Andiamo al Cinema
Fa sempre paura la velocità con cui ci dimentichiamo delle tragedie del mondo.
Ne arriva una nuova, si prende il posto sui giornali e nel nostro cuore.
Dall'Afghanistan all'Ucraina all'Iran alla Palestina.
Era il 2022 e il volto senza velo di Mahsa Amini scuoteva l'opinione pubblica di mezzo mondo e portava nelle strade di Teheran giovani pronti a sfidare l'autorità e la morte pur di protestare.
La rivoluzione, purtroppo, non è finita.
Le carceri sono piene, le condanne non si contano, e il silenzio su questi giovani, su ragazze e ragazzi sembra calato per indignarci comodamente via social su un'altra guerra.
Riporta il faro sulla questione Mohammad Rasoulof, regista iraniano perseguitato dal regime.
Il modo in cui è riuscito a girare il film, meriterebbe un film a parte.
Tra interni protetti ed esterni pericolosi, riprese d'archivio e il materiale delle proteste reali, è riuscito a proteggere il girato e la sua troupe per quanto possibile, per poi riuscire a spedire in Germania , che il film l'ha montato.
Mohammad Rasoulof si è ritrovato infatti a decidere nel giro di due ore se rimanere in Iran e affrontare una condanna di 8 anni o se scappare. Il girato è riuscito a spedirlo all'amico e collaboratore Andrew Bird, che l'ha montato in Germania. Lui, ha scelto di fuggire, in mesi difficili che l'hanno portato in Europa e infine e Cannes, dove il film è stato presentato nonostante le pressioni del regime per ritirarlo.
Sembra la trama di un thriller, come presto diventa anche Il Seme del Fico Sacro, che parte come il ritratto di una famiglia per bene.
Un film duro, che le immagini delle proteste le raccoglie e le mostra, mostra la violenza e il sangue, la crudeltà ma anche la speranza e la rabbia dei giovani.
Sembrano aprire gli occhi anche Sana e Rezvan, sorelle di una famiglia benestante, che deve comportarsi in modo ancor più irreprensibile ora che il padre è stato promosso ed è sulla strada per diventare giudice.
Intransigente e onesto, si ritrova anche lui nei meccanismi di un regime che chiede condanne veloci e un comportamento preciso.
È così che la pace familiare inizia a scricchiolare: tanto le sorelle iniziano a capire il mondo e abbracciare le proteste grazie all'informazione reale via social, tanto il padre rientra tardi, non si fa vedere, distrutto dalle condanne a morte da emanare e dalla pressione che gli è richiesta. In mezzo, una madre che le figlie cerca di proteggerle ed educarle secondo i suoi principi ma anche una moglie devota che vede le crepe in quel marito che inizia a cambiare. A imporsi, a giudicarle e sospettarle in una lenta ma inesorabile discesa verso l'inferno.
Una famiglia per bene, una casa curata. Ma il vento della rivoluzione e la stretta del regime entrano anche lì. E si sedimenta fino a soffocare.
Lì in quella famiglia che Mohammad Rasoulof si è immaginato, lui che ha cercato di capire chi sono gli aguzzini, gli ingranaggi che muovono e che compongono il regime. Che vita fanno, che famiglia hanno, le guardie e i giudici e gli ispettori? Che figlie, soprattutto?
In una famiglia che si fa sineddoche della situazione del Paese raccontato nel suo momento di maggior speranza e terrore, il racconto prende presto le pieghe del thriller, con una fuga fatta di inseguimenti e depistaggi, con una prigionia da cui fuggire e che culmina in un gioco di rincorse e nascondigli, di labirinti e giochi di prospettive che aumentano l'ansia.
Gioca con il genere per raccontare l'orrore, un orrore a cui si sottopone la propria stessa famiglia, fissati come si è con la morale e l'onta che non deve macchiare la propria camicia.
Non devono esserci segreti, non devono essere dette bugie, ma la verità non vuole essere accettata.
Teso in una lunghezza fiume che non pesa mai, reale nel mostrare sangue e proteste, Il Seme del Fico Sacro mescola realtà nella finzione.
Mostra il seme del dubbio, ma anche quello delle convinzioni, che soffoca e che uccide.
La speranza, per fortuna, non accenna a morire.
E vive grazie ad artisti e dissidenti, a film importanti e belli, sì, belli davvero, per come sono stati girati e per quello che mostrano.
Voto: ☕☕☕½/5
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