Nel weekend degli Oscar i distributori sparano le loro ultime cartucce per permettere agli ossessionati come me di vedere tutti, ma proprio tutti, i film nominati.
A condire horror e commedie che non fanno mai male:
Seconda regia per Jesse Eisenberg, Oscar assicurato per Kieran Culkin dopo l'incetta di premi nella stagione.
Due cugini molto diversi fra loro in viaggio per la Polonia in ricordo della nonna amata.
Non vedo l'ora di parlarne.
Dal romanzo di Colson Whitehead alla quota indie di questi Oscar.
Un racconto di formazione in un riformatorio dove abusi e razzismo la fanno da padrone, ma dove un'amicizia può salvare.
Attesissimo.
Quarto capitolo per la single e poi sposata e infine vedova tanto amata dalle più.
Mi trovo sempre nell'età sbagliata in cui affrontarla, ma buon per Renée Zellweger che trova nuovi amori e nuove disavventure in cui lanciarsi.
Nella fase della carriera senza peli sulla lingua e alla ricerca di sfide divertenti di Hugh Grant, arriva nell'horror in una casa in cui due ragazze mormone non dovevano bussare...
Sono molto, molto curiosa.
Un padre vedovo e sindacalista si trova alle prese con un figlio annoiato e dalle compagnie neonaziste.
Come plachi il male che sta entrando in casa?
Film francese molto interessante senza essere pesante, che è valso a Vincent Lindon la Coppa Volpi a Venezia.
Ne ho parlato QUI
Diciannove anni e non sapere che fare.
Da Palermo a Londra a Siena alla ricerca degli studi giusti e della propria strada, in una solitudine preoccupante.
Produce Fandango e incuriosisce.
Che fine aveva fatto Maurizio Nichetti?
Legato con la sua fisionomia stramba alla mia infanzia, torna alla regia dopo più di vent'anni con questa commedia on the road e metacinematografica con Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz.
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