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The Royal Hotel
Outbank, Australia
Caratteristico hotel a gestione familiare, offre la quiete del deserto e camere spartane ben accessoriate.
Presente bar per colazioni e non solo.
L'anno sabbatico in Australia è un sogno di molti.
Che per alcuni può diventare un incubo.
Lo è se finiscono i soldi, se drink dopo drink, festa dopo festa, tocca rimboccarsi le maniche e l'unico lavoro disponibile è nell'entroterra desertico dell'Australia, molto poco invitante, vagamente pericoloso.
È in un bar/hotel diroccato e non certo turistico, dove si ritrovano a dover lavorare Hanna e Liv, amiche molto diverse.
La paga è base, l'alloggio è compreso, la clientela non è certo affascinante: lavoratori e alcolizzati, festaioli maneschi e brutti ceffi a cui servire birra fredda a volontà, pulire il più, andare a dormire e riaprire.
Così, a ripetizione.
Aspettando il weekend in cui le cose si complicano e l'alcool come le risse aumentano.
Cercare di vederla come un'avventura e un'avventura in cui magari ricavarci qualcosa è l'unica soluzione, ma la tensione cresce man mano che la permanenza avanza, con il proprietario a non essere così affidabile, la compagna che come può cerca di proteggere le ennesime ragazze che si credono scafate a capitare da quelle parti e la presenza ingombrante dietro il bancone della faccia benevola di Toby Wallace o quella più sinistra di Hugo Weaving a scrutarle.
Cresce anche la tensione fra la più festaiola Liv e la più cauta Hanna in un'escalation che… delude.
Sarà che ormai il culmine della tensione sembra arrivato, che le scelte molto alcoliche e poco attente di Jessica Henwick fanno stringere i pugni, sarà che dentro la testa della sempre brava Julia Garner ci si aspetta il peggio e maneggiare un'ascia non è sempre una buona idea, ma la ribellione incendiaria di queste due ragazze è poca cosa rispetto a quello che ci si aspettava.
La tensione e la sensazione di pericolo rispecchia quello di viaggiatrici sole che si ritrovano isolate in mezzo a una situazione maschia di cui non hanno il controllo. E in questa sensazione ogni sguardo, ogni gesto e ogni scelta può essere letta in modi diversi.
Ancora una volta, il film che mi ero fatta in testa funziona meglio di quello effettivo, aspettandomi sangue e vendetta femminile, anche se a Kitty Green va dato il merito di aver fatto crescere la tensione lì dove altro non c'è che un hotel in cui difficilmente qualcuno potrebbe soggiornare e un hotel in cui chissà come continuano a essere mandate ragazze.
E se ve lo state chiedendo, è ispirato a una storia vera, a un pub in una cittadina isolata dove l'arrivo ogni 3 mesi di "carne fresca" è diventato nel tempo un evento.
La svolta horror sarebbe stata più prevedibile ma anche più soddisfacente, in stile Green Room o Revenge, magari.
The Royal Hotel resta allora uno di quei posti da incubo in cui non soggiornare più, ma che diventano un'ottima storia da raccontare tornati sani e salvi a casa.
The Royal Hotel
Recensione dell'utente Hanna V.
Sconsigliato
Pulizia carente e ospiti rumorosi.
Check out prima del previsto.
Persistente odore di bruciato.
Non ci tornerò.
Voto: ☕☕½/5
Considerando che l'anno sabbatico in Australia non rientra tra i miei sogni e tenendo conto della recensione dell'utente Hanna V., mi sa che in questo The Royal Hotel non soggiornerò mai :)
RispondiEliminaSarebbe un soggiorno innocuo, con tante aspettative e poco risultato. Insomma, un tappabuchi in attesa del 5 stelle.
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