Mondo Serial
Fuori Severance era diventata la serie dell'anno, la serie di cui tutti parlavano, che teneva sospesi, incollati.
Dentro quella grandezza l'avevo sentita anch'io, anch'io mi ero persa per corridoi labirintici e labirintiche menti che si sdoppiavano, ma con una certa freddezza, come se mancasse un briciolo di cuore per renderla davvero grande anche ai miei occhi.
Fuori tutti impazzivano per il ritorno, dopo 3 anni, di Severance.
Finalmente!, si diceva, Era ora!, si gridava.
Dentro sapevo che la mia memoria era pessima.
Che era successo in quella prima stagione? Com'è che ricordavo perfettamente l'episodio finale con gli innies che univano le forze e riuscivano a vedere un pezzo del mondo là fuori, con Helly a rivelarsi una Eagan e Mark S. a scoprire che la moglie creduta morta altri non era che la sua psicologa lì dentro. Questo lo ricordavo perfettamente, il resto molto, molto meno.
Mi sono affidata a riassunti ufficiali e meno ufficiali, ai commenti dei soliti invasati esperti per carpire ogni riferimento impossibile episodio dopo episodio (qualcuno davvero ha riconosciuto un dialogo di Twilight Zone usato come password? Sembra di sì, ma spero non ci sia nessuno di così ossessionato, solo un addetto pagato da Apple per spargere questi indizi).
Fuori tutti impazziscono per questa seconda stagione che dà risposte ma pone anche altre domande, che allarga il quadro e lo complica, che mostra il passato ma lascia sospeso il futuro.
Con episodi singoli come una gita fuori porta che finisce bene o male, dipende dai punti di vista e nuovi personaggi enigmatici per età (un'assistente bambina) o ruolo (un'allevatrice di capre)
Dentro impazzisco anch'io, perché il cuore che mancava nella prima stagione qui non manca proprio grazie ad episodi flashback che anche se non chiariscono, portano finalmente dentro la mente del depresso Mark, mostrando un amore felice e complicato come tutti gli amori, mostrando come quell'amore potrebbe ritrovarlo, con una moglie chissà perché e chissà come tenuta prigioniera, e quei numeri che a Mark S. fanno paura a essere la chiave per liberarla. Forse definitivamente.
C'è il cuore dicevo, anche quello di quattro colleghi che tornano a unire le forze, con le loro storie fuori da quell'ufficio a complicarsi e a complicare la loro missione, ponendo i soliti dubbi etici e morali su due personalità, due persone, che convivono nello stesso corpo.
Possono reintegrarsi?
Possono morire?
Possono aiutarsi?
Dentro e fuori, Severance alza l'asticella della qualità delle serie TV, con Ben Stiller e gli altri registi a far furore dietro la macchina da presa, con una fotografia perfetta, con inquadrature geometriche, colori calibrati, metafore e piccoli indizi da scovare e l'immancabile scena di ballo di Mr. Milchick a rendere tutto sempre più strano.
Poi c'è il finale, e potrei parlarne ancora e ancora di quella corsa che è un omaggio, che prosegue anche in titoli di coda pieni di stile, ma direi troppo su un finale che lascia sospesi (non per altri tre anni, ha promesso Ben) e lascia affascinati.
Prima però c'è il tempo di parlare non solo di Adam Scott che cambia personalità con uno sguardo, ma anche della bravura dei co-protagonisti, da Britt Lower con o senza crudeltà, Zach Cherry in tutta la sua tenerezza, John Turturro e Christopher Walken enigmatici fuori e dentro e infine Tramell Tillman, cattivo con poca convinzione.
Si integra meno, perché sempre sopra le righe come richiesto da un personaggio subdolo come quello di Mrs. Cobel, Patricia Arquette, che si prende un episodio un filo riempitivo, che dà risposte in mezzo al gelo di un paesino che mostra quanto larghe sono le maglie della Lumon.
Ci sono ancora misteri da risolvere, capre da salvare, matrimoni da tenere in piedi e una rivoluzione da portare avanti.
Ma Severance si dimostra adulta e capace di non vivere solo di mistero, vive soprattutto di atmosfera, di una freddezza che incontra il calore del passato, di una perfezione che deve fare i conti con le emozioni umane, con una geometria che sta stretta a chi deve scappare, correre, uccidere anche.
Per assurdo, una serie che sembra prendersi molto sul serio, ha momenti comici e momenti assurdi a renderla ancora più adorabile, a farne un piccolo gioiello che cresce ed è cresciuto fino a sconfiggere i miei dubbi.
Dentro e fuori, Severance con la sua seconda stagione entra di diritto tra le migliori visioni di quest'anno televisivamente molto intenso.
Voto: ☕☕☕☕½/5
Con la prima avevo fatto fatica e non ricordo letteralmente nulla. Mi spiace, perché mi sembra di perdermi qualcosa di enorme.
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