7 marzo 2025

The Greatest Beer Run Ever

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1967, New York
In un anno in cui le proteste contro la guerra in Vietnam si fanno sentire, in anni in cui i giovani fanno di tutto pur di non passare la visita medica per l'arruolamento o fuggono oltre confine per non doversi arruolare, c'è chi in Vietnam decide di andarci per una scommessa.
E non in guerra.
No, decide di andarci per portare una birra ai suoi vecchi amici.
Proprio così, quelli che loro malgrado e per volontà patriottica sono al fronte a combattere una guerra che quell'amico dal gran cuore ma dal cervello non molto acuto, crede ancora come giusta.
Come non supportarli, come non volerli rivedere, mentre se ne sta con le mani in mano passando di bar in bar, scontrandosi con una sorella impegnata in quelle proteste e che a tavola alza putiferi?
Chickie non ci pensa due volte, annunciata l'idea, trovato il sostegno di genitori e parenti e amici che vedono in questa pazzia un gran gesto di solidarietà per sapere come stanno i loro cari, si imbarca in una nave merci che in Vietnam deve scaricare provviste, riesce a farsi dare tre giorni di permesso in cui cercherà di rintracciare i suoi - sparsi per trincee e fronti e consegnare loro delle birre che immagino calde, stantie e gran poco gasate dopo il viaggio percorso.


Nella mente di Chickie sembra tutto facile, e quasi lo è visto come al porto rintraccia già -, ma che lì dall'altra parte del mondo le cose siano leggermente diverse da quel che dicono Presidenti e telegiornali, lo capisce dallo sguardo perso di quell'amico, dalla sua rabbia nei confronti del suo piano giudicato suicida e folle. Non lo sa cosa c'è, nel Vietnam del fronte?
Ma come si dice, la fortuna aiuta gli audaci, e ancor più chi non è certo una cima e così Chickie si ritrova a essere scambiato per un agente in incognito della CIA a cui vengono offerti lasciapassare, passaggi aerei e la possibilità di girarlo senza troppi inghippi, il Vietnam.
Tutto bene, quindi?
Ovviamente no, perché Chickie inizia ad aprire gli occhi, in trincee umide, in giungle insidiose, in attacchi coperti e in false informazioni, e preso sotto le ali di un fotoreporter non ancora stanco di fotografare la guerra per quello che è, tornerà a casa cambiato.


Quello che è ancora più incredibile dell'idea di fare un film su chi ha l'idea di andarsene in giro in Vietnam per portare una birra agli amici, è che la storia di John “Chickie” Donohue è una storia vera.
Una storia che nella lunga filmografia sulla Guerra in Vietnam, ci si chiede com'è non sia stata ripescata prima.
C'è stato un libro, poi un corto documentario, e infine ci ha pensato Peter Farrelly, regista che in coppia con il fratello si dà a commedie goliardiche ma che in solitaria arriva a vincere l'Oscar (non così meritato) con Green Book.
Anche qui mescola i toni di una commedia leggera e anche brillante per poi dare le sue stoccate drammatiche man mano che il baffuto Zac Efron apre gli occhi. Sì, proprio lui, che abituato a commedie molto più effimere è il motivo per cui non avevo dato troppe speranze a questo film Apple, ma che si conferma attore capace di trasmettere emozioni supportato poi da un cast notevole che è il motivo per cui non avevo ancora depennato il titolo dall'agenda.
Abbiamo Bill Murray, barista patriottico.
Abbiamo i giovani Kyle Allen, Archie Renaux e Ruby Ashbourne Serkis, e abbiamo soprattutto un Russell Crowe più in parte del previsto nel fotoreporter d'assalto dipendente dall'azione.


Come da copione, il film è un road movie esteriore e interiore, fatto di tappe via via più drammatiche e pesanti da affrontare per il protagonista e un ritorno a casa che lo vedrà cambiato.
Certo, sul Vietnam è il suo inferno ci sono film molto più seri, molto più importanti, e anche più riusciti se si pensa a certi effetti speciali e una lunga premessa iniziale prima di mettersi in viaggio per incasellare il protagonista, ma The Greatest Beer Run Ever con il suo titolo accattivante merita un'occasione e riesce a colpire senza troppa retorica i tasti giusti per convincere.

Voto: ☕☕/5

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