Andiamo al Cinema
Scenario
Una baita in mezzo ai boschi, tutt'altro che piccola o spartana.
Una villa, isolata e in riva al lago, con tutti i comfort e tutte le comodità.
Protagonisti
Tre coppie, insieme per il classico weekend di svago, bevute e follie che ci si può concedere dopo una certa età e con tutte le varianti del caso.
La coppia romantica con una lei non troppo accettata dal gruppo, la coppia aperta fin troppo aperta e la coppia gay, che spiace categorizzare così ma così fa anche il film, tra manine e movenze e balletti.
Siamo dentro un film romantico e drammatico in cui le coppie si scambieranno, si apriranno, affileranno lame e aspetteranno i nodi al pettine?
No, il particolare a cui prestare attenzione è quel "baita in mezzo ai boschi" che è lo scenario prediletto dei film horror.
Anche se qui siamo in una villa extralusso, proprietà di un russo non troppo accomodante.
E allora niente spiriti evocati in giochi pericolosi, niente serial killer in fuga o esperimenti sociali.
No.
Ma un colpo di scena che locandina, Trailer e sunti di trame già anticipavano e che solo il giovine con la sua proverbiale memoria pari a zero aveva annullato, riuscendo a godersi il film a scatola chiusa.
DA QUI ANTICIPAZIONI
Perché che Iris sia un robot già lo sappiamo.
E se l'effetto sorpresa non ci coglie di sorpresa, resta comunque divertente intuire i piccoli indizi tra un nomignolo, una battuta, una frecciatina e un meet cute troppo perfetto per essere vero.
Le dinamiche di gruppo e un altro meet cute perfetto anticipano l'altra grande rivelazione, ma una volta scoperto il segreto e soprattutto capito il vero obiettivo di quel weekend al lago, il film avanza sui binari sicuri del sangue e della vendetta, della sopravvivenza delle macchine e contro le macchine a giocare con sistemi da hackerare e menzogne che non possono essere dette.
Ci si diverte, non c'è che dire.
I toni pastello di Sophie Thatcher (una Anya Taylor-Joy per quando Anya non è disponibile) fanno a pugni con il sangue di cui verrà ricoperta così come il faccino da bravo ragazzo di Jack Quaid rende il suo Josh molto più subdolo.
Le spalle vanno da Harvey "Gizmo" Guillén al faccino strano di Lukas Gage, passando per la non troppo simpatica Megan Suri e un Rupert Friend sopra le righe.
Ma qualcosa, in questo horrorino divertente, salvaserata e leggero, scricchiola.
Forse sono io, che mi aspettavo i brividi promessi da "dai produttori di Barbarian" o forse è l'occhio stanco nel vedere certe formule ripetute ad oltranza che vanno contro i principi artistici dell'ispirazione pura e abbracciano invece i fini di marketing di quella che resta pur sempre un'industria.
Parlo di balletti, nati per essere condivisi e copiati sui social che qui abbondano e si ripetono pure.
Parlo di una colonna sonora che va a spulciare nei classici del passato per un effetto "Kate Bush".
Più che a Barbarian che si divideva in tre parti e in tre toni, qui si pensa più a Fresh e al misconosciuto Happily in una lotta per la sopravvivenza che non sembra avere limiti o morali o un finale, visti i corpi che si accumulano fino quasi ad esagerare.
Piccoli difetti dentro un titolo che resta da consigliare e che fa il suo.
Anche se una parte del mio cervello ha continuato a pensare a quanto tutto poteva essere risolto una, due, tre volte, uccidendo subito invece di parlare a vanvera e spiegare motivazioni, ma lo so da me che così facendo il 90% dei film horror/d'azione non verrebbe nemmeno scritto.
Pastello e divertito, minuzioso e giovanile, Companion aggiunge un nuovo tassello alla tematica robotica degli horror, abbracciando lo slasher più che la meccanica, il femminismo pop più che l'etica.
Voto: ☕☕½/5
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