinosi, in modo solido e approfondito.
Il tutto con personaggi altamente odiosi.
E dico altamente odiosi.
Che se noi avevamo a che fare con le smorfie alla Joey Potter di Joey Potter, qui c'è una Joey Del Marco che mette a dura prova ogni empatia femminile. 
E non solo. 
E ci sono inserti anime ad opera dell'insicura Leila che continuo a non capire.


Ma è questo il gioco che decidono di fare Grand Army e la sua autrice Katie Cappiello, che si è basata sulla sua opera teatrale Slut: The Play per sviluppare la serie.
Spingersi oltre, provocare, mostrare i lati peggiori di questa peggio gioventù che vive e si muove per le strade di Brooklyn, ma anche i migliori, che parlano di sogni da realizzare, di proteste portate avanti, di amori che inevitabilmente ci sono fra armadietti, lezioni e pomeriggi sui social.
E ad emergere, fra tutti, è la complicata storia di Dom, con una Odley Jean da tenere d'occhio.
A Grand Army manca però quella dirompenza che Euphoria ha a livello tecnico grazie alla regia di Sam Levinson, quei trucchi, quei costumi, quegli episodi fenomenali che c'hanno fatto perdere la testa.
Rimane una sorella minore che si tronca sul più bello, lasciando in sospeso vite e destini, come se la stessa Netflix non avesse voluto crederci altrettanto.
Finendo allo strano numero di 9 episodi la prima stagione, e non confermando per il momento una seconda.
Niente, non ci sono più le serie teen drama di una volta.


Voto: ☕☕/5

9 commenti:

  1. I teen drama non mi sono mai piaciuti, nemmeno quando ero teen: all'epoca tutte le mie amiche impazzivano per Dawson's Creek mentre io lo trovavo ridicolo (poi guardavo cose altrettanto discutibili, Una Mamma per Amica, ER, Lois e Clark...) e non mi sono mai appassionata. Per adesso la cosa più divertente è seguire la vita "amorosa" di mio figlio di sei anni, ha una cotta per una che non lo vuole e una che lui non vuole ha una cotta per lui... ma altro che home-schooling!!! :)

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    1. Io con i teen drama ci sguazzavo, ora mi è più difficile vederli e trovo un po' tutti irritanti, è l'età, lo so.
      Però E.R. me lo guardavo anch'io, ogni lunedì sera che si rispetti, sintonizzata su Rai2.

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  2. Che bella recensione! Complimenti!

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  3. Ah, potrei recuperarlo, proprio in nome della nostalgia canaglia :)

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    1. Preparati ad odiare (quasi) tutti i protagonisti e quel finale sospeso che chissà se verrà ripreso. Come spaccato della gioventù di oggi, però, regge bene.

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  4. Non ci sono più le serie teen di una volta, ma questa comunque ha il suo perché. Io in una seconda stagione che rimedi ai difetti della prima ci credo ancora. Ma non credo sarò accontentato...
    E viva i personaggi odiosi, sono sempre stati il sale dei teen drama. XD

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    1. Per quanto poco l'hanno pubblicizzato, mi sa che nemmeno l'episodio 10 previsto arriverà.

      Quanto ai personaggi odiosi, c'hai ragione, ma in Dawson's Creek ai tempi amavo pure Joey. È l'età che rende insofferenti ;)

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  5. Di sicuro non ci sono più i teen drama di una volta! Anche il modo di "reperirli" così facilmente e la vastità di scelta li ha resi tutti meno incisivi rispetto a quelli che ci vivevamo noi ai bei tempi di Dawson's Creek. A differenza tua, però, io Grand Army lo escludo dal discorso generalista sui nuovi teen drama. A me è piaciuto anche più di Euphoria. L'ho trovato più sfaccettato. Ho apprezzato il fatto che riuscisse a far cogliere i diversi punti di vista di una stessa tematica. L'ho trovato più formativo di tante serie che si spacciano per tali. È dispiaciuto anche a me che non abbia avuto abbastanza risalto, merita più considerazione secondo me. Comunque io ho trovato Leila insopportabile, anche più delle smorfie di Joey ai tempi! Ahahahah

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