Stronzate che capitano quando non muori giovane:
- dover continuare a lavorare
- ritrovare dove meno te li aspetti gli ex amici di scorribande
- innamorarti
- avere un figlio.
E quindi doverlo crescere, ma prima ancora dover essere presente nei 9 mesi di gravidanza, rispondere a emergenze, gestire paure, appuntamenti, dottori, consigli non richieste e occhiatacce.
Perché Jerry Stahl non muore giovane, sopravvive alla dipendenza da eroina che ha caratterizzato buona parte della sua gioventù e su cui ha scritto, portandoci dentro l'incubo che è stato vivere per strada alla ricerca di un'altra dose.
Sopravvive, si innamora, e finisce per avere un figlio alla tenera età di 58 anni, con una compagna ben più giovane di lui, da qui le occhiatacce.
Sì, sì, una figlia l'ha già avuta, che è riuscita a venir su bene nonostante le sue assenze e le sue dipendenze.
E ora, ripulito e quasi pronto, tutto è una scoperta.
Tutto genera ansia, anche, perché se non muori giovane, se sei già vecchio, le probabilità di condividere pannolini e bavaglini sono alte.
Da qui la scelta di tenere un diario, in cui scrivere gioie, dolori, dubbi e ritrosie che un padre alle prime armi deve affrontare.
E si ride, oh come si ride!, della sua genialità e della sua ingenuità.
Del suo sentirsi fuori posto davanti a infermiere e pediatri, di un resoconto degno di un horror con tanto di fluidi e tempesta di un parto lungo ore.
E ci si commuove, pure, per una tenerezza che non ti aspetti da uno che parla così sboccato e così apertamente di sesso e masturbazione.
Lui, scrittore maledetto, che ci ha regalato gli episodi più speciali di C.S.I. finisce pure a Cannes per la sceneggiatura di Hemingway and Gellhorn e lì, tra red carpet e star, mostra le foto della sua bambina, come un genitore qualunque schiacciato dalla gioia di una nuova vita.
Dalla 39esima settimana, giorno 2 ai 2 anni di età, il diario dà sfogo a dubbi e rivela verità che genitori e futuri genitori mai vorrebbero sapere. Rompendo tabù e barriere, facendoli probabilmente sentire meno soli, in quelle situazioni che sembrano così assurde e in quelle feste fra genitori in cui voler solo scomparire.
Senza peli sulla lingua, raccontando molto di sé fuori e dentro i suoi pensieri, Jerry Stahl riesce a fare quello che molto spesso i neogenitori non sanno fare: coinvolgere, divertire, far ridere sonoramente con i racconti della loro quotidianità.
Ah, se tutti li sapessero scrivere così!
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